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Traffico di droga, decisive le intercettazioni

ISCHIA

. Dinanzi  la prima sezione penale del Tribunale di Napoli, si è svolta una nuova udienza del processo sul traffico di droga tra la Spagna, Napoli e l’isola d’Ischia. Un processo che per la maggior parte degli imputati terminò quasi un anno e mezzo fa, tramite la scelta del rito abbreviato che consente di beneficiare di significativi sconti di pena: tuttavia il verdetto si risolse in condanne pesanti, compresa quella per Ruben Barbato a oltre nove anni di reclusione. Da allora è rimasto in piedi l’altro ramo processuale, celebrato con rito ordinario, per gli ultimi due imputati, Pasqualina Siconolfi e Pietro Pesce.

È stata acquisita la perizia di alcune altre telefonate intercettate, riguardanti episodi di spaccio contestati a Pesce e  i furti commessi presso l’istituto scolastico Ibsen di Casamicciola, contestati alla Siconolfi. In quest’ultimo caso la perizia è stata effettuata su richiesta della difesa, sostenuta dall’avvocato Michele Calise, che tende a dimostrare la presenza sui luoghi del delitto di un altro soggetto con lo stesso nome del figlio della Siconolfi, all’epoca minorenne, e provare così l’insussistenza dell’aggravante dell’utilizzo di un minore per commettere un reato, aggravante per il quale è previsto l’arresto in flagranza.

Infatti una delle conversazioni acquisite viene ritenuta dalla difesa di importanza fondamentale perché potrebbe spiegare meglio la presenza di un personaggio attualmente sotto processo presso il Tribunale dei Minori per dei fatti che coinvolgono alcuni degli imputati: si tratta, come già accennato, dei due furti che furono perpetrati il 19 e il 22 settembre 2014 presso la Chiesa di Sant’Antonio da Padova e l’Istituto Scolastico “Enrico Ibsen” di Casamicciola Terme. Il testo di quella telefonata consentirebbe, secondo la difesa, di far emergere la presenza di un secondo soggetto, con lo stesso nome di battesimo dell’allora minorenne, smentendo quindi l’identificazione di colui che conversava nella persona del figlio dell’imputata, identificazione tuttora sostenuta dall’accusa. Una circostanza che permetterebbe alla difesa di fornire una ricostruzione molto diversa di quella prospettata dalla Procura, e dunque rendendo plausibile la completa inconsapevolezza dell’imputata riguardo ciò che stava avvenendo. Ella sarebbe dunque venuta a conoscenza dei furti solo dopo la perquisizione effettuata dalle forze dell’ordine a casa sua ma eseguita a carico di Salvatore Barbieri che fra l’altro è già stato processato per ricettazione e assolto, anch’egli difeso dall’avvocato Calise.

Il processo è stato rinviato a novembre per escutere di nuovo il teste-chiave di polizia giudiziaria, il maresciallo Ilaria Argentieri,  i. Nelle sue precedenti deposizioni, il maresciallo fornì appunto delucidazioni in merito alla presenza di Ruben Barbato il 30 agosto 2014 sul traghetto di ritorno a Ischia in uno degli episodi di spedizione di sostanze stupefacenti da Napoli alla nostra isola contestati all’imputata.  La difesa evidenziò la mancanza di atti d’indagine su tali circostanze. A dicembre, quando fu ascoltata la prima volta, il maresciallo dichiarò che Barbato si imbarcò con la Siconolfi, a voler dimostrare che anche in quel caso si era ripetuto lo schema col primo che “sovrintendeva” alle operazione di trasporto della sostanza effettuate dalla seconda. L’agente di Polizia giudiziaria affermò che mentre effettuava le intercettazioni in sala d’ascolto poteva verificare sul monitor la presenza del Barbato dall’area geografica dell’isola d’Ischia. La difesa della Siconolfi pose varie domande alla teste: se sull’isola d’Ischia vi fosse una sola cella telefonica o più celle, se e quali atti d’indagine depositati evidenziano le affermazioni secondo cui il cellulare di Barbato si fosse “agganciato” alle celle dell’isola. Pur ribadendo di ricordare che il Barbato era stato “telematicamente” individuato nell’area di Ischia, il maresciallo pur consultando la documentazione non poté individuare questo dato.  La localizzazione e la movimentazione dell’utenza telefonica del Barbato, unitamente alla conversazione cui si è già accennato, restano dunque il terreno decisivo su cui si deciderà questa parte del processo.

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