Una idea per il dopo Coronavirus: Ischia può avere il suo Avamporto Pensare al rilancio dell’isola con nuove opere pubbliche

Negli anni ’60 il progetto di Vincenzo Telese nacque e naufrago’ per la forte opposizione di Antonio Castagna, sindaco di Ccasamicciola

Stiamo per entrare nella fase due per salvarci dal Coronavirs. la curva appare in discesa con meno morti, meno contaggiati e più guariti. Allora è il caso che le amministrazioni comunali isolane.,mentre sono impegnati a far rispettare le regole per l’emergenza epidemica, vale la pena di mettersi a pensare anche al dopo per non farci trovare impreparati per la ripresa. Più di tutte deve agire l’amimistrazione comunale del Capoluogo dell’isola diretta dal Sindaco Enzo Ferrandino. Si tratta di riaprire il discorso sull’ avamporto del Porto d’Ischia ,

Per il qual qualcue aveva affermato molto frettolosamente che la realizzazione di un’pèera marittima cos’ auface, sarebbe stato quasi impossibile farla venire alla luce.Non siamo d’accordo, e spieghiamo perché, fermo restate il fatto che occorrono le cosidette “palle” per riuscire nell’impresa. Pertanto, Ci agganciamo al noto titolo di un fortunato album di canzoni del cantautore romano Renato zero “Il Coraggio delle idee”, frase-slogan non proprio inedita, per meglio significare e ridare forza e slancio a quell’audace idea, manco a dirlo, che ebbe lo storico precursore del turismo ischitano degli anni ’60, Vincenzo Telese, sindaco di Ischia per oltre un ventennio e Presidente dell’Evi (Ente Autonoma per la Valorizzazione dell’Isola d’Ischia) in quel tempo allorquando, da una posizione decisamente privilegiata , ebbe l’intuito che al porto borbonico già in fase di avanzato sviluppo, potesse servire e risultare utile un avamporto di appoggio logistico.

IL PORTO DI CASAMICCIOLA E GLI APPRODI TURISTICI PER LA NAUTICA DA DIPORTO DI LUSSO

Telese, che presiedeva un autorevole ente pubblico istituzionale di sviluppo turistico dell’isola al di sopra dei singoli Comuni, sapeva guardare lontano e si affidava appunto al coraggio delle sue idee per vederle realizzate nel proprio paese che amava al di sopra di ogni cosa. Fra le tante iniziative, fra opere pubbliche e di carattere sociale,puntò il dito su qualcosa di rivoluzionario per quei tempi: creare un altro porto davanti al già esistente porto di Ischia, che i tecnici a cui fu affidato il compito di redigere un primo progetto di massima, chiamarono avamporto.

IL SINDACO DI ISCHIA ENZO FERRANDINO

Correva l’anno fra il 1963 ed il’64, quando Telese riunì a Roma nell’suo ufficio dell’Enit i sei sindaci dell’isola che a quel tempo erano Umberto Di Meglio per Ischia, Antonio Castagna per Casamicciola, Vincenzo Mennella per Lacco Ameno, Giovanni Mazzella per Forio, Pietro Carlo Mattera per Serrara Fontana e Giovanni Di Meglio per Barano. A quello storico incontro romano Telese che si fregiava di due titoli di Commendatore e Grand Ufficiale,consegnò a ciascuno dei presenti un documento con la seguente intestazione: Il Coraggio delle idee – un moderno avamporto per Ischia, e giù di lì fino alla fine del foglio, la descrizione del progetto che avrebbe stravolto e migliorato il lato sinistro della vecchia Pagoda e la zona delle fornaci vicine fino a creare un novo e funzionale assetto della location con relativo sbocco stradale di congiungimento con la statale 270 che porta ai centri degli altri comuni isolani.

L’ANTICO SCOGLIO IN MEZZO AL PORTO

Ai sindaci l’idea di creare un nuovo banchinaggio protetto da un lungo molo frangiflutti al fine di incrementare e distinguere gli approdi in previsione anche di nuove navi, aliscafi e natanti da diporto in arrivo, parve straordinaria, di possibile fattibilità ed innovativa per il tipo di turismo che si andava impostando. Perfino lo stesso Umbero Di Meglio che non andava d’accordo e d’amore con Telese diede il suo parere favorevole. In sostanza l’ordinamento del traffico marittimo in via di espansione su Ischia, andava seguito ed incoraggiato anche in questo senso. Ma Antonio Castagna sindaco di Casamicciola,unico fra i suoi colleghi, si dimostrò subito contrario al progetto di Telese, avanzando dubbi e perplessità che potevano apparire anche fondati se il Castagna non fosse stato “scoperto” a preservare e difendere gli interessi del suo Comune che sognava il proprio porto turistico e commerciale dell’immediato futuro, in segreta concorrenza con quello più accreditato di Ischia capoluogo.

LO SPAZIO DI MARE A SINISTRA DEL FARO
DOVE POTREBBE SORGERE UN
MODERNO AVAMPORTO

In realtà, sia Telese che Castagna erano lungimiranti: il primo pensava ad una Ischia capofila per un turismo nuovo ed organizzato, capace di partire e proseguire alla grande dal Porto d’Ischia e servire l’intera isola, mentre il secondo, ossia Antonio Castagna, volgeva le sue attenzione esclusivamente al nuovo porto di Casamicciola a vocazione commerciale e non solo che di lì a poco doveva nascere avendo, egli democristiano di ferro, dalla parte sua quella Cassa del Mezzogiorno che finanziava opere pubbliche soprattutto di richiedenti “amici” con il supporto del Genio Civile alle Opere Marittime. Fra i due fu battaglia politica nel loro stesso partito della Democrazia Cristiana dell’epoca per alcuni anni, fino a quando Telese non gettò la spugna dando partita vinta a Casamicciola, che ebbe il porto commerciale ed anche turistico a discapito del telesiano avamporto di Ischia ideato , già a quel tempo con buone ragioni dal pioniere del turismo isolano.

LO STORICO SINDACO DI ISCHIA
COMM. VINCENZO TELESE
CHE VOLEVA L’AVAMPORTO

Buone ragioni, per altro, che a parer nostro e non solo nostro, valgono ancora oggi più che mai, se si pensa a quello che accade nei mesi di punta della lunga stagione turistica nel nostro Porto con navi di stazza superiore alla reale tenuta e capacità dell’ex lago borbonico di Villa dei Bagni. Un avamporto dalla parte della Pagoda e delle vecchie fornaci, così come l’aveva in mente il mai abbastanza stimato Vincenzo Telese negli anni ‘60, con qualche accorgimento in più dell’ingegneria marittima moderna, risolverebbe oggi nell’attuale porto d’Ischia annosi problemi di intasamento e praticità, lasciati languire per troppo tempo, in forma stabile, per negligenza ed anche impotenza, laddove si è dato spazio a qualche sporadico intervento di opportuna correzione. Quindi un avamporto a supporto del nostro storico porto d’Ischia ? E perché no. L’impresa varrà sicuramente la spesa.

Foto Giovan Giuseppe Lubrano

Antoniolubrano1941@gmail.com

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