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Un’isola che va… a rotoli

Ho tentato in più settimane di estraniarmi dall’esaminare vicende ischitane interessandomi d’altro, anche per non intristire amici speranzosi di un futuro migliore. Il direttore mi stimola, però, a ritornar in perimetro ritenendo che, la stampa locale, si deve interessare più dell’Urbi che dell’Orbi. Pur non essendo d’accordo,
mi adeguo e, nello scegliere l’argomento della settimana, per incanto, mi ritorna in mente un episodio dei primi anni ’90. Per motivi di lavoro, andavo a Roma al Ministero dei beni culturali, per tentare di superare un
empasse di una pratica edilizia creata dagli uffici di Napoli, relativa ad una ristrutturazione prevista dal piano di recupero di Lacco Ameno. Sul treno leggevo gli interventi nell’atto deliberativo dei consiglieri dell’epoca. Leggevo e ridevo perchè, incosciamente, impersonificavo mentalmente, i protagonisti, assumendone sia la postura che il tono. Poichè il mio ridere attirò la curiosità dei miei accompagnatori,  passai dalla lettura silente a quella parlata che dopo poco determinò un riso compiacente di tutti i presenti. Tra essi anche un distinto
signore dall’aria distaccata, apparentemente preso nella lettura di un libro, che, in un momento di pausa, con chiaro accento piemontese, chiese: -testuale-, “mi scusi, si tratta di qualche componimento del grande Eduardo che io non conosco?. Sa io sono appassionato del teatro partenopeo”. Una risata generale coinvolse tutti. Mio malgrado, confessai che si trattava di una delibera del consiglio comunale di Lacco Ameno. E, veniamo all’oggi ove la supponenza accompagna, sempre di più, l’ignoranza nella quale la malafede ha gioco facile ad intrufolarsi. L’argomento è “gestione del sistema rifiuti” nelle varie comunità isolane. Con la legge nota col nome del proponente “Bassanini”, fu fatto obbligo ai comuni di dotarsi di regolamenti per la organizzazione e gestione dei servizi locali. Tra essi i rifiuti. Con il regolamento l’ente fissa i criteri e le regole per: la organizzazione del servizio, la individuazione delle caratteristiche del potenziale soggetto gestore, la applicazione delle tariffe e la riscossione delle stesse. E’ un atto di indirizzo che lo approva il consiglio comunale. Di poi con altro atto si passa, alla occorrenza, alla fase esecutiva. Mi piacerebbe sapere che i lettori curiosi di sapere, come mai pagano tanto caro lo smaltimento dei rifiuti sull’isola, vadano a chiedere la copia delle delibere con le quali si sono approvati i regolamenti e quelle di affidamento del servizio e della rispondenza dei conti alle previsioni. Di tutto si discute, nell’affrontare i detti argomenti, tranne che dell’argomento. Di regola la vicenda funziona così: il funzionario del settore informa l’assessore al ramo che è
necessario approvare il regolamento (per il servizio rifiuti). L’assessore gli dice “va bene, prepara gli atti che si portano in consiglio comunale”. Il funzionario apre un sito internet e scarica un “regolamento tipo” che l’assessore non legge mai e, forse, non lo legge nemmeno il funzionario. Tanto risulta dalla lettura dei deliberati. Forse non hanno tempo, in quanto come possiamo leggere dalle intercettazioni telefoniche degli ultimi giorni, stanno già pensando a chi poter affidare l’appalto e ai possibili risvolti. L’argomento giunge in consiglio comunale ove, il sindaco, con il segretario di fianco, apre la seduta ponendo in discussione l’argomento. Da questo punto in poi faccio un semplice copia ed incolla, senza aggiungere nulla. Priverei
il lettore sia del senso della comicità degli interventi che della tragicità del tempo che vivono le nostre comunità. “ Il sindaco, visto l’argomento all’ordine del giorno avente ad oggetto-regolamento per l’applicazione sperimentale della tariffa per la gestione del rifiuti ex art. 49 del d.lgs 22/97, chiede all’assessore…. di illustrare la proposta-“ L’assessore si alza, si aggiusta la cravatta, si guarda intorno al fine
