Una giornata in comune
di Graziano Petrucci
Per chi non lo avesse ancora capito, lo ripeto. A Ischia ognuna delle sei amministrazioni con le sue mancanze in particolar modo quelle politiche contribuisce a comporre un insieme di disservizi che si aggiungono all’arroganza dei rispettivi amministratori. Eccezion fatta per qualcuno, incontra spesso l’indifferenza di chi vi abita. Quadro della situazione e cornice coincidono, perfettamente. Questa inconsistenza e, assieme, assenza del pratico, in cui c’è chi si elogia per l’ordinario e per qualche sagra, si deduce dai fatti e appare assai comune tanto da sfiorare la normalità e la poca reattività di abitanti intontiti tra la veglia e il sonno. Quando si parla di quel che (non) fanno i governi locali, sembra di guardare il conducente tipo che non sa leggere i segnali stradale e, alla guida della propria auto, non sa cosa fare in prossimità di una rotatoria. Comune, cosa più grave, è l’assenza nel palcoscenico della politica di persone illuminate tanto per le idee quanto per determinazione, come per la possibilità di crescere ascoltando punti di vista differenti dal proprio. In grado di dimostrare che non gli manca la voglia di avviare una riforma a vari livelli. Per esempio su quello turistico e dell’accoglienza – si può con uso mirato della tassa di soggiorno- e sia attraverso l’unificazione dei servizi. Ripeto questo concetto per chi se lo fosse perso. Da un lato c’è chi auspica la fusione e la realizzazione di un solo comune – unico, per capirci- e dall’altro c’è chi ribatte con l’unione dei servizi. Finora non abbiamo avuto né l’uno né l’altra. Nel caso dei servizi unificati come trasporti, polizia locale e raccolta dei rifiuti, tanto per citare i più importanti, sarebbero gestiti in maniera uniforme. Oggi raccogliere l’umido a Ischia in un giorno X e trasportarlo in terraferma, aumenta i costi per la collettività – isolana – se a Casamicciola o a Lacco Ameno o Forio la stessa operazione è fatta in un giorno Y. Stessa cosa si può dire per il costo del parcheggio sulle strisce blu – tariffe diverse da comune a comune- oppure per il trasporto pubblico da piazza. Esistono in questo caso – voglio illudermi che questa sia diventata una consapevolezza comune – sei regolamenti con sei differenti tariffe assieme a obblighi e divieti quasi mai rispettati dai tassisti. Qualche giorno fa a una coppia di turisti da Ischia a Sant’Angelo e ritorno sono stati chiesti solo cento euro. Manco fossimo ad Abu Dhabi (dove peraltro i taxi costano meno)! Nessuno degli amministratori s’è alzato per mettere in moto una rivoluzione per questi problemi. Oltre a ciò, una riflessione. Possibile che nessuno abbia letto le previsioni sul turismo – dell’ENIT, per esempio- e i cambi verso altre destinazioni pure a causa purtroppo della complessa situazione internazionale? O che non abbia pensato a come possono cambiare l’accoglienza e la gestione sull’isola in futuro? L’arte di amministrare sembra ridotta ad avanspettacolo e quel che succede sul territorio a una commedia. Tutto è diventato una farsa. D’accordo, ci sono limitazioni, a volte mancano i soldi e le casse suonano a vuoto. Davvero, però, dal passaggio tra la prima e la seconda repubblica a oggi sono venti anni che abbiamo gli stessi problemi? Ne parliamo ogni anno e come sempre creiamo discussioni che non porteranno da nessuna parte perché dall’altro lato manca l’interlocutore. Sguscia. Vuoi per noia, per tristezza o ristrettezza mentale o di competenze resta fermo e aspetta tempi migliori senza muoversi per crearli. Nel frattempo meglio organizzare qualche sagra che ci sta sempre bene. L’indifferenza ha occupato il posto della passione per le cose specie in chi potrebbe animare il meccanismo del cambiamento. In tanti preferiscono invece separarsi dalle pecore del gregge e scappare nel proprio angolo di paradiso per lasciare campo libero ai pastori. Li capisco. Se questo però sia un comportamento giusto o sbagliato lo lascio al giudizio del singolo. Tornando al quadro e alla sua cornice, volevo citare alcuni dati dell’Ente Nazionale del Turismo. L’Italia si conferma nel contesto internazionale, per il 2015, al settimo posto per gli introiti e al quinto posto per gli arrivi. Il dato provvisorio di apertura dei flussi turistici stranieri in Italia (gennaio-febbraio 2016), mostrano un incremento del 5,1% rispetto allo stesso periodo del 2015. Il 2016, pure a causa degli attentati, verosimilmente si confermerà migliore rispetto all’anno precedente. Anche sull’isola c’è una maggiore presenza di turisti tedeschi, francesi e americani. Forse per il futuro aumenteranno gli arrivi per conseguenza pure da noi, oltre ai soliti lamenti degli imprenditori (ne avrei qualcuno nei confronti di albergatori che mi ha confidato una turista). Comunque guardate i disservizi che si celano bene nei «servizi». Osservate, per allargare la prospettiva, l’ospedale Rizzoli. L’anarchia in cui versano i reparti e al suo più che graduale smantellamento come la cancellazione del pronto soccorso di Ischia e i tagli al reparto oncologico. Mancherebbero i soldi per tenere in piedi una struttura che è indispensabile. Una proposta. Finanziamo questo bene con un fondo comune. Si tratta dell’ospedale e dei servizi limitrofi così ne potremmo garantire da noi il pieno funzionamento dirottando magari una quota parte della tassa di soggiorno. Giovedì 28 luglio a Casamicciola c’è la manifestazione per protestare contro l’abbandono da parte delle Istituzioni sempre più scollate dal territorio. Magari, visto che l’Ischia global è finito, potete chiamare pure i sindaci armati di fascia e mantello.
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