di Sara Mattera
Si prospetta un lunedì di passione per chi si troverà a viaggiare sulle vie del mare con la Caremar. In queste ore, infatti, è stato confermato lo sciopero del 7 Dicembre da parte dei sindacati Orsa Marittimi, Federmar Cisal e Ugl Mare. Uno sciopero che cade, come un fulmine a ciel sereno, proprio a cavallo del ponte dell’Immacolata e che è stato ufficializzato a seguito dei tavoli di trattative tenutisi, in queste settimane, con i vertici della azienda di trasporto marittimo. Lo scorso 2 e 3 Dicembre, infatti, i sindacati e i rappresentanti della Caremar si sono riuniti per cercare, nuovamente, un confronto che portasse ad una soluzione condivisa riguardante le nuove scelte aziendali in materia di esuberi, contratti di lavoro e turnistica dei dipendenti. Scelte, fin dall’inizio non condivise dai sindacati in quanto, preannunciavano il licenziamento, da parte dell’azienda, di 35 unità e un nuovo quadro orario che rimodulava, in modo molto discutibile, i tempi di lavoro e di riposo dei marittimi e che hanno, quindi, portato, successivamente, allo sciopero dello scorso 16 Novembre. Vista la situazione sempre meno tranquilla, la Caremar, ha, così, poi, ritenuto opportuno aprire nuovi tavoli di trattative per i primi di Dicembre. Tavoli di trattative che, in queste ore, hanno portato al raggiungimento di un primo accordo tra i sindacati e i vertici aziendali e che hanno fatto tirare un sospiro di sollievo, forse un po’ troppo frettolosamente, alle istituzioni. Difatti, l’accordo siglato con i rappresentanti della Caremar, Roberto Liguori, Paolo Ceci e Vincenzo Ponte, lo scorso 3 dicembre, vedono la firma solo di alcuni gruppi sindacali quali FILT CGIL ,FIT CISL e Ultratrasporti, mentre tutti gli altri se ne sarebbero tirati fuori, ritenendolo un accordo non abbastanza risolutivo in merito alle problematiche avanzate. L’accordo in questione, infatti, reso pubblico in queste ore, vedrebbe la riduzione a poche unità, se non addirittura l’azzeramento degli esuberi. Un azzeramento che, però, sarebbe subordinato ad alcune condizioni che prevederebbero, da una parte, l’imbarco per il personale marittimo per un periodo complessivo di 8 mesi e 20 giorni e, dall’altra, l’impiego di marittimi appartenenti alle qualifiche più “affollate”, come mozzi e garzoni di camera, in attività complementari ai servizi di navigazione, come quelle dell’instradamento di auto e passeggeri dalla banchina alla nave e viceversa. Inoltre, sarebbero stati fissati per l’ 11 e il 12 Dicembre nuovi tavoli di trattative che vedranno il monitoraggio dell’organizzazione di lavoro e della turnistica al fine di esaminarne le criticità evidenziate dai sindacati e l’inizio delle trattative per i contratti di secondo livello che dovranno essere concluse entro il 31 Dicembre. Sarebbe, quindi, stata nuovamente rimandata la questione relativa al nuovo quadro orario di lavoro che, secondo i sindacati, come già ripetuto più volte, mette a rischio non solo la salute dei dipendenti sottoposti a ritmi stressanti, ma anche l’incolumità di chi si trova a viaggiare con la Caremar. Ecco, perché, la Ugl Trasporti, la Federmar Cisal e Orsa Marittima, hanno deciso di non firmare l’accordo ritenendo, inoltre, l’azzeramento degli esuberi come una manovra di ricatto. “Lo sapevano fin dall’inizio- hanno scritto in queste ore i suddetti sindacati- che i licenziamenti erano uno specchietto per le allodole e la loro ricollocazione sarebbe stata posta come arma di ricatto a discapito della qualità della vita dei lavoratori”. Riferendosi poi agli altri gruppi sindacali che avrebbero firmato l’accordo, Federmar Cisal e UGL hanno proseguito: “Con questo che voi definite verbale, ma che noi definiamo come un accordo, i lavoratori continuano a riposare poco e male. La preoccupazione dei lavoratori della Caremar resta alta e certamente l’accordo firmato dalle altre sigle sindacali non risolve i problemi della Società. Non vengono sciolti i nodi relativi alle condizioni disastrose di lavoro a cui sono sottoposti i dipendenti con orari di lavoro mascherati dietro riposi non reali, spezzettamento della giornata lavorativa e mancati riconoscimenti di vitto e alloggio. Ci spiace, quindi, che siano state informate male alcune cariche istituzionali che osannano, ora, questo accordo come la panacea dei mali dei lavoratori”. Ad essere, inoltre, contestato dai gruppi sindacali anche la prospettiva di nuove promozioni da parte dell’azienda che, però, non rispetterebbero l’anzianità e la meritocrazia. “Hanno utilizzato il solito sistema. Promozioni senza renderle pubbliche per le verifiche dei lavoratori. Verifiche che devono parlare di anzianità e meritocrazia. Ma chi le ha fatte queste promozioni? Chi sono i privilegiati? Chi i calpestati?”. Insomma, Ugl trasporti , Federmar e Orsa Marittimi sono ancora più agguerrite di prima ed, è sempre più chiaro,ormai, che l’accordo siglato il 3 Dicembre rischia ora di creare scissione anche tra coloro che si sono battuti,fino a questo momento, per i diritti dei lavoratori. In queste ore, infatti, si è acceso il dibattito e la polemica tra i sindacati che hanno firmato l’accordo e quelli che, invece, hanno deciso di proseguire con lo sciopero del 7 Dicembre. E, in questa situazione sempre più tetra,comunque, a pagarne la dirette conseguenze saranno anche gli eventuali viaggiatori che vedranno la sospensione si alcune corse di traghetti e aliscafi proprio in una giornata che precede il ponte dell’Immacolata, da sempre periodo in cui molti si muovono da e verso la terraferma per un breve periodo di pausa dal lavoro o, semplicemente, per fare acquisti pre-natalizi.