TURISMO – Aumento tributi per l’extra alberghiero, l’ABBAC non ci sta
Turismo, è corsa all’aumento di tributi ed imposta di soggiorno nelle località turistiche. L’Abbac fa appello ai Comuni e chiede un tavolo di dialogo con Anci e Regione. “No a salassi senza servizi e azioni condivise, strutture ricettive extralbeghiere già vessate da imposte proprietà, alte tariffe tributi locali e obblighi spesso sproporzionati per numerosi adempimenti – così dichiara il presidente Abbac Agostino Ingenito- Siamo preoccupati perché si assiste, in queste ultime settimane, ad una corsa agli aumenti per meri equilibri di bilancio degli enti locali che non tengano conto però di una sostenibilità necessaria rispetto ad un segmento economico come quello turistico che è in continua evoluzione. Occorrono azioni modulari che tengano conto di stagionalità, carichi di tributi collegati ad effettivi dati su flussi turistici e costi complessivi. “Il settore ricettivo extralberghiero non è una mucca da mungere alla bisogna – continua Ingenito – a fronte di una letargia inspiegabile della Regione che non risolve problematiche più volte esposte con documenti e richieste di adeguamenti normativi e regolamenti, si aggiungano le pretese dei Comuni ed enti di aumentare tariffe. Dalla tares che in alcuni casi raddoppia della quota variabile per i componenti familiari senza tenere conto dei limiti di giorni di accoglienza ospiti per i b&b e case vacanze integrative del reddito, alle alte tariffe tares per gli affittacamere, imprese vessate da mesi anche dall’Agenzia del Territorio che impone inspiegabili e costosi aggravi per classificazioni catastali oltre a canoni aggiuntivi delle utility. “È necessario che i Comuni compiano uno sforzo che tenga conto di una sinergia e scelte non unilaterali – dichiara Agostino Ingenito – Non possiamo ritrovarci con convitati di pietra pronti solo a pretendere aumenti senza tenere conto di servizi spesso scarsi e inefficienti, immaginando che il turismo arrivi senza pretendere ed ottenere sicurezza, infrastrutture, accoglienza. I nostri operatori, in molti casi lasciati soli ad affrontare emergenze o addirittura condannati per peculato per un ritardo nel versamento dell’imposta di soggiorno sono spesso costretti a scontrarsi anche con uffici comunali non competenti e non in linea con le nuove evoluzioni di un settore in piena espansione. Auspico che i dirigenti ed amministratori locali colgono la necessità di approfondire le tematiche esposte e condividano un percorso leale per la salvaguardia del turismo e lo sviluppo sostenibile dei territori con precisi impegni e responsabilità”.