CRONACA

Un tubicino alla gola, l’ultimo mistero sulla morte di Antonella Di Massa

Si infittisce ancora il tragico mistero legato alla morte di Antonella Di Massa. Un tubicino, come un cappio alla gola. Questo  l’ultimo giallo legato alla morte di Antonella di Massa.Ieri l’autopsia sul corpo della 51enne. Diversi gli oggetti rinvenuti attorno al cadavere trovato nel fondo di Succhivo. Le chiavi dell’ auto in tasca, gli stessi abiti. Oggetti acquisti dagli inquirenti che non spiegano, ma che tengono aperta l’ipotesi di suicidio ma anche quella di omicidio. Un tubicino di gomma trovato attorno al collo della donna, ma anche di un sacchetto di plastica nero, la testa coperta, un flacone in mano. Circostanze ed elementi che uniti non bastano però da soli a chiudere il caso della 51enne trovata senza vita a Ischia.Come è morta Antonella Di Massa? Cosa ha provocato il suo decesso ? Come è arrivata in quell’aranceto di Succhivo? Ieri mattina l’autopsia, si attendono gli esiti scientifici, si fa largo comunque una convinzione: Antonella non sarebbe morta per soffocamento, nonostante quel cappio al collo improvvisato e nonostante il sacchetto di plastica nero rinvenuto attorno al cadavere della donna sparita lo scorso 17 febbraio.  In ogni caso seppur macabri e sinistri gli elementi ritrovati non spiegano qual è stata la causa del decesso. Non c’erano lividi attorno al collo, il cappio non è stato stretto al punto tale da soffocare Antonella.
È il caso del possibile ruolo avuto dal flacone trovato accanto al corpo di Antonella, mentre poca rilevanza viene invece data ai lividi sul corpo, che sono compatibili con una condizione di agitazione che attraversa gli ultimi minuti di vita di chi potrebbe aver ingerito sostanze nocive. Solo ipotesi.

Dunque? Saranno gli inquirenti a chiarire. La donna potrebbe aver ingerito sostanze nocive o velenose qualora la bottiglia trovata nelle mani della donna vuota per 3/4 contenesse sostanze pericolose. Una possibilità che confermerebbe la pista del suicidio ma che, qualora sarebbe confermato il decesso a non più di 24 ore dal ritrovamento,  no spiegherebbe cosa abbia fatto e dove sia stata per più di 10 giorni . Non spiega se abbia incontrato qualcuno o dove sia andata. Tutto è ora nei reperti nell’inchiesta condotta dal pm Giuseppe Tittaferrante, magistrato in forza al pool coordinato dal procuratore aggiunto Simona Di Monte. Al lavoro i carabinieri del comando provinciale di Napoli e di Ischia. La verità sta ora negli esiti dell’autopsia. Al di là del tubicino di gomma e del sacchetto nero, ci sono altri oggetti repertati dai militari dell’arma. Come quella legata a un omicidio o, per essere più chiari, a un delitto mascherato da suicidio. In questo senso, la presenza del cappio alla gola o del sacchetto di plastica nero andrebbe letta diversamente: potrebbe essere addirittura una macabra messa in scena. Poi c’è l’intolleranza alimentare . C’è il caso del biglietto lasciato da Antonella prima di abbandonare la propria abitazione, cosa c’era scritto davvero  ? Oltre le circostanze legate al decesso, resta da chiarire anche il retroscena di questa storia, quello legato alle immagini che raffigurano alle 12,17 di sabato 17 febbraio la sagoma di una donna camminare in strada con una busta in mano. Era lei? E qual era il suo tragitto? La Panda bianca di Antonella lasciata nel peracheggio con alcuni dei suoi effetti? Dov’era, dove è andata e dov’è stata la donna?

 

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