VALENTINA SENESE: «VI RACCONTO LA FORZA DEL MIO CANTO»
Chi è Valentina?«Sono una venticinquenne che ad oggi riesce a godere pienamente della vita grazie alle esperienze vissute. Avevo solo 15 anni quando la mia vita è veramente cominciata… Quel giorno mi trovai al buio su di un filo sottile con un’unica scelta: quella di lottare per riprendermi quello che mi era stato portato via in un instante…un bel sorriso naturale, ed un’intensa luce negli occhi,quella di chi aggrappata ad un’infantile inconsapevolezza, conosce bene i suoi sogni ed ha nel proprio mirino l’unico obiettivo di realizzarli! Ho cominciato a vivere in quel momento perché nel tempo, ho capito che il dolore e la sofferenza sono testimonianze vivide della vita. Ho la forza di un leone e l’animo di una farfalla tanto fragile. Questo mi rende sensibile e nello stesso tempo potente, per questo cerco di raggiungere con impeto i miei obbiettivi».Quando hai cominciato a muovere i primi passi nella musica?«Ho cominciato a divertirmi e dilettarmi nel canto già durante le prime recite scolastiche alle elementari per poi passare alle esibizioni con il coro della mia parrocchia fino ai piccoli concerti privati che tenevo nella mia cameretta. Ho iniziato a credere un po’ di più nelle mie potenzialità quando dal primo concorso canoro a cui partecipai, arrivai seconda classificata senza aver mai approfondito alcuno studio e per questo motivo, poco dopo, ho iniziato a muovere i primi passi nel mondo del lavoro attraverso il “piano bar” professionale in alcuni alberghi isolani, affiancando, per i tre anni successivi, la prima persona che ha creduto in me sin dal primo ascolto e a cui la cantante e la persona che sono adesso devo tantissimo, il Maestro Antonio Massaro».E poi?«Terminato il Liceo, decisi finalmente di fare qualcosa di più concreto per la mia passione e intrapresi gli studi di canto prima a Roma alla Saint Louis College of Music e poi privatamente qui sull’isola seguita dalla costante professionalità del Soprano nonché maestra Maria Napolano che ha rappresentato un aspetto importantissimo del mio percorso. Oltre ad essere stata un’insegnante fantastica e paziente, mi ha guidato passo dopo passo verso nuove consapevolezze tenendomi sempre in piedi quando la mia bassa autostima tendeva a tirarmi giù. Maria è ancora oggi una delle mie concrete certezze. Una maestra di vita e di musica ed è per questo che non smetterò mai di dirle grazie. Successivamente sono stata coinvolta nel progetto “Personal la Band” grazie alla fiducia dimostratomi soprattutto dai suoi maggiori esponenti: il tastierista Paolo Roja e la cantante Rossella Arcamone che viste le numerose richieste, necessitavano di un innesto in più per sostenere il numero cospicuo di serate. Attraverso questa nuova opportunità, ho avuto modo di farmi ascoltare oltre che in ambiente alberghiero, anche per le strade, le piazze ed i maggiori locali isolani ottenendo una maggiore visibilità e un riscontro positivo nei confronti delle persone che si fermavano ad applaudire e ho sicuramente caricato il mio bagaglio di esperienza crescendo musicalmente, avendo a che fare con veri e propri professionisti come il bassista e maestro Stefano Zabatta, il batterista Antonio Mendella e il chitarrista e maestro Gennaro Di Meglio dei quali ho sempre avuto molta stima e ammirazione. Però…».Però?«I “Personal” però non sono stati solo un “grande palcoscenico” e un importante “banco di scuola” perché entrandone a far parte oltre ad una grande famiglia, ho incontrato l’amore che adesso fa parte della mia vita, riempiendola di musica meravigliosa col dolce suono della sua chitarra: Gennaro».E’ Gennaro la tua ispirazione? «Gennaro ad oggi e’ la mia scoperta più grande ed è per questo che se mi chiedono chi sia l’artista da cui traggo ispirazione e ammirazione io risponderó col suo nome..perché quando l ho ascoltato per la prima volta ho provato un’emozione surreale che dentro di me ha scosso qualcosa che ad oggi la chiamerei sinergia tra musica e cuore». Progetti futuri?«Attualmente, sto raccogliendo le idee per abbracciare nuovi progetti musicali e non. Sicuramente il mio desiderio più grande è quello di creare col “chitarrista del mio cuore”, è così che chiamo il mio fidanzato Gennaro, qualcosa di unico. Un Duo acustico, che ci rappresenti del tutto col quale mostrare attraverso la musica il grande amore che ci lega nella vita e questa immensa passione comune. E chissà, forse da questo nuovo progetto acustico a cui segretamente ho già dato un nome:OneLoveDuo, non possa nascere qualcosa di inedito e di speciale. Per adesso sono solo pensieri, ma non nascondo che potrebbero diventare presto una gran bella realtà».L’incidente che ti ha coinvolta undici anni fa ti ha donato l’energia per coltivare ancor di più la tua passione?«Stavo attraversando le strisce pedonali all’uscita di scuola dopo un turno pomeridiano. Un’auto mi investì provocandomi varie fratture e la perdita di vari denti. Non ricordo quasi nulla di quella notte o meglio ricordo tutto sino al momento dell’ impatto e poi il buio e un gran senso di impotenza.. Avevo solo 14 anni e quando realizzai cosa mi fosse accaduto vidi il mondo crollarmi addosso perché ero certa che avrei dovuto affrontare un percorso molto lungo e difficile di guarigione e riabilitazione facciale, senza sapere se avrei mai recuperato tutto a pieno. Ricordo tanta paura e preoccupazione, ogni dolore, ogni lacrima… Preferisco ricordare quella fiammella che dentro me cresceva sempre più forte fino a diventare un rogo di forza e di volontà, di riprendermi quello che mi era stato portato via compreso il sogno di cantare, ovunque, ma cantare libera, da ogni difficoltà che avrei dovuto affrontare per tornare quella di prima! Ancora adesso ripensando a quei momenti sento il cuore tremare e ringrazio ogni singolo “Angelo” che ha contribuito fisicamente e moralmente al mio completo recupero, dai chirurghi ai dentisti, alla mia schiera di amici speciali, allora compagni di classe al liceo, che, nonostante la mia iniziale difficoltà nell’accettare ciò che la mia immagine riflettava allo specchio, non mi hanno mai fatto sentire diversa. La mia famiglia, soprattutto al mio dolce papà presente e accanto me in tutto e per tutto, la mia mamma e mia sorella, che non hanno mai smesso di sostenermi, nonostante avessero la sofferenza nel cuore, sento di rivolgere il mio grazie più grande, quello più profondo. Senza di loro non ce l’avrei fatta, senza di loro avrei lasciato che lo sconforto prevalesse e invece ho realizzato il mio sogno, fare della mia grande passione il mio lavoro perché è proprio vero che, citando Confucio, se “Fai quello che ami non lavorerai un solo giorno della tua vita”. E di quello che ho costruito fin’ora nella mia vita sono orgogliosa con la consapevolezza che si può fare sempre meglio ed uno sguardo al passato e a quei momenti difficili senza i quali però non sarei la persona che sono adesso!».
Non ci resta che augurare un grande in bocca al lupo a Valentina con la speranza che giovani talentuosi prendano questo esempio per crescere professionalmente con tutta la forza e l’amore possibile.
Valetina Felici