Siamo arrivati al 2016 e l’immenso scavo della “Siena” si presenta simile a un grosso pantano maleodorante, con acqua di mare frammista ad acqua termale, alghe, fanghiglia, detriti e conglomerati cloruro-sodici. Cosa è accaduto nell’invaso da procurare un allagamento che nemmeno le pompe idrovore riescono a prosciugare? Semplice; la sorgiva termale dei “Sassi” (ben descritta da Giulio Iasolino nel 1588) è riuscita a trovare una via di affioramento dagli strati più profondi e ha incontrato l’intrusione marina dal lato di Terrazappata! Ahi voglia di emungere con le pompe, l’acqua continua il suo eterno fluire dal bacino idrografico facendo salire il livello in quell’invaso chiuso da tutte le parti.
E’ Ida Trofa a rompere il silenzio-stampa con un articolo del 24 febbraio 2016, approfittando di un improvviso sequestro del cantiere MEC operato dalla Capitaneria di Porto di Ischia per il solito sversamento in mare di liquidi inquinanti. La pubblicista, sempre attenta ai fatti di un certo rilievo, passava in rassegna l’intera vicenda e concludeva rivelando che al progetto parcheggio mancavano all’appello parecchie autorizzazioni, fra cui nulla osta Ambientali e Demaniali marittimi! Fatto straordinario, la palla passava alla Magistratura napoletana, dopo circa quattro anni. Nicola Quatrano evidenziava “uno sversamento in mare di materiali liquidi imprecisati” provenienti da quello schifoso pantano. Infatti il cantiere veniva dissequestrato e concessi termini per produrre altri documenti mancanti al già corposo faldone tenuto sotto chiave dai marpioni dell’UTC! Ma a questo punto arriva anche una buona notizia: come per miracolo, la sala polifunzionale, ubicata all’estremo limite dell’area violentata, è stata condotta a termine malgrado le fondamenta navighino nell’acqua termale.
IL GRIDO DI DOLORE DELLA COMUNITA’ ISCHIAPONTESE
Giungiamo faticosamente al 2018 (saltiamo a piè pari due anni di pompaggio dell’acqua, di maledizioni varie dei Santaroni, di bestemmie dei commercianti di Ischia Ponte, di articoli di fuoco della stampa locale e dell’ingresso al