Un monumento all’incuria, cosi è ridotto l’Acquedotto dei Pilastri

Fu costruito nel XVII secolo per portare l’acqua da Buceto al Borgo di Celsa: a distanza di secoli sembrano dimenticati i sacrifici fatti per erigere quella struttura

In più occasioni ci è capitato di descrivere delle infrastrutture o dei luoghi in stato di abbandono, ma questa volta vogliamo portare all’attenzione di tutti qualcosa di più importante, ovvero le pessime condizioni in cui versa l’acquedotto dei Pilastri. Quest’ultimo ormai è inutilizzato da tempo e quindi non essendo più utile è finito nel dimenticatoio. La struttura al giorno d’oggi risulta davvero fragile e instabile e tutto ciò è dimostrato dagli ultimi lavori di messa in sicurezza che sono stati effettuati pochi mesi fa proprio perchè dall’acquedotto cadevano pietre e calcinacci.

I cittadini ischitani ricorderanno sicuramente i cartelli che vietavano il passaggio sui marciapiedi sotto alla struttura per il pericolo caduta massi. In seguito ai lavori effettuati sulla struttura questa problematica sembra in parte risolta, diciamo in parte perché alle volte gli agenti atmosferici fanno ancora staccare pezzi di pietra dall’acquedotto rendendo comunque pericoloso il passaggio al di sotto della struttura. Ricordiamo che l’acquedotto dei Pilastri fu costruito nel XVII secolo per portare l’acqua dalla sorgente di Buceto fino al Borgo di Celsa, coprendo così il fabbisogno idrico degli abitanti di Ischia Ponte. Il popolo per sostenere i lavori dovette sopportare una pesante tassa sui cereali, ma quando arrivò l’acqua tutti dimenticarono quanto avevano sofferto. Al giorno d’oggi è tremendo vedere questa infrastruttura in uno stato di abbandono pazzesco anche perché gli isolani soffrirono la fame per costruire questo acquedotto ed ora tutte le loro sofferenze sembrano essere state totalmente dimenticate. A tal proposito vogliamo ricordare la frase del vescovo che finanziò il completamento della struttura che al termine dei lavori di costruzione dell’acquedotto fece incidere su una lastra di marmo queste parole: “Queste acque si sono ottenute col sacrificio sul cibo: la sete, da buon maestra, ha insegnato a sopportare la fame.”

Purtroppo da allora le cose sono cambiate, con le moderne tecnologie ed infrastrutture per l’approvvigionamento idrico questi vecchi acquedotti hanno perso la loro utilità e pian piano con il passare del tempo purtroppo finiscono nel dimenticatoio. Ed è questo il caso dei Pilastri, un’infrastruttura una volta essenziale ora lasciata nell’incuria e nel totale abbandono. L’acquedotto al giorno d’oggi non ha bisogno di rappezzi continui ma di importanti e seri lavori di ristrutturazione. La struttura presenta due piloni pericolanti che sono stati messi in sicurezza alla buona e diversi punti dove le arcate sono sorrette da piccole travi in ferro e da legname. La struttura, di notevole importanza storica per l’isola d’Ischia, necessita di interventi celeri soprattutto per quanto riguarda la messa in sicurezza. Chiediamo all’amministrazione del comune di Ischia provvedimenti immediati che vadano a riqualificare l’acquedotto dei Pilastri che rappresenta una delle più grandi e complicate opere costruite nel XVII secolo in Italia. I Pilastri sono un patrimonio nelle nostre mani che dobbiamo preservare e proteggere soprattutto per ricordare i tanti sforzi e la fame e la sete patita dagli ischitani per più di cento anni.

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