Tutti alle urne

I 27 paesi Ue si stanno preparando alla prossima scadenza elettorale di giugno, ed è importante se non addirittura indispensabile scongiurare lo spettro dell’astensionismo. Ovunque, anche sulla nostra isola dove dobbiamo avere la capacità di andare alle urne in massa. Partecipare alle elezioni europee è importante per diversi motivi. Votare è un diritto democratico fondamentale, è il modo in cui i cittadini possono influenzare le decisioni politiche che li riguardano e assicurarsi che i propri interessi siano rappresentati nel Parlamento Europeo. Le decisioni del Parlamento Europeo influenzano molti aspetti della vita quotidiana, come l’ambiente, i diritti dei consumatori, la sicurezza alimentare, la privacy digitale, e il commercio. Votare consente di scegliere rappresentanti che riflettano le proprie opinioni su questi temi, contribuisce a plasmare il futuro dell’UE e la sua capacità di affrontare sfide globali come il cambiamento climatico, la migrazione, e la sicurezza.

Partecipare alle elezioni è anche un modo per proteggere e promuovere i diritti umani e le libertà civili. Il Parlamento Europeo lavora per garantire che i diritti fondamentali siano rispettati in tutta l’UE. Non solo, la partecipazione attiva alle elezioni può contrastare l’ascesa di movimenti estremisti e populisti, assicurando che il Parlamento Europeo rimanga un’istituzione che promuove i valori democratici e inclusivi.

Andare a votare è importante, ma sarà fondamentale l’impegno che i parlamentari eletti metteranno per cambiare e migliorare l’Unione Europea, rendendola finalmente quella che i Padri fondatori di Ventotene avevano immaginato. L’Europa che sogniamo è Federale, meno burocratica, più politica e al servizio dei cittadini, della qualità della vita e dei diritti fondamentali. Per far fronte alle sfide globali e proteggere il valore universale della Pace, è essenziale costruire un’unica difesa e un’unica politica estera. Solo attraverso una voce unitaria e forte, l’Europa può ristabilire gli equilibri di un mondo in bilico tra Est ed Ovest, garantendo stabilità e sicurezza per tutti. Altro gap da colmare è la difficoltà o incapacità da parte delle Amministrazioni e Regioni di spendere i fondi che l’Europa destina al Sud. Dobbiamo cambiare prospettiva, chiederci cosa possiamo fare noi del Sud per risollevarci, perché l’Europa fa già molto. Dal 2021 al 2027 sono stati assegnati al Sud 103 mid per quelle che vengono definite ‘Politiche di coesione, cioè le politiche che servono a colmare il gap infrastrutturale con il Nord Italia. A questi poi vanno aggiunti i fondi del Pnrr. Purtroppo, per mancanza di progetti e delle giuste competenze non siamo stati in grado di spenderli o spenderli per le cose giuste. Il tema è questo. Negli anni abbiamo dimostrato di non esserne capaci. Siamo penultimi in Europa per capacità di spesa, solo la Croazia fa peggio di noi. A livello nazionale, spendiamo il 38% delle risorse che ci vengono assegnate. Significa che su 100 mld, 62 li restituiamo all’Europa perché non sappiamo come utilizzarli. Quei soldi poi finiscono alla Polonia, alla Romania, all’Ungheria, Paesi che spendono in infrastrutture, digitalizzazione. Paesi che non solo spendono tutte le risorse che gli vengono assegnate, ma che sono capaci di spendere anche quelle che non riusciamo a spendere noi. La speranza è che i parlamentari che saranno eletti lavorino affinché l’Unione Europea possa davvero essere un faro di democrazia, diritti e prosperità . 

Buon voto a tutti e ovviamente… tutti alle urne.