CRONACAPRIMO PIANO

Tsunami Giosi: «un piano da buttare»

Arriva l’ufficialità del Piano di Ricostruzione Ischia 2024 (già illustrato in anteprima da Il Golfo) con una nota della Regione Campania. Ma il sindaco di Casamicciola spara a zero, annuncia ricorsi in sede giudiziaria e boccia lo strumento: «Cartografie errate, strafalcioni, è totalmente illegittimo: la Regione era in ritardo e ne è uscito un obbrobrio»

Una notizia che noi de Il Golfo abbiamo largamente anticipato (grazie a più servizi esclusivi di Ida Trofa, che ne hanno svelato finalità e dettagli) ma che adesso ha anche il conforto dell’ufficialità. In una nota diffusa da Palazzo Santa Lucia, infatti, si legge che “La Giunta regionale, nella seduta del 31 luglio, ha adottato il Piano di Ricostruzione dell’Isola d’ Ischia. Il Piano coinvolge parte dei territori comunali di Casamicciola Terme, Forio e Lacco Ameno e disciplina gli interventi per la riparazione, il rafforzamento sismico e la ricostruzione degli edifici e degli aggregati danneggiati dal sisma del 21 agosto 2017 e dagli eventi franosi del 2022, con valenza di riqualificazione territoriale e urbanistica dell’edificato dell’Isola. Prevede una serie di indicazioni che coordinano le azioni di contrasto del dissesto idrogeologico e gli interventi di ricostruzione post-sisma e la delocalizzazione ove la ricostruzione sostitutiva in sito non sia consentita dal rispetto delle disposizioni di tutela antisismica. Il Piano di Ricostruzione non prevede l’urbanizzazione di aree rurali: la sua attuazione è realizzata senza consumo di suolo, attraverso il riuso, la rifunzionalizzazione e la valorizzazione di strutture già esistenti. Anche per quanto attiene alle aree di ricollocazione degli abitanti sfollati dall’ambito maggiormente critico, infatti, si prevede il riuso di immobili preesistenti, evitando di costruire nuovi volumi residenziali e neanche di tipo pubblico”.

La nota della Regione prosegue spiegando che “Una volta approvato il Piano di Ricostruzione ha valore di Piano Paesaggistico, e la Regione ha condotto in sinergia con il Ministero della Cultura una azione che ha portato ad un aggiornamento delle previsioni del precedente Piano Paesistico, e contribuirà in maniera più efficace alla ricostruzione dell’Isola. Si apre ora la fase delle osservazioni aperta alle amministrazioni locali, alla popolazione isolana, e ai vari stakeholders coinvolti, che potranno proporre modifiche o integrazioni entro 60 giorni successivi alla sua pubblicazione sul BURC, che si auspica porteranno ad un miglioramento del Piano”. Poi si chiude con una dichiarazione dell’assessore Bruno Discepolo: “La Regione Campania ha tenuto fede al proprio impegno di predisporre il Piano di Ricostruzione, che una volta approvato stabilirà con certezza le modalità per la ricostruzione degli edifici danneggiati, costituendo allo stesso tempo un’occasione irripetibile per avviare sull’Isola d’Ischia un processo di riordino urbanistico, di riqualificazione ambientale e paesaggistica, in definitiva per affermare una idea di sviluppo sostenibile e di difesa dai rischi. Il Piano è anche il frutto di una importante sinergia con le altre Amministrazioni coinvolte nella sua definizione che hanno dato un rilevante contributo”.

Insomma, vista così sembra la classica favola a lieto fine. A rompere l’incantesimo, però, ci ha pensato il sindaco di Casamicciola Giosi Ferrandino che sulla vicenda è entrato a gamba tesa e mettendo al bando la diplomazia: «Siamo davanti a un piano totalmente errato, pieno di strafalcioni, fatto su cartografie non aggiornate e redatto senza un confronto con l’amministrazione comunale nonostante ci si trovi davanti anche ad uno strumento di pianificazione su cui c’è dubbia legittimità dal momento che la pianificazione territoriale parte dall’ente locale. A mio avviso questo piano non tiene nemmeno conto del PAI recentemente adottato dall’autorità di Bacino. Insomma, per farla breve questo piano è totalmente illegittimo e ci opporremo alla sua approvazione in ogni sede, tanto giudiziaria quanto presso tutti gli organi competenti». Il primo cittadino è un fiume in piena ed aggiunge: «Uno dei paradossi è che si prevede la ricostruzione laddove non è possibile e non la si prevede invece dove sarebbe realizzabile. Ancora, è prevista la demolizione di alcuni manufatti in determinati casi neppure interessati dal sisma e questo per finalità di pianificazione urbanistica che è un qualcosa che va oltre il piano di ricostruzione. Tra l’altro sono curioso di sapere chi stanzierà le risorse per abbattere un fabbricato non ammalorato dal sisma, che mi pare una “svista” a dir poco clamorosa». Gli chiediamo come sia stato possibile che la Regione Campania non sia riuscita a fare sintesi partendo da una serie di strumenti e documentazioni e Ferrandino risponde così: «Mi sono fatto questa idea: la Regione Campania era in enorme ritardo, il piano avrebbe dovuto essere pronto da tempo. Quando c’è stata una presa di posizione forte da parte del commissario (Legnini, ndr) che ha manifestato per iscritto la sua intenzione di volersi sostituire alla Regione per redigere questo piano, è arrivata l’accelerazione che in pochi giorni ha portato ad assemblare un documento solo per non risultare inadempienti. Ma scriveremo anche al governo chiedendo di strappare dalle competenze regionali questo piano e di affidarlo a chi conosce il territorio e non a chi ha operato seduto su una scrivania in questa fase». Insomma, l’impressione è che i “fuochi d’artificio” siano appena iniziati.

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