Villa Mercede, si paga la metà degli stipendi: e così continua la protesta
Sbloccate le mensilità da aprile a giugno, per il resto si studia ancora la polizza fideiussoria, ma i dipendenti non si fidano più: «Basta con le chiacchiere, vogliamo i nostri soldi»
Sotto il sole cocente di questo scorcio d’estate, continua a oltranza il presidio di protesta dei dipendenti di Villa Mercede all’esterno della struttura sanitaria di Serrara Fontana. Dopo un giorno e una notte trascorsi ininterrottamente presso i cancelli della residenza, ieri mattina da Napoli è arrivata una prima, parziale, buona notizia: è stato ratificato l’accordo tra l’Asl e il Consorzio Nestore per il versamento di tre mensilità di stipendio arretrato per i lavoratori, in attesa da ormai più di sei mesi. Si tratta degli stipendi di aprile, maggio e giugno. Calcolando i tempi tecnici della inevitabile burocrazia, col passaggio dei fondi dall’Asl al Consorzio e da questo alla Cooperativa per poi finalmente arrivare ai lavoratori, ci vorrà presumibilmente una decina di giorni, ma almeno l’iter si è sbloccato anche nei fatti, e non più soltanto a parole. Tuttavia, per le mensilità di gennaio, febbraio e marzo, che pure dovrebbero essere versate entro breve ai dipendenti con la garanzia dell’ormai nota polizza fideiussoria nell’ambito della vertenza giudiziaria in corso che contrappone Asl e Consorzio Nestore, non è ancora chiaro quando dovrebbero scattare i pagamenti, e visti i precedenti finora vissuti (o meglio, sofferti) dai lavoratori, questi ultimi hanno deciso per una scelta drastica: andare avanti a oltranza con il picchetto di protesta fino a quando non saranno saldate integralmente tutte le spettanze. L’obiettivo è di rimanere in stato di concreta ed evidente agitazione per tenere sotto pressione gli attori istituzionali coinvolti prima che la pausa estiva provochi l’ennesimo, lunghissimo rinvio della soluzione a un problema che sta mettendo a durissima prova i dipendenti di Villa Mercede. Una cosa è continuare a ignorare e a rimandare la questione, altro è dover fare i conti con decine di lavoratori determinati a protestare, con dignità, sotto il solleone. Intanto, la riunione programmata per stamane tra sindacati e cooperative circa la rideterminazione degli orari di lavoro, nell’ottica di un accordo al ribasso che almeno possa scongiurare i ventilati licenziamenti, è stata rimandata. Grazia Barbieri, dipendente di Villa Mercede e componente della rappresentanza sindacale aziendale, è stata categorica: «La riunione per decidere di spalmare le ore di lavoro è stata rinviata perché noi vogliamo prima ottenere ciò che ci spetta, vale a dire tutti i nostri stipendi, e solo allora potremo discutere di riduzioni di orario. Sarebbe assurdo andare a discutere di manovre concepite soprattutto nell’interesse della controparte, mentre i nostri diritti vengono considerati come qualcosa che può essere rinviato continuamente.
Noi non ci stiamo. A questo punto, è anche nel loro interesse versare quanto ci spetta. Finora ci sono state raccontate soltanto un mucchio di frottole, siamo stati presi in giro, adesso basta: siamo stanchi. Vogliamo cose tangibili, a partire dai nostri soldi». I lavoratori si sentono anche in parte abbandonati dalle istituzioni locali: «Soltanto i sindaci di Serrara e di Lacco si sono interessati in questi giorni alle nostre vicissitudini. Gli altri non si sono visti né sentiti. Grande supporto invece abbiamo avuti dagli amici del Cudas, il comitato unitario per il diritto e la difesa della salute, e il vicino bar di Giulio, sempre pronti ad aiutarci nella difficile protesta che stiamo sostenendo, sotto il sole cocente e durante le lente ore notturne». Una battaglia e una sofferenza che va avanti nonostante l’indifferenza di larga parte della comunità isolana, dal momento che non c’è stata finora una significativa mobilitazione della cittadinanza a fianco dei dipendenti: «Non dovrebbe essere così – prosegue Grazia Barbieri – perché la vecchiaia è qualcosa che prima o poi tocca a tutti, non possiamo ignorarla, così come tutti potremmo forse un giorno aver bisogno di Villa Mercede. Quest’ultima è patrimonio dell’intera isola, quindi penso che tutti gli isolani dovrebbero dare un supporto concreto alla nostra lotta: invece qui non si è visto praticamente nessuno, a parte isolatissime eccezioni. Ma non importa, noi andiamo avanti».
LA NOTA DEI SINDACATI
Nella giornata di ieri i sindacati, tramite Giuseppe Silvestro della Uiltucs e Mario Amalfitano per la Fisascat, hanno inviato una nota a tutti gli attori istituzionali coinvolti: «Con la presente vi segnaliamo ancora una volta la gravissima condizione nella qual versano le lavoratrici ed i lavoratori dipendenti della CIVITAS Soc. Coop. Sociale Onlus impegnati presso la Residenza Sanitaria Assistenziale “Villa Mercede” di Serrara Fontana (NA); sono trascorsi ormai oltre 15 giorni dall’ultimo incontro presso la Prefettura di Napoli, utile per lo “sblocco” di almeno una parte delle ormai sei (6) mensilità stipendiali arretrate, senza che allo stato si sia determinato alcun esito rispetto al pagamento di tali competenze. Come abbiamo avuto modo di segnalarvi in più occasioni e con vari scritti la situazione è ormai insostenibile per i lavoratori e le loro famiglie ed il pesantissimo livello di tensione è sfociato in iniziative spontanee di lotta che non sono governabili dalle nostre OO.SS. Dalla giornata di ieri, 2 luglio, decine di lavoratori – senza interrompere il servizio pubblico essenziale erogato a “Villa Mercede” – sono ininterrottamente riunite in un presidio pacifico e democratico all’esterno della struttura per rivendicare i loro diritti e ci hanno comunicato che non smobiliteranno tale presidio fin quando non saranno soddisfatte le loro legittime richieste.
Ricordiamo che alla tensione per la mancata retribuzione di ben sei mesi di lavoro si aggiunge la preoccupazione tuttora presente per la perdita occupazionale derivante dal taglio di servizi operato dal’ASL e dalla procedura di licenziamento collettiva attivata dalla CIVITAS Soc. Coop Sociale Onlus, conclusa con esito negativo anche innanzi agli uffici della Giunta Regionale della Campania nonché, anche in prospettiva, la nuova gara di aggiudicazione dei servizi c/o “Villa Mercede” prevede un sostanziale declassamento della struttura, con perdita di servizi per le comunità isolane ed anche ulteriori rischi occupazionali per i lavoratori. Per tutto quanto sopra, sollecitiamo per l’ennesima volta a tutte le parti in indirizzo ad agire con la massima celerità e senso di responsabilità per tener fede a quanto concordato in sede Prefettizia e dare finalmente sollievo ad una situazione divenuta insostenibile, vergognosa ed ingestibile. Confidiamo nel senso di responsabilità di ciascuna delle parti in indirizzo, ognuna per il ruolo che riveste e per le funzioni che ricopre, anche per scongiurare possibili ulteriori iniziative spontanee dettate dalla tensione dell’attuale drammatico momento, restando in attesa di un urgente e positivo riscontro».