Si lotta su più fronti pur di “mantenere le posizioni”. L’Assoforense isolana negli ultimi due giorni è stata impegnata in due distinte riunioni, una a Napoli l’altra a Ischia, per aggiornare le iniziative dirette a mantenere la sede giudiziaria locale. Si tratta in pratica di una “campagna permanente”, per mantenere alta la pressione nei mesi che restano prima della paventata messa in opera dell’abolizione dei tribunali sulle isole minori. La riunione di martedì mattina si è svolta presso la sala del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Napoli, dove erano presenti i rappresentanti dell’avvocatura locale, distrettuale e nazionale, mentre ieri mattina un nuovo incontro si è svolto a Ischia, in ambito isolano. Come ha spiegato l’avvocato Gianpaolo Buono, presidente dell’Assoforense, sono stati costituiti vari gruppi di lavoro su tematiche specifiche anche per consentire all’intero territorio di comprendere la battaglia che si sta conducendo. «Il secondo step è quello di interloquire con la politica a vari livelli, che va messa in condizioni di capire realmente le esigenze delle comunità isolane e quale danno si provocherebbe togliendo loro un servizio fondamentale come la giustizia. Credo che in tal modo difficilmente ci volterebbe le spalle una seconda volta», ha spiegato l’avvocato Buono. Si punta dunque a una organizzazione capillare e una campagna di sensibilizzazione, che faccia guardare alla questione in maniera diversa. La cancellazione dei tribunali isolani porta con sé evidenti contraddizioni, come quello di aver investito quasi un milione di euro per la ristrutturazione del palazzo di giustizia, solo per poi decretarne la chiusura dopo pochi mesi, in un periodo in cui si continua a parlare di contenimento della spesa. Contraddizioni che vanno razionalizzate, e poi comunicate in maniera specifica per farne i cardini della battaglia, che lo Stato dovrebbe comprendere e risolvere senza negare i diritti fondamentali di comunità già penalizzate dalla mancanza di continuità territoriale e in un momento storico complicato dalla pandemia e dagli eventi bellici internazionali.
Si punta a coinvolgere il Commissario Europeo alla giustizia, il Ministro Cartabia, i presidenti delle regioni, Campania, Toscana e Sicilia, i cui arcipelaghi rischiano di perdere il tribunale, il sindaco della Città Metropolitana, tutte le rappresentanze locali, distrettuali e nazionali dell’avvocatura, con le amministrazioni comunali interessate
Nell’incontro di ieri l’avvocato Buono ha coinvolto gli avvocati di tutte le fasce d’età, per far sì che venissero espressi e rappresentati gli interessi dell’intera comunità. I vari incaricati sono già al lavoro per relazionare sui vari aspetti della questione, in vista della nuova riunione di martedì prossimo, in cui si tireranno le conclusioni del lavoro svolto.
Grazie all’attivo interessamento del presidente della Camera di Commercio di Napoli, dottor Ciro Fiola, da tempo impegnato nel perorare la causa del mantenimento della Sezione distaccata di Ischia, l’Assoforense punta a un obiettivo ambizioso: un incontro istituzionale da svolgersi proprio presso la sede partenopea della Camera di Commercio, laddove il mese scorso sempre grazie all’impegno del dottor Fiola si era svolta la riunione tra il sindaco metropolitano Manfredi coi sindaci e gli avvocati isolani. L’obiettivo è quello di organizzare un convegno, in cui coinvolgere il Commissario europeo alla giustizia, oltre al Ministro Cartabia, ma anche i presidenti delle tre regioni, Campania, Toscana e Sicilia, i cui arcipelaghi rischiano di perdere il tribunale, il sindaco della Città Metropolitana, con tutte le rappresentanze locali, distrettuali e nazionali dell’avvocatura, e le amministrazioni comunali interessate (quasi venti Comuni).
Tale iniziativa potrebbe concretizzarsi presto, entro la metà di aprile. Parallelamente non è stata messa da parte l’intenzione di organizzare la manifestazione-assemblea a Roma nei pressi di Montecitorio, per il cui svolgimento era stata ipotizzata la data del 29 marzo: tuttavia bisognerà valutare l’evoluzione dell’agenda politica nazionale prima di fissare ufficialmente la data effettiva. Di fatto sarà solo posticipata di alcune settimane, con l’auspicio che la drammatica crisi in Ucraina sia nel frattempo arrivata quantomeno a un cessate il fuoco.