Vivara fuori dal controllo del Ministero

DI BENEDETTO MANNA

Su Vivara, affinché si possa avere un quadro reale della sua gestione come RISERVA DELLO STATO, bisogna prendere come riferimento il suo ATTO COSTITUTIVO del 24 giugno 2002 a cura dell’allora Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ove si sanciscono le finalità istitutive ai fini di preservare l’area di 34 ettari per i suoi valori ed esclusività naturalistiche, potenziando tutto ciò che può essere messo in atto per salvaguardare la sua integrità ambientale. In particolare: a) la conservazione delle caratteristiche ecologiche, floro-vegetazionali, faunistiche, geomorfologiche e naturalistico-ambientali; b) la gestione degli ecosistemi con modalità idonee a realizzare una integrazione tra uomo e ambiente naturale, anche mediante la salvaguardia dei valori antropologici, archeologici, storici e architettonici e delle attività agro-silvo-pastorali e tradizionali; c) il restauro ambientale degli ecosistemi degradati; d) la promozione delle attività compatibili con la conservazione delle risorse naturali della riserva; e) la realizzazione di programmi di studio e ricerca scientifica, con particolare riferimento ai caratteri peculiari del territorio; f) la realizzazione di programmi di educazione ambientale. All’art.4 di tale Atto per ottemperare a ciò è istituito un COMITATO DI GESTIONE costituito da: a) PRESIDENTE DESIGNATO DAL MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE d’intesa con LA REGIONE CAMPANIA; b) un rappresentante designato dalla regione Campania; c) due rappresentanti designati dal comune di Procida; d) un rappresentante designato dalle associazioni ambientaliste riconosciute ai sensi dell’art. 13 della legge 8 luglio 1986, n. 349; e) I PROPRIETARI DELL’ISOLA.

