Violenza di genere: al Telese il convegno per educare al rispetto dell’altro
foto Franco Trani
Ischia – Si è svolto venerdì mattina nella palestra dell’istituto Telese il convegno che ha chiuso il progetto incentrato sul tema della violenza contro la donna. Partito lo scorso dicembre ha visto diversi momenti di confronto coordinati dalla professoressa Maria Messina che si è avvalsa della collaborazione dell’equipe del centro antiviolenza Non da sola che, da ormai un anno, lavora sul nostro territorio per contrastare la violenza di genere. “Si può amare da morire, ma morire d’amore no”, è un verso di una hit dei “Neri per caso” ad aver dato il titolo all’intero progetto che ha visto protagonisti i ragazzi delle seconde che hanno affrontato la tematica guardando dei filmati, lavorando in gruppo e realizzando un suggestivo flash mob all’interno del palazzetto dello sport intitolato a Federica Taglialatela. E’ stato il Dirigente Scolastico Mario Sironi a dare avvio alla giornata con un discorso fatto ai suoi studenti nel quale ha sottolineato l’importanza della tematica che deve far riflettere. «È un progetto a cui teniamo molto, il tema della violenza sulle donne è fondamentale nel percorso di educazione delle scuole. Nel nostro paese assistiamo troppo spesso a episodi di violenza; intendiamo lavorarci ogni anno, diventerà un momento di riflessione fisso per la nostra scuola. Da educatore m’interessa il rapporto uomo – donna, stiamo assistendo a un cambiamento profondo dei costumi con cui è stato costruito il modo di stare insieme. Dobbiamo imparare che questo stare insieme deve prescindere da qualsiasi forma di violenza. Educarci ed educare è quello che dobbiamo fare. E’ triste sapere che le donne vengono uccise dalle persone più vicine a loro; mi piacerebbe che da questa scuola uscissero gentiluomini e gentildonne, persone che imparano a saper stare al mondo e che si comportano rispettando sempre l’altra persona. Essere gentili non significa essere deboli, ma il contrario. Le regole, il senso del rispetto, lo stare insieme per me contano di più dell’apprendimento delle materie. Vorrei che dentro di voi ci fosse un modo di vivere i sentimenti legati al sentimento della reciproca libertà, quando questo diventerà senso comune allora molti dei fenomeni che noi dobbiamo contrastare, cesseranno di esistere». Al tavolo della conferenza anche l’assessore Marianna Sasso che ha collaborato fattivamente per la riuscita del progetto, «sono felice di avere accolto questo invito, sono orgogliosa di voi ragazzi con cui ho avuto modo di collaborare e sono contenta di trattare con voi un tema così delicato come quello della violenza. Il fenomeno a Ischia è forse alquanto limitato e credo sia grazie alle istituzioni che interagiscono tra loro, spero che continui a esserci questa collaborazione. Laddove c’è violenza non c’è famiglia ed è fondamentale che da lì e poi a scuola si affrontino questi temi. Parlate, non nascondetevi dietro ai telefonini, perché solo così possiamo essere una città migliore». In tutto il mondo il 25 novembre si celebra la giornata internazionale per la lotta alla violenza sulla donna, spesso però si corre il rischio che per tutto il resto dell’anno si taccia su un tema così importante. E’ così che la scuola si è impegnata a portare avanti la riflessione su un tema così attuale, «queste giornate di formazione – ha dichiarato la prof.ssa Maria Messina – sono servite a tutti noi come momento di riflessione. Ringrazio le tante persone che a titolo diverso hanno messo a disposizione del Telese le proprie competenze, dall’assessore Sasso, alle professioniste dell’equipe del centro, il capitano dei Carabinieri Andrea Centrella e i colleghi che hanno aderito al progetto». La parola è poi passata all’ avvocato Mitty De Girolamo che ha presentato pillole di diritto e procedura penale presentando quelli che sono gli strumenti che la legge mette a disposizione a una donna vittima di violenza come la denuncia, la querela e l’ammonimento utilizzabile nei reati persecutori come lo stalking. «Le forze dell’ordine – ha dichiarato l’avvocato – sono accanto alle vittime di violenza che però devono denunciare il reato nei tempi giusti. Nella violenza domestica spesso non ci sono testimoni per cui l’unica parola è quella della persona offesa il rischio è quello di arrivare all’archiviazione. Tutti critichiamo le falle del sistema, come le lungaggini del processo, ma spesso non si conoscono gli strumenti; fondamentale da parte della donna la consapevolezza di trovarsi dinanzi a una forma di reato». Il Capitano Andrea Centrella ha invece presentato agli studenti più argomenti oltre a quello della violenza di genere, come il bullismo e la droga diffusa, ormai, anche tra i giovanissimi. «Non siamo nel Medioevo dove, se il vicino veniva accusato di essere uno stregone, il tribunale dell’inquisizione lo bruciava al rogo senza prove particolari. Oggi qualsiasi cosa che diciamo va dimostrata. Atti persecutori sono accaduti anche sulla nostra isola, non solo nei confronti della donna, ma anche verso un uomo, stessa cosa per il bullismo. La giornata di oggi è importante per capire come funziona il sistema, capire quelle che sono le conseguenze. Ne approfitto anche per parlare con voi di droga; qui sull’isola abbiamo registrato un consumo anche da parte dei giovanissimi, tra i 15 e i 18 anni, il problema al d là delle conseguenze sul fisico sono gli esiti non penali, ma amministrativi, partendo dal ritiro della patente di guida». La dottoressa Titti Buono, sociologa e coordinatrice del centro “Non da sola”, ha infine spiegato il ruolo dell’assistente sociale a sostegno della violenza di genere e non solo, «ringrazio l’istituto che già da un anno ha accolto il nostro team dedicando delle ore al tema della violenza, con il dirigente scolastico abbiamo aperto quest’attività di informazione, formazione e ascolto con uno sportello itinerante il primo giovedì del mese, a gennaio dello scorso anno, dove abbiamo affrontato la violenza a 360°. Accoglienza e ascolto sono due momenti fondamentali per la donna che può aprirsi con l’assistente sociale o con l’educatore. Le storie che ci hanno raccontato hanno tutte caratteristiche simili legate alla violenza psicologica, molte donne non riescono a raccontare a terzi perché subentra la paura di non farcela da sole anche economicamente parlando a tal proposito lo Stato ha messo a disposizione degli strumenti per aiutare la donna in difficoltà come il Rei». La mattinata si è poi conclusa con alcune domande degli studenti interessati a capire quanto il fenomeno della violenza di genere sia presente sull’isola che non è affatto immune al fenomeno. – Isabella Puca