Vie del Mare da incubo per i diversamente abili

Il racconto dei viaggiatori costretti a restare in garage o arrampicarsi senza idonei supporti per raggiungere i saloni passeggeri, una denuncia che lascia francamente senza parole

Prendere un traghetto, salire e scendere le scale che portano a gran parte delle navi traghetto che servono le isole nel golfo di Napoli continua ad essere una realtà “complicata” per molti diversamente abili, per tanti soggetti con mobilità ridotta. Nell’utilizzare il trasporto pubblico non tutto è scontato. Per molte persone la quotidianità di viaggiare da, tra e per le isole di Ischia è Procida verso la terraferma è una serie di ostacoli, di impedimenti, di impossibilità che molto spesso, anzi troppo spesso minacciano i diritti del singolo. Che portano non solo a una vita difficile ma ad una discriminazione che impone disagi e sofferenze. Molti dei mezzi che servono le rotte partenopee erano e restano off limits per i disabili. Un fatto che andiamo denunciando da tempo.

Il trasporto pubblico sulle vie del mare è per molti, ma non per tutti. La realtà di Ischia, Procida, è sotto gli occhi. Le navi traghetto, pur con difetti e qualche compromesso, rappresentano i mezzi principali per muoversi oltre l’isola, per andare a lavorare, per andare a curarsi. Soprattutto se si è giovani, studenti e con una naturale voglia di muoversi, ma anche se si è anziani o malati e si deve viaggiare per necessità. Si deve lasciare l’isola per curarsi. Potremo definirli “viaggi salvavita”

Un viaggiatore ci ha sollevato la vicenda registratasi sulla nave Caremar partita da Pozzuoli Giovedi 4 maggio. Alle Ore 16.30 e diretta ad Ischia: “ Si viaggia spesso come su carri bestiame, i viaggiatori vengono arronzati. Tanti passeggeri e turisti anche stranieri che si sono dovuti arrangiare in navi, vecchie, obsolete e sporche e soprattutto tanti anziani, con difficolta a camminare è dovuto salire dalle stile è ai saloni della nave arrampicandosi a fatica sulle scale- spiega Giacomo Romano che prova a lanciare il grido d’allarme- qualcuno ha preferito restare in garage. Intorno alle 17.30/35 siamo sbarcato al porto D’Ischia e come tutti i giorni disabili è però si con problemi a deambulare sono costretti a viaggiare e muoversi in queste navi come allo sbarco di mandrie di animali, con il rischio di ferirsi o farsi male. Non c’è attenzione né tutela per le fa se deboli e per i turisti e nessuno interviene mai”

L’appello è ad avere maggiore riguardo, rispetto per chi ogni giorno deve combattere con ostacoli che noi persone normalmente agibili (definizione, questa, discutibile) neanche riusciamo a immaginare. Dovremmo assistere chi ha bisogno di noi, ed invece ancora narriamo di tristi storie di disagio. Siamo a maggio 2023 ed in un isola con velleità di sviluppo turistico siamo ancora a raccontare di navi traghetto senza servizi per i portatori di handicap e nonostante ciò con equipaggio, comandi, personale ed imprenditori ancora distratti alla questione. Non solo la navi come quella Caremar in questione non garantisce sempre ascensori o spazi per i disabili, ma neppure si preoccupa (o forse non riesce a fronte di equipaggi super sfruttati) di prestargli la giusta assistenza, benché sia previsto l’obbligo di assicurare l’accesso ai servizi anche per le persone con problemi di mobilità. Come ripetiamo spesso, è notorio che la direttiva europea obbliga gli armatori a fornire ai clienti, prima del viaggio, tutte le informazioni sui servizi e sull’assistenza a disposizione delle persone con mobilità ridotta. Tutte le navi inoltre devono avere almeno un ascensore accessibile ai disabili. A bordo. Tutti i servizi devono essere accessibili ai disabili. L’area alloggi, le uscite di sicurezza, i corridoi e i bagni, devono essere abbastanza grandi da consentire il passaggio delle sedie a rotelle. Non devono inoltre presentare barriere, soglie, scalini o scivoli troppo ripidi. La normativa europea infatti stabilisce anche la pendenza massima delle rampe, che non devono superare l’8%. Nel golfo di Napoli, sulle rotte per l’isola verde, grazie all’inconsistenza della politica e alla sciatteria degli armatori e della Regione Campania, responsabile per competenza, ancora nel 2023 confezionavamo scarsa attenzione e cure per chi ha solo bisogno di servizi e diritti tutelati.

Exit mobile version