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Turista non paga il conto, parla l’albergatore minacciato

di Francesco CastaldiISCHIA – La vicenda che vi stiamo per raccontare risale a quattro anni fa, ma come molto spesso accade in queste circostanze, la parte offesa conduce dinanzi al giudice l’offensore. È questo il caso di un albergatore ischitano, che per aver chiesto ad una cliente di saldare il proprio conto non soltanto non è stato pagato, ma avrebbe addirittura ricevuto delle gratuite minacce da parte della turista, che risiede in quel di Napoli e che è difesa dall’avvocato Francesco Pero. Nel corso di una delle ultime udienze (la prossima sarà il 27 gennaio), dinanzi al giudice Alberto Capuano sono stati esaminati un dipendente della struttura ricettiva che ha ospitato l’imputata e anche il titolare della stessa.Rispondendo alle domande del pubblico ministero, l’albergatore ha confermato che «alla fine del soggiorno la signora […] non si presentava alla reception per il pagamento del conto e stava andando via, stava lasciando l’albergo senza pagare il conto. La raggiunsi nel viale e le dissi: “Scusi, c’è un conto da pagare”. La signora passò alle minacce e se ne andò, senza pagare il conto». Il titolare della struttura ricettiva, in merito alle minacce che gli sarebbero state rivolte dalla donna, ha asserito che «la signora disse che faceva intervenire dei parenti, e che se non la lasciavo andare via o comunque non andava via dall’albergo, avrebbe fatto un gesto inconsulto».Durante il controesame dell’avvocato Pero, è emerso un dettaglio: una dipendente dell’albergo si sarebbe introdotta nella stanza della signora in sua assenza e le avrebbe sottratto del denaro. La circostanza, immediatamente denunciata dalla turista, è presente anche nella denuncia del titolare, che tuttavia in sede di giudizio ha dichiarato di non averne memoria. «In data 18 agosto la signora […], unitamente ai due figli minori, pranzava regolarmente, mentre contemporaneamente personale addetto alle camere effettuata il riassetto della camera, quando improvvisamente la predetta cominciava ad urlare sia nella sala ristorante che nella hall di aver visto una donna nella propria camera che apriva l’armadio e che da una verifica fatta dalla signora risultava che mancassero dei soldi».

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