POLITICA

«Vi racconto come si vive l’attesa delle urne»

Giacomo Pascale racconta le sensazioni, i riti e i momenti salienti della vigilia elettorale del 2015, quando divenne sindaco di Lacco Ameno

Oggi a Casamicciola i cittadini sono chiamati alle urne per rinnovare il consiglio comunale. Tranne Caterina Buono, gli altri tre candidati sono già stati eletti alla poltrona di primo cittadino. Nella vicina Lacco Ameno, Giacomo Pascale ci ha raccontato come visse le ore del fine settimana che quattro anni fa decretò la sua elezione a sindaco.

Sindaco, cosa ricorda della vigilia delle elezioni del 2015?

«Il sabato prima delle elezioni 2015 scaricai la tensione e la stanchezza con una passeggiata sul litorale tra Lacco Ameno e Casamicciola, con la consapevolezza di aver fatto il massimo durante la campagna elettorale»

«Innanzitutto, ho sentito molta responsabilità. Superata la campagna elettorale, capisci che in caso di elezione a sindaco sarai chiamato a ricoprire onori ma anche tanti oneri. Tuttavia in quella fase non ci si pensa molto: la responsabilità la senti un minuto dopo lo spoglio. Alla vigilia quello che si ricorda sono soprattutto gli attestati di stima della gente, il contatto fisico con tanti cittadini. Nonostante si viva ormai nell’era digitale, guardare negli occhi le persone, stringerne le mani, sentirne l’affetto, è ciò che sul piano umano conta di più e che maggiormente ti resta, visto che la politica comunque la fanno gli uomini. Un’altra cosa che ricordo della vigilia è che mi sono continuamente chiesto se avevo fatto il massimo, o se potevo fare di più. Ecco, direi che è importante chiudere il mese di campagna elettorale con la consapevolezza che tutto il possibile è stato fatto. Poi la parola passa ai cittadini».

Ci fu qualche rito scaramantico quel sabato prima delle urne?

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«No, non ci furono particolari riti. Tuttavia, una cosa che ho fatto quasi sempre, anche quando ero candidato a consigliere, e che feci anche quattro anni fa, è una passeggiata a piedi, sul lungomare da Lacco a Casamicciola. Per me è un modo per scaricare la tensione: in campagna elettorale io non mi risparmio, faccio molti comizi, e mi capita regolarmente di arrivare molto stanco al termine di essa. Mi piace prepararmi i discorsi che dovrò tenere in pubblico, documentandomi sui vari argomenti: un vero e proprio studio, fatto con passione. Dunque la campagna elettorale per me comporta uno sforzo notevole. Ricordo anche quella che per me fu una novità della campagna 2015: siccome non ero mai stato candidato a sindaco, mi resi conto che spesso anche i consiglieri durante i loro giri di campagna elettorale chiedono di essere accompagnati dal candidato a primo cittadino. Quindi, oltre ai proprio impegni vanno messi in conto anche quelli in collaborazione con gli altri. Ecco perché la passeggiata sul litorale per me è un modo di scaricare la stanchezza fisica e mentale: anche se taluni pensieri ancora affollano la mente,  i giochi sono ormai fatti».

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E la domenica?

«Per la prima volta in vita mia, quattro anni fa evitai di presenziare alle attività di spoglio delle schede,  ma attesi il risultato insieme ad alcuni collaboratori e amici»

«La prima cosa che feci fu andare a votare, anche se era la prima volta che ero candidato a sindaco, e la sensazione era molto diversa rispetto agli anni precedenti. Comunque, intendiamoci: io non ho mai temuto di perdere le elezioni. La squadra con la quale mi presentai al voto era evidentemente molto competitiva. Non voglio sembrare presuntuoso, ma ero sicuro di vincere. Non mi aspettavo una percentuale così alta come quella in cui maturò la nostra vittoria, ma non avevo mai messo in discussione il fatto che avrei preso almeno un voto in più della compagine avversaria. Ciò non toglie che il giorno delle elezioni sia comunque piuttosto stressante: ansia e impegno non mancano nemmeno durante l’affluenza dei cittadini alle urne. Quello che resta alla fine, come ho detto, è il rapporto con le persone. Nonostante oggi ci si affidi ai moderni mezzi di comunicazione e ai social network, io resto favorevole al contatto diretto con la gente, assumermi le mie responsabilità, anche ammettere di aver sbagliato».

Dopo la chiusura delle urne, come visse lo spoglio?

«In passato avevo sempre presenziato alle operazioni di spoglio, invece quattro anni fa da candidato sindaco per la prima volta non rimasi al seggio. Preferii attendere insieme ai miei più stretti collaboratori e amici, prima in ufficio, poi in giro».

Ricorda il momento in cui le comunicarono di essere stato eletto a sindaco?

«Mi comunicarono la notizia mentre ero in Piazza Santa Restituta all’hotel Reginella insieme a Domenico De Siano e altri amici. Al seggio mi recai soltanto successivamente, quando anche lo spoglio era stato dichiarato concluso».

Oggi a Casamicciola  il paese è chiamato al voto.

«Non so immaginare come vivranno questa giornata i candidati: in particolare, per Giovan Battista, Arnaldo e Luigi non è certo la prima volta come lo fu per me, quindi credo che le sensazioni che oggi stanno vivendo siano molto diverse da quelle che provai io».

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