Via libera al Pio Monte, ecco i “paletti” della Soprintendenza
Tutte le prescrizioni che dovranno essere seguite durante i lavori di restauro della storica struttura di Casamicciola
Come avevamo anticipato giorni fa su queste colonne, la Soprintendenza archeologica di Napoli ha rilasciato l’autorizzazione all’esecuzione del progetto di restauro e risanamento del complesso del Pio Monte a Casamicciola. Firmato dal famoso architetto Massimo Pica Ciamarra, e valutato in oltre 40 milioni di euro, il progetto dovrebbe passare a investitori tedeschi che dovrebbero convertire l’area in una struttura alberghiera di lusso.
Tuttavia in attesa che arrivi il formale permesso a costruire da parte del Comune di Casamicciola, la Soprintendenza ha specificato una serie di prescrizioni che dovranno essere rispettate durante l’esecuzione delle opere, che di fatto rendono l’autorizzazione un titolo a carattere provvisorio. Durante i lavori potranno infatti venire dettate ulteriori prescrizioni e indicazioni che potrebbero rendersi necessarie (ad esempio a seguito di scoperte o rinvenimenti nel cantiere) per il buon andamento del restauro, applicando i poteri di alta sorveglianza della Soprintendenza.
MATERIALI. Innanzitutto, vigerà l’obbligo di sottoporre a quest’ultima tutte le campionature dei nuovi materiali, ripristinando tutti gli apparati decorativi nel rispetto delle dimensioni e dei materiali originari. Durante il corso dei lavori dovranno inoltre essere inviate alla Soprintendenza le tavole del progetto dell’area indicata come “ex Cappella”, mentre la piscina esterna dovrà avere un fondo verde scuro. Poi dovranno essere mantenute le attuali quote delle due corti laterali prevedendo, per la cavea, delle strutture temporanee facilmente removibili. Lo staff della Sovrintendente, dottoressa Cinquantaquattro, ha poi spiegato con dovizia di particolari che lo stato di conservazione degli intonaci dovrà essere accuratamente verificato limitando il ricorso alla rappezzatura (o loro integrazione) soltanto ai casi in cui si rendesse indispensabile la rimozione controllata degli intonaci stessi. Se tuttavia ciò dovesse rendersi necessario od opportuno si dovrà procedere, con tecniche idonee da concordarsi con i tecnici dell’Ufficio partenopeo, al consolidamento degli intonaci agli strati retrostanti o alla muratura (ad esempio, mediante micro forature o microimperniazioni). Le integrazioni degli intonaci saranno realizzate con malta di calce e pozzolana o con materiali mutuati dalla tradizione, così come con gli stessi materiali sarà realizzata, eventualmente, la “stabilitura” o “colletta”. La tinteggiatura delle parti in intonaco dovrà essere eseguita facendo ricorso esclusivamente a terre naturali disciolte in latte di calce con aggiunta di legante in proporzioni che saranno definite in cantiere. Se necessario, andranno eseguite patinature e velature delle superfici.
PROSPETTI. La Soprintendenza ha inoltre sottolineato con particolare vigore che per la pitturazione dei prospetti esterni sarà obbligatorio effettuare indagini stratigrafiche per l’individuazione della tinta originaria e sottoporre ai funzionari dell’Ufficio le campionature prescelte. Viene inoltre espressamente precisato che la pavimentazione dovrà essere concordata con la Soprintendenza previa campionatura “ai fini della tipologia simile alla originaria presenza, e del formato”.
Sui prospetti, sarà inoltre necessario provvedere all’eliminazione dei vari cavi non utilizzati ed antiestetici, e dovrà essere operato il riordino di quelle linee strettamente necessarie per la funzionalità dei vari impianti come quello elettrico, telefonico e televisivo, con la ricerca di percorsi verticali e orizzontali più idonei, anche facendo ricorso a mascheramenti. In ogni caso, l’eventuale necessità di apertura e chiusura di tracce nella muratura del prospetto per il passaggio di cavi o tubazioni dovrà comunque essere ridotta ai casi di indispensabilità, e debitamente concordate con il tecnico della Soprintendenza.
L’eventuale rinvenimento di decorazioni, come graffiti o affreschi, renderà necessario il loro restauro da parte di personale specializzato con tecniche di intervento che saranno concordate con i funzionari preposti all’alta sorveglianza. Stesso discorso per la presenza di elementi decorativi particolari. In questi casi dovrà essere data tempestiva comunicazione scritta, entro e non oltre dieci giorni, dall’intervento di restauro, per disporre l’esecuzione degli indispensabili sopralluoghi. Vista la rilevanza degli interventi da eseguire su un edificio sottoposto a vincolo di tutela monumentale, la Soprintendenza ha naturalmente raccomandato di affidare l’esecuzione delle opere in questione a ditte specializzate nel settore del restauro monumentale.
L’ufficio di Soprintendenza ha poi ribadito che la violazione di tutte le prescrizioni appena illustrate, e di quelle che dopo i sopralluoghi dovessero essere imposte, farà decadere l’efficacia di ogni eventuale richiesta di benefici avanzati dalla proprietà, non solo fiscali; soprattutto, ogni circostanza o ritrovamento che durante i lavori venisse a modificare i presupposti dell’autorizzazione, come la scoperta di pitture murali, decorazioni, elementi architettonici o strutturali diversi da quelli su cui si basa il progetto, dovrà essere subito comunicata alla Soprintendenza per gli eventuali adeguamenti del progetto stesso.