Trasporti, mezzi sempre più lenti: «Non chiamateli aliscafi»
Lo sostiene con forza Maria Grazia Di Scala che raccoglie la protesta dei pendolari, stanchi delle percorrenze degli aliscafi che sempre più spesso non rispettano le direttive della Regione. «Scandaloso pagare 7,90 euro per raggiungere Napoli dopo un’ora e un quarto», sostiene la consigliera regionaleLo sostiene con forza Maria Grazia Di Scala che raccoglie la protesta dei pendolari, stanchi delle percorrenze degli aliscafi che sempre più spesso non rispettano le direttive della Regione. «Scandaloso pagare 7,90 euro per raggiungere Napoli dopo un’ora e un quarto», sostiene la consigliera regionale
Ischia-Napoli in trenta minuti. Non è un sogno, ma una concreta realtà, datata 1960. 60 anni fa la s.p.a Aliscafi comunicava l’orario in vigore per i collegamenti tra la più grande delle isole flegree e la terraferma. In mezz’ora, ai primordi dell’era turistica ischitana, era possibile raggiungere Napoli dalla nostra isola e viceversa. Lo stesso tempo che oggi ci vuole, con il traghetto, per unire l’isola di Ischia a quella di Procida. Quattro corse garantivano i collegamenti all’epoca, ora sono molto aumentate, ma nessuna garantisce quella velocità. Altro che progresso, anno dopo anno i tempi di collegamento si sono oggettivamente dilatati. “Volate sul mare con gli aliscafi…” recitava il volantino dove erano segnati gli orari di partenza e di arrivo. E si volava davvero rispetto ai nostri giorni in cui gli orari di percorrenza si sono raddoppiati.
A denunciare la lenta – è proprio il caso di dirlo – trasformazione degli aliscafi in delle navi dal potenziale inespresso è Maria Grazia Di Scala, consigliera regionale della Regione Campania che a più riprese ha sottolineato i vari problemi che insistono nei trasporti marittimi e terrestri. E chi meglio di un consigliere costretto a continue trasferte tra Ischia e Napoli, per raggiungere il consiglio regionale al Centro Direzionale, conosce le lentezze dei mezzi che dovrebbero giungere al porto di Napoli in 50 minuti al massimo, comprese le operazioni di manovra.
«Si ostinano, su biglietti e orari, a chiamarli aliscafi, ma tali non sono. – tuona Maria Grazia Di Scala – Sono mezzi veloci, e per noi fa una bella differenza. Allora: il maggior costo del biglietto di un aliscafo rispetto a quello di un traghetto si giustifica con i maggiori costi di manutenzione in riferimento alla ridotta portata passeggeri, a fronte di una velocità non inferiore ai 30 nodi (altrimenti non si solleva sulle ali) e tempi di percorrenza Napoli/Ischia di 40 minuti. I catamarani, tranne qualcuno di Alilauro, non superano i 24/25 nodi con portata passeggeri minima. A pieno carico non superano i 20 nodi, se poi il mare è un po’ agitato la velocità cala ulteriormente.
Quindi – sottolinea la consigliera regionale – considerato che il maggior costo del biglietto aliscafo si fonda su questi parametri, anzitutto va eliminata la dicitura “aliscafi” da orari e biglietti perché ingannevole. E comunque il costo dei biglietti dei mezzi veloci deve essere inferiore a quello degli aliscafi, a meno che il mezzo veloce non garantisca velocità di almeno 30 nodi anche a pieno carico come l’aliscafo.
Gli armatori hanno aumentato la portata passeggeri dei mezzi veloci, che ormai sono equiparabili alle navi, e spesso danno direttive per la riduzione della potenza (i consumi sono così minori e di conseguenza calano anche le manutenzioni) con ovvie ripercussioni sulla velocità. Gli enti preposti a controlli e rilascio certificazioni sembrano non accorgersi di questa “confusione” tra aliscafi e mezzi veloci, che ha rilevanti conseguenze in ordine a tempi di percorrenza da porto a porto e a costo del biglietto. Per chi parte da e per Ischia, poi, il costo dei biglietti dei mezzi veloci che fanno scalo a Procida dovrebbe essere ridotto – sostiene sempre la Di Scala – : è scandaloso ad esempio pagare, da residente, 7,90 euro per partire alle 9.45 da Casamicciola e arrivare al Beverello alle 11, e spesso dover restare in attesa che si liberi il posto di ormeggio. E vallo a spiegare a un turista, che paga biglietto decisamente salato a fronte dei tempi di percorrenza che conosciamo.