CULTURA & SOCIETA'

Un bilancio sullo stato dei negozi high street del Regno Unito

Di recente, la celebre catena di discount Wilko ha annunciato la chiusura di tutti i suoi negozi sulle strade principali, mentre WHSmith (presente anche in Italia), la catena specializzata in cancelleria e libri, ha dichiarato la propria intenzione di non aprire nuovi negozi sulle vie principali del Regno Unito.

Cosa vuol dire questo per il mondo dei negozi high street britannici e perché si è arrivati a tanto? Cerchiamo di analizzarlo in questo articolo.

Condizioni dei negozi sulle vie principali nel 2024

Non molto tempo fa, i negozi e le vie principali del Regno Unito erano vivaci, piene di negozi, brulicanti di vita, con tante persone che andavano ai ristoranti e in cerca di intrattenimento.

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Sicuramente resistono tante di queste attività, ma la quantità di clienti è nettamente minore, complice soprattutto l’avanzare della tecnologia.

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Era già così prima della pandemia del COVID, ma i lockdown per il gran numero di casi ha fatto sì che molte attività commerciali non avessero altra scelta che trasferirsi online. E molte di queste sono rimaste online anche con la fine delle restrizioni.

Perché chiudono sempre più negozi?

Negli ultimi anni ha chiuso i battenti un impressionante numero di negozi, a causa di importanti cambiamenti nelle abitudini di consumo: sempre più persone preferiscono acquistare online, piuttosto che nei negozi fisici.

I cambiamenti nei consumi non sono certo una novità degli ultimi anni, ma sono sempre avvenuti nel corso dei vari secoli: dai mercati all’aperto ai piccoli negozi, fino ai grandi supermercati che tutti frequentiamo oggigiorno. Negli ultimi anni, però, molti negozi si sono spostati online.

In passato, lo shopping in presenza aveva il vantaggio della rapidità: i tempi di consegna erano molto più lunghi e poteva volerci fino a una settimana o più per ricevere quanto acquistato. Oggi, invece, con servizi come Amazon Prime è possibile ricevere un articolo anche in giornata, a poche ore dall’ordine, quindi è facile capire perché sempre meno persone vadano a fare shopping nei negozi fisici.

Vale lo stesso per i ristoranti?

In linea generale, sulle vie principali delle città inglesi si aprono sempre più ristoranti.

Secondo alcuni dati, nel biennio 2018/19, quasi la metà delle richieste di modifica di destinazione d’uso riguardavano il passaggio a caffetteria o ristorante da asporto e l’11% riguardavano l’apertura di locali in cui bere, come pub o wine bar.

Ha perfettamente senso, se si pensa che andare a mangiare fuori è un’attività sociale e ricreativa, e moltissime persone sono più inclini a passare una serata con amici o familiari a mangiare o bere, piuttosto che andare per negozi.

Tuttavia, l’ascesa di app come JustEat, Glovo o Deliveroo, con cui è possibile farsi consegnare i pasti a casa in poco tempo, ha cambiato profondamente il settore. Nel Regno Unito, molti ristoratori lamentano che queste app li abbiano danneggiati, mentre altri hanno sfruttato le potenzialità di questi mezzi passando a effettuare solo asporto.

Inoltre, nel Regno Unito (a differenza di altri Paesi, tra cui l’Italia), a causa dell’aumento del costo della vita, sempre meno gente decide di mangiare fuori o di ordinare pasti, preferendo cucinare a casa per la propria famiglia e i propri amici.

In definitiva, il panorama è leggermente migliore per i ristoranti, ma anche i ristoranti stanno avendo difficoltà.

E le strutture dedicate al tempo libero?

Per certi aspetti, luoghi come cinema e palestre sono simili a ristoranti e bar. Sono attività deputate al divertimento, dove i clienti trascorrono qualche ora a scopo ricreativo.

Questo significa che questi luoghi affrontano anche sfide simili a quelle di ristoranti e bar. Durante il momento più critico della pandemia, sono stati definiti “non essenziali”, quindi sono stati tra i primi luoghi a chiudere e tra gli ultimi a riaprire.

In quel periodo, molte persone sono passate alle alternative online. Ad esempio, dal momento che le palestre sono rimaste a lungo chiuse e l’unica alternativa era quella di allenarsi online, si è verificato un po’ ovunque un aumento impressionante della domanda di lezioni di fitness online.

Quello del gioco d’azzardo è un altro settore che si sta spostando molto online. Infatti, molti casinò nuovi nel Regno Unito hanno aperto direttamente online, per soddisfare la crescente domanda degli utenti che vogliono giocare online.

Anche il costo della vita influisce, poiché le attività “superflue” legate al divertimento sono generalmente le prime a cui si rinuncia durante i periodi di recessione, cosa che ovviamente ha un impatto diretto su questi settori.

Le possibili soluzioni

Quali sarebbero quindi le soluzioni per tutte queste chiusure?

Molti negozi del Regno Unito stanno analizzando seriamente il loro ruolo sulle vie principali in questo periodo storico.

Sempre più attività commerciali si spostano prevalentemente o completamente online; ad esempio, Topshop è ormai solo disponibile online su ASOS.

Nei piani urbanistici di tutto il Paese si cerca sempre un modo per adattare i nuovi centri delle città ai bisogni di questa epoca. Secondo alcuni, sarebbe opportuno costruire nuove case, visto che spesso mancano; altri prendono in considerazione tipi diversi di ristoranti e luoghi preposti all’intrattenimento (anche se, come già detto, anche queste attività stanno attraversando un momento non facile).

Considerazioni finali

Nel corso della storia, le attività commerciali si sono sempre dovute evolvere per adattarsi ai desideri dei consumatori, e il nostro periodo storico non fa eccezione.

Nel Regno Unito, il futuro dei negozi situati sulle vie principali delle città è incerto, soprattutto in un momento di crisi economica, ma internet offre possibilità praticamente illimitate di raggiungere i clienti.

Gestire un’attività commerciale nel 2023 può essere insidioso, ma molti si accorgono di potersi adattare e affrontare i problemi con creatività, apertura mentale e lungimiranza.

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