Per disciplinare le MODALITÀ DI GESTIONE della RNS Isola di Vivara, viene stipulata una CONVENZIONE tra suddetto Comitato e MATTM il 9 novembre 2004 che prevede in particolare: a) le STRUTTURE ED IL PERSONALE da utilizzare nella gestione della Riserva; b) le modalità di elaborazione del piano di gestione della Riserva e del relativo regolamento attuativo; c) le prime iniziative ed attività di gestione nelle more dell’elaborazione del piano di gestione e del relativo regolamento attuativo, che prevedono pubblicizzazione dell’area, tabellazione, CENTRO VISITE, progetti didattici, VISITE GUIDATE, manutenzioni ordinarie, attività antincendio. Inoltre il PIANO DI GESTIONE deve individuare: a)le zone da destinare a protezione integrale per le specifiche finalità; b) LE OPERE necessarie all’eventuale RIPRISTINO DELL’AMBIENTE; c) i tempi per la cessazione delle attività esistenti incompatibili con le finalità istitutive della riserva; d) la regolamentazione delle attività antropiche consentite; e) l’individuazione di AREE DA ACQUISIRE per il conseguimento delle finalità della riserva; f) eventuali progetti di restauro e/o demolizione di FABBRICATI ESISTENTI nell’area protetta; g) la predisposizione di un piano di interventi prioritari determinati nel tempo, con allegato piano finanziario. In sede di redazione del piano vanno previste forme di COLLABORAZIONE CON ENTI interessati per definire le AZIONI, gli INTERVENTI e le DESTINAZIONI D’USO che concorrono ad attuare il RIPRISTINO, la VALORIZZAZIONE e la FRUIZIONE del territorio e delle sue risorse. Quindi il Comitato può disporre di un PERSONALE OPERATIVO tra i DIPENDENTI DEGLI ENTI presenti all’interno della sua stessa struttura, come anche stipulare convenzioni, ai fini della gestione dell’area protetta, con soggetti singoli, privati e cooperative, e prevedere collaborazioni nel mondo dell’associazionismo. La LINFA per tutto ciò è costituita dai TRASFERIMENTI CORRENTI DELLO STATO alla RNS “Isola di Vivara”, quali contributi ordinari della somma di € 150.000 per l’anno 2003, della somma di € 163.784,64 per l’anno 2004, fino ad arrivare ad oggi alla somma di € 227.712,32 rispettivamente per ciascun anno finanziario 2023, 2024 e 2025. Sembrerebbe allora un quadro ottimale per la vita preziosa di VIVARA. Purtroppo dobbiamo partire da un dato preciso di bilancio per constatare che quanto ci si aspetterebbe dalla conduzione corretta della RISERVA, COME BENE INDISPONIBILE DELLO STATO, trova invece fatica a vedere piena luce, a DANNO del bene patrimonio dello Stato e quindi della COLLETTIVITÀ. Il patrimonio netto è pari a €1.005.366,27, per effetto del risultato economico dell’esercizio 2023, per una consistenza di cassa al 31/12/2023 pari a € 1.466.722,63.Da un confronto tra le entrate e uscite nel 2023 si “evidenzia il conseguimento di un risultato positivo di gestione (Avanzo economico), indice che denota per l’anno 2023 una SOSTANZIALE RIDUZIONE DELLA CAPACITA’ DI SPESA per il CONSEGUIMENTO degli OBIETTIVI indicati nella relazione programmatica annessa al Bilancio di previsione dell’anno 2023 (il Collegio dei revisori dei conti)”. A fronte di entrate pari a €265.870,57(comprensive del contributo MATTM di € 254.800,06 e di € 20.796,00 dai biglietti visite guidate), sono state impegnate uscite per € 172.876, con un avanzo di competenza di 92.994,57, che va ad arricchire sempre di più l’Istituto di tesoreria unica Intesa San Paolo. Le attività realizzate nel 2023 riguardano la Sorveglianza della Riserva, Antincendio Boschivo, Messa in sicurezza del versante nord del sentiero principale, Apertura alle visite della Riserva, Accordo con il Dipartimento di Scienze della Terra (DiSTAR) Università Federico II, Attività di comunicazione istituzionale (Convegno “ECOSISTEMA VIVARA”), nuovo servizio di Tesoreria. Magra consolazione se, considerando per esempio il capitolo di bilancio “USCITE PER INTERVENTI ISTITUZIONALI”, si osserva che le voci di spesa per PROGETTI MONITORAGGI/RICERCA (Monitoraggio Chirotteri, Miceti e Licheni, Biologico Tardigradi ), PROGETTO CENTRO VISITA, STAZIONE DI INANELLAMENTO e MONITORAGGIO ORNITOLOGICO, PROMOZIONE RICERCA e SITO ARCHEOLOGICO, MONITORAGGIO e DEPERIMENTO HABITAT 93/40 (Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia), ATTIVITA’DIDATTICHE SPERIMENTALI, contemplate nel bilancio di previsione 2023 per un importo di € 364.000, vengono azzerate nel consuntivo, pur trovando capienza, come si è visto, nelle casse della Riserva. Sorge spontanea la domanda da cosa è determinato il mancato pieno svolgimento della Gestione per portare ai livelli dovuti di attenzione e conservazione un’area dalle rilevanti emergenze naturalistiche, a 22 anni dalla sua istituzione? Da quanto si legge sulla Relazione programmatica 2023 del 27/04/2023 si è ancora in ATTESA dell’AGGIORNAMENTO del PIANO DI GESTIONE e relativo REGOLAMENTO ATTUATIVO, come previsto dopo 5 anni della sua approvazione nel 2012. Tale aggiornamento dovrà contenere le SCELTE GESTIONALI NECESSARIE a contemplare le nuove MISURE di CONSERVAZIONE della ZCS/ZPS (Zona di Conservazione/ Protezione Speciale) IT8030012 Isola di Vivara approvate il 27 marzo 2024 nell’ambito della Direttiva Habitat e Direttiva Uccelli. Inoltre risulta ancora vacante la carica di PRESIDENTE del Comitato di Gestione, dopo le dimissioni da tale incarico il 3 giugno 2022. Attualmente, al suo posto, nelle more delle determinazioni del Ministero dell’Ambiente (MASE), è presente nel ruolo di Coordinatore uno dei membri del Comitato, ai sensi dell’art. 4 comma 4 del regolamento tra l’altro non più in vigore, per quanto riportato. A questo punto è facile capire che la conduzione della RNS Isola di Vivara è FORTEMENTE COMPROMESSA, muovendosi più similmente come un ‘”ANATRA ZOPPA”, al di là di tutte le potenzialità, soprattutto economiche, messe a disposizione per l’attuazione e rispetto di tutti gli obiettivi e misure di conservazione. Quindi, per fare un esempio, si assiste alla graduale ROVINA DEGLI EDIFICI al suo interno, quando è invece è prevista una loro destinazione come luoghi per CENTRO VISITA, MUSEO, OSSERVATORIO ORNITOLOGICO e quant’altro sia atto a illustrare, nobilitare e rendere operativi i luoghi della RISERVA. Dopo tutto ciò a questo punto, non può mancare il classico PARADOSSO, creato ad arte per poter vanificare il tutto a dispetto delle più eccelse prospettive. Dopo diverse vicende storiche che hanno fatto nel tempo subentrare nella PROPRIETÀ DELL’ISOLOTTO varie figure, tra enti e soggetti privati, si assiste alla presenza e anche “pretese” dell’ultima, al momento, discendenza per possesso in campo, all’interno del Comitato medesimo, in veste di una delle componenti rappresentative designate. Non ci sarebbe NULLA DA STIGMATIZZARE su un ruolo della proprietà privata PARTECIPE IN MODO UTILE a tutte le iniziative previste per il buon funzionamento della Riserva, senza venire meno ai principi costituzionali come stabiliti dall’art.9 : la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione; tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni….”omissis”. Orbene, senza addentrarsi ulteriormente in altri dettati costituzionali (v. artt. 41, 42) sulle interazioni tra pubblico e privato, o sulla disciplina del Codice dei Beni Culturali (i proprietari, possessori e detentori di un bene culturale hanno l’obbligo di garantirne la conservazione), va da sé che qualora vengono avanzate pretese di veto o richieste di nulla osta, si è di fronte per lo meno a un CONFLITTO DI INTERESSI, nel caso in cui viene ricoperta dentro una struttura pubblica una carica da cui trarne vantaggi come privato. Pertanto può costituire un DANNO ALL’ERARIO DELLO STATO concedere “RISTORI” per ricevere un benestare per lo svolgimento di un servizio di pubblica utilità da parte di chi detiene un titolo di possesso su un BENE che è reso INDISPONIBILE DALLO STATO, qual è la RNS “Isola di Vivara”. È quanto avvenuto proprio paradossalmente per la riapertura al pubblico dell’isola, dopo l’inspiegabile chiusura per PROCIDA CAPITALE DELLA CULTURA. Sarà così anche per la sistemazione degli edifici storici, per farne luoghi di interesse culturale, che sia chiaro non rivestono carattere residenziale? Una soluzione ci sarebbe per conciliare i due interessi: invece di procedere di “RISTORO IN RISTORO” sarebbe il caso di recidere il NODO GORDIANO con una procedura d’ACQUISTO. In subordine, in via transitoria, affidamento della gestione ai CARABINIERI FORESTALI, come avviene per l’isola di MONTECRISTO.

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