Truffa alle assicurazioni, un Foriano tra i ‘procacciatori’ di incidenti
Antonio De Muro è finito ai domiciliari. Secondo l’accusa avrebbe procurato clienti per i finti sinistri
C’è anche un uomo di Forio tra le persone raggiunte da misure cautelari accusate di associazione per delinquere finalizzata alla frode assicurativa. Si tratta del 35enne Antonio De Muro che, secondo l’accusa, sarebbe uno dei procacciatori dell’associazione. Nel calderone sono finite altre 94 persone, denunciate in stato di libertà per frodo. Le manette sono scattate per l’avvocato Francesco Lanzieri, 43 anni, residente a Napoli in via Chiaia, ma di fatto domiciliato a Sorrento, Pasquale Capano, 49 anni, di Napoli, perito assicurativo, entrambi ritenuti i promotori e organizzatori della truffa, e Antonio Sanità, 41 anni, di Napoli, già noto alle forze dell’ordine, titolare di un’autofficina, dove le auto venivano modificate per adattarle alle dinamiche dei finti incidenti. Sono inoltre stati arrestati i cosiddetti procacciatori Rosario Dente, 49 anni, Luigi Esempio 42 anni, già noto alle forze dell’ordine. Marco Lamagna 32 anni, già noto alle forze dell’ordine. Achille Masullo, 50 anni, suo cugino Bruno Masullo, 66 anni e Salvatore Sacco 50 anni, tutti residenti a Napoli. Le accuse mosse a loro carico fanno riferimento al reato di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di frodi assicurative. L’attività investigativa ha condotto alla contestazione di circa 30 episodi di presunta frode, da cui è scaturita la conseguente denuncia di ben 90 persone. Si tratta di un bilancio consistente con numeri da capogiro, che ha visto impegnati i militari dell’Arma per circa 11 mesi.
L’attività investigativa è stata, infatti, realizzata nell’arco di tempo compreso tra i mesi di ottobre 2016 e settembre 2017. Sono state effettuate intercettazioni telefoniche, oltre all’acquisizione di documentazione assicurativa relativa alle varie richieste di risarcimento. Secondo gli inquirenti, nel mirino degli indagati sarebbero finiti i rimborsi per sinistri stradali mai avvenuti. Tutto sarebbe stato realizzato tramite la collaborazione di persone disponibili a comparire come responsabili o danneggiati. Sarebbero state utilizzate anche documentazioni mediche in cui venivano certificate lesioni, che in realtà erano collega te ad altri episodi. Non meno importante è stato anche il ruolo dei carrozzieri, che avrebbero simulato dei danni sui veicoli. Infine, il quadro sarebbe stato concluso con l’utilizzo di falsi testimoni e con le pratiche degli avvocati. Questi ultimi avrebbero messo in piedi delle cause civili di competenza del giudice di Pace nelle quali venivano citate in giudizio le compagnie assicurative. Le indagini, coordinate dalla procura della repubblica presso il tribunale di Napoli Nord di Aversa, sono state realizzate dai carabinieri della stazione di Frattamaggiore guidati dal maresciallo maggiore Marcello Montinaro, coordinati dai militari della compagnia di Giugliano con il capitano Andrea Coratza.
L’indagine era iniziata nell’ottobre del 2016, quando nel corso di un normale controllo dei carabinieri di Frattamaggiore fu fermato un automobilista trovato in possesso di un certificato medico del pronto soccorso del locale ospedale, intestato a un’altra persona. Poteva sembrare una banalità, ma i militari intuirono subito che c’era qualcosa che non andava. Da lì circa un anno di indagini che hanno messo in luce un articolato meccanismo ben organizzato. Secondo una ancora sommaria ricostruzione la truffa avrebbe fruttato diverse centinaia di migliaia di euro. Insomma il solito salasso fraudolento per le compagnie assicurative e che inevitabilmente finisce per far triplicare i costi assicurativi per gli automobilisti perbene.