Un sito che racconti l’isola, in maniera esaustiva. E poi un logo che nel guardarlo, richiami immediatamente le suggestioni, uniche e irripetibili, che solo l’isola d’Ischia sa donare a chi la visita. Un lavoro di forme, segni, font e caratteri che renda Ischia immediatamente riconoscibile. Ma non solo, una vera e propria strategia comunicativa nuova che possa fidelizzare chi a Ischia c’è già stato, ma soprattutto che possa suscitare la curiosità di chi a Ischia ci verrebbe sicuramente, ma purtroppo non la conosce ancora. Questa l’idea di Federalberghi e degli amministratori dell’isola. Creare un lavoro grafico, un sito, forme e loghi per dare uno slancio rivoluzionario ed energico all’isola. La persona che potrebbe a breve occuparsi di ribrandizzare l’isola è il professor Riccardo Falcinelli, grafico e teorico del design, docente di Psicologia della percezione presso l’Isia di Roma e autore di numerose pubblicazioni. Ospite nello scorso week-end di Meristema, l’evento organizzato dal laboratorio MechaneLab, dell’Università di Napoli “Federico II” di Napoli e dai Giardini Ravino gli abbiamo chiesto qualche anticipazione e consiglio».
Quale consiglio darebbe a chi lavora nel turismo ischitano per rendere l’isola appetibile al mercato dell’ospitalità?
«E’ necessario agire su diversi fronti, ma ciò che credo sia uno dei primi problemi da risolvere è di natura infrastrutturale. Se io arrivo a Milano e prendo un taxi so già che il prezzo è certo. Credo sia necessario dare certezze del genere. Molte persone non decidono di venire a Ischia perché hanno timore delle ombre che aleggiano sulle spese per raggiungerla. E’ necessario mettersi dalla parte del turista, immedesimarsi. La proposta è gigantesca, se si vuole essere competitivi e dare messaggi chiari. Usufruire dei servizi deve essere semplice».
Quale percorso imboccare per dare maggiore credibilità all’isola?
«E’ molto importante cambiare l’immagine mediatica dell’isola. Oggi esistono strumenti che raccontano della reputazione dell’isola in tempo reale, come ad esempio Trip Advisor, capace di dare un’immagine severa o lusinghiera tramite pochi click. Se non cambia l’immagine mediatica la pubblicità non può nulla. La pubblicità può solo amplificare una buona immagine mediatica ed è un lavoro che non si improvvisa, si fa sui tempi lunghi».
Ricapitolando, di cosa ha bisogno quindi l’isola?
«Semplicità e chiarezza, innanzitutto sui modi in cui è possibile raggiungere l’isola. Proporrei un pacchetto unico taxi e aliscafo, a prezzo fisso. Semplificare. Purtroppo della Campania e di Napoli è diffusa un’idea di luoghi dove ci si muove un po’ all’avventura e questo è dannoso per chi invece cerca sicurezza, comodità e zero imprevisti. Siate semplici e chiari».
Dovremmo affidarci a degli esperti per risollevare l’immagine di Ischia?
«Si, esperti non isolani. Chi vive in un certo contesto non riesce a percepire tutte le sfumature delle criticità che insistono sul territorio. Voi avete la necessità di comunicare a dei turisti che sono per definizione delle persone esterne. E’ necessario immedesimarsi e capire cosa desiderano».
Che tempi ci vogliono per ottenere dei risultati?
«L’isola non può pretendere di cambiare in 24 ore, ci vogliono tempi lunghi. Certo la comunicazione serve, ma innanzitutto serve credere che questa comunicazione sia utile. Se viene commissionato un logo e poi questo logo non viene usato, in maniera convinta e quanto più possibile coesa, non serve a nulla. Serve progettazione su tempi lunghi e persone che credano nel progetto. Sa, il vero segreto di fare per fare i soldi è non pensare ai soldi. Ischia non deve pensare a fare cassa, ma a generare idee, progetti. Questi poi generano introiti. Tutto ciò che ha a che fare con la cultura si muove su tempi lunghissimi Il Moma, il museum of modern art di New York, è stato aperto 100 anni fa e se oggi ha la reputazione che lo precede è perchè ha avuto un secolo di pazienza. Non si diventa Einaudi o Adelphi in un attimo, quel prestigio si costruisce in tantissimo tempo. Non si deve pensare al semestre ma guardare lontano, a progetti a lungo termine».
E per Ischia quale potrebbe essere un progetto a lungo termine da rincorrere?
«Dobbiamo fare in modo che le persone parlino bene di questo posto. Ogni volta che ho parlato di Ischia tutti mi hanno sempre sottolineato le sue bellezze, ma al tempo stesso che è faticosisima da raggiungere. Ecco, partirei da questo. Gran parte della pubblicità è passaparola, anche i Social Network sono una forma di passaparola. Le persone non sono spaventate dall’idea di pagare 10 euro in più, ma dalla paura di non essere seguite, di andare incontro a degli intoppi, di essere fregate. Pensate allora a un biglietto fisso, a un taxi pagato dall’albergatore e comunicatelo. “chi viene a Ischia ha il taxi gratis”. Questo è un esempio di proposta di pubblicità semplice, ma al tempo stesso gigante, che invoglia le persone. Quando la Disney ha aperto il suo parco di divertimenti a Parigi ha preteso dalle ferrovie francesi un treno dedicato che partisse dalla stazione centrale. Questo provvedimento ha contribuito al successo di EuroDisney. Il turista vuole vita facile. E’necessario raggiungere questo obiettivo e poi comunicarlo. Il brand è la conseguenza di certezze su cui già puoi contare, se queste mancano hai solo fatto un loghetto».
Di recente è stata effettuata una proposta di glocal rebranding, suggerendo la modifica del nome dell’isola per renderla più appetibile al mercato internazionale, cosa ne pensa?
«Francamente non mi sembra una buona idea. Modificare il nome storico dell’isola non ha senso».