di ottenere il silenzio e, ricopio di nuovo: “Il consiglio è chiamato ad approvare il regolamento per …. per cui lascio la parola, per le spiegazioni di natura tecnica, al responsabile del settore finanziario …… che è presente alla seduta”. Il funzionario non ha nemmeno il tempo di muoversi dalla sedia che si scatenano gli interventi. E quì mi sovviene nuovamente la sindrome del treno per cui, conoscendo i protagonisti, ne coniugo sia la postura che il tono, nel leggere quanto di seguito che letteralmente ricopio: “ Il cons. …..,pone l’accento, tra l’altro  sui costi della società ….. (ndr che non è in discussione). Con la proposta in oggetto si impone una
tariffa e si sceglie un soggetto gestore in maniera retroattiva. Ci sono cittadini che già vogliono impugnare
l’atto. Una amministrazione di sinistra dovrebbe dare un segnale rinunziando alle indennità, ai telefonini e alle consulenze…”. Di poi il sindaco, senza replicare alcunchè: “La parola passa al consigliere avvocato …….. che esordisce, “ Condivido le valutazioni del consigliere che mi ha preceduto. Ritengo che la proposta in oggetto sia una vera e propria delibera di Giunta Comunale. Quindi la delibera è già stata approvata dalla giunta, nulla
rilevando l’oggetto dove c’è scritto proposta al consiglio comunale. Inoltre si approva una delibera di carattere retroattivo e quindi la si applica anche per il pregresso”. Dalla conversazione non risulta nessun intervento
tecnico da parte del responsabile del settore il quale, però, al momento della votazione (è così annotato)
esprime parere favorevole e firma la delibera. Mi chiedo: favorevole su che cosa? Sul regolamento tipo scaricato da internet senza che nessuno abbia discusso delle problematiche locali?. Questo è ripreso dagli atti di un comune. Forse il più grande dell’isola. Nei comuni più piccolini  la cosa assume contorni ancor più
grotteschi. Il sindaco di Serrara Fontana un tempo decise di appaltare ad un servizio di stenotipia le sedute del consiglio comunale.Durò poco in quanto furono gli stessi consiglieri a chiederne la disapplicazione in quanto rileggendosi si vergognavano di ciò che avevano detto. Di fatto i consigli comunali hanno approvato
regolamenti proposti dai funzionari senza che nessuno li avesse letti. Tanto è vero che poi si scopre che se da un lato hanno deliberato di affidare all’ente gestore del servizio oltre alla raccolta anche l’applicazione e la riscossione delle tariffe, dall’altro consentono ai settori finanziari municipali (gli stessi che hanno confezionato la proposta e l’hanno fatta approvare) di prevedere le tariffe e di richiederle ai contribuenti, determinando con ciò una ciclica abbastanza preoccupante: le piccole cartelle vengono pagate mentre quelle più onerose trovano facile scappatoia presso le commissioni tributarie ove eccepita la carenza di legittimazione del comune, vengono annullate. Il risultato finale è: tributi sempre più cari e paesi sempre più sporchi. Di chi è la colpa?. Del politico poco attento o dei funzionari particolarmente capaci?. Non vado oltre, non tanto per esigenza di spazio ma in quanto mi sovviene Pasquino, dal film “nell’anno del signore” con la splendida
interpretazione di Sordi, che rivolgendosi al popolo tumultuoso, per le tasse, per rabbonirlo, gli contestava “ e chi sei o popolo. Sei forse papa, cardinale o barone? Ma se non sei manco barone chi sei? Sei tutti l’altri! E tutti l’altri chi so’? Rispondi! Rispondi a me, invece di assalta’ i castelli! So’ li avanzi de li papi, de li cardinali,
de li baroni, e l’avanzi cheso’? So’ monnezza! Popolo, sei ‘na monnezza”!!!

acuntovi@libero.

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