Tregua finita, ripartono le ruspe

A Lacco Ameno, dopo una lunga pausa causata dal dissesto finanziario dell’Ente e dal terremoto del 21 agosto 2017, si rimette in monto la macchina delle demolizioni: la Procura della Repubblica dispone l’abbattimento di una serie di manufatti abusivi. E il comune è costretto ad appostare le prime somme nel suo bilancio

Demolizioni a Lacco Ameno, non bastano i fondi. Comune costretto a chiedere altri soldi alla cassa depositi e prestiti e ada trovare le procedure sospese a causa del dissesto finanziario e del terremoto del 2017. Una vicenda annosa quanto dolorosa per chi la patisce che oggi vede l’ente locale, ritornato in bonis, impegnato in una nuova procedura per finalizzare le disposizioni della magistratura. L’Ufficio della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli – V sezione – Ufficio Demolizioni, sta procedendo all’esecuzione dell’ordine di demolizione del manufatto sito nel Comune di Lacco Ameno, facendo seguito alla sentenza di condanna n. 147 emessa in data 02 febbraio 2000 dal Tribunale di Napoli/ Sez. distaccata di Ischia e divenuta irrevocabile il 23 febbraio dello stesso anno a carico di alcuni residenti del posto. L’accelerazione dopo una temporanea tregua.

Un anno prima della sentenza, nel luglio del 2019 era stata predisposta perizia completa di computo metrico estimativo dal CTU, nominato dalla Procura della Repubblica, nella persona del Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Napoli, relativa ai costi per l’abbattimento del manufatto abusivo che ammontano presumibilmente ad € 37.013,30 comprensivi delle competenze tecniche da liquidare al CTU. Nel 2021 la Procura sollecita l’attivazione del finanziamento presso la Cassa Depositi e Prestiti finalizzato alla demolizione delle opere oggetto della RESA n. 280/2000 a carico del proprietario dell’immobile, ventilando un’ingiustificata inerzia del Comune pur a seguito di analoghe richieste che sarebbero rimaste prive di riscontro. Come spiega invece in atti il governo di Giacomo Pascale: « In verità, con nota prot. com. n. 8507 del 19.7.2019, ritualmente trasmessa via pec all’indirizzo istituzionale della procura, il Comune di Lacco Ameno, in dissesto finanziario e in emergenza sisma a seguito del grave evento del 21.7.2017, ha tempestivamente provveduto a fornire ogni utile ragguaglio in relazione alle motivazioni della temporanea sospensione del procedimento di attivazione del finanziamento per l’esecuzione della richiesta demolizione. In particolare, con la predetta nota ha trasmesso il parere della Corte dei Conti, Sezione Regionale di Controllo per la Campania, reso nella delicata materia della contabilità pubblica, proprio in relazione al Comune di Lacco Ameno, assoggettato alla procedura di dissesto finanziario e, con il quale è stato chiarito che il procedimento relativo all’acquisizione di richieste di provvista finanziaria presso il fondo di rotazione di cui al d.l. n. 269/2003, convertito nella l. 326/2003, non può essere attivato sino al ritorno in bonis, esprimendosi in fattispecie peculiare e diversa rispetto a quella oggetto della deliberazione n. 22 del 18.12.2020».

Nello specifico, la Corte dei Conti, Sezione Regionale di Controllo per la Campania, in relazione al caso concreto di Lacco Ameno ancora non tornato in bonis ha stabilito quanto segue: «Al Comune, laddove dichiarato dissestato, è preclusa, sino al ritorno in bonis, l’attivazione del Fondo rotativo per le demolizioni giudiziali o amministrative, trattandosi di operazione comportante risorse aggiuntive e spese per le quali non è prevista alcuna copertura certa in bilancio. La predetta operazione non può qualificarsi come un ‘partita di giro’, locuzione che contraddistingue, nella contabilità finanziaria di un ente pubblico, l’entrata o l’uscita finanziaria correlata a equivalente uscita o entrata finanziaria. Nella fattispecie oggetto del parere se chi ha commesso l’illecito edilizio non ottempera al pagamento delle spese di demolizione forzata (caso frequente) è onere del Comune pagare le predette spese mentre le somme versate alla Cassa Depositi e Prestiti costituiscono una semplice anticipazione per far fronte a momentanea carenza di liquidità. L’attivazione del fondo rotativo al fine di dare copertura finanziaria alle demolizioni giudiziali equivale, pertanto, a fonte di recupero solo aleatorio, un vero e proprio indebitamento suscettibile di alimentare, in futuro, le condizioni per una nuova crisi finanziaria che il comune stesso, mediante la procedura di risanamento, è obbligato ad evitare».

Così, nel febbraio.2021, il Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Napoli ha sollecitato la richiesta di attivazione del finanziamento relativo alla demolizione delle opere. Mimmo Barbieri ha dunque subito perfezionato il contratto con la Cassa Depositi e Prestiti relativo alla concessione dell’anticipazione di € 37.013,30 a valere sul fondo per le demolizioni delle opere abusive, posizione n. 00079, a copertura delle spese come da perizia completa di computo metrico estimativo predisposta dal CTU. Successivamente, però, lo stesso ha inviato la nota prot. N.12948 del 15 ottobre 2024 con la quale trasmette richiesta integrazione del finanziamento con fondi comunali fino a concorrere alla spesa pari ad € 59.174,04, prevista nel quadro economico determinato dalla rivalutazione dei costi per la demolizione a seguito di nuovi rilievi tecnici depositati dal CTU. Ora avendo il comune approvato il bilancio comunale ha dovuto prendere atto delle richieste di questo ottobre impegnando l’ulteriore spesa complessiva di 22.160,74 sul Bilancio di Previsione 2024/2026 esercizio 2024 che si rende necessario salvo poi fissare in entrata la stessa cifra per il recupero dai responsabili dell’abuso edilizio.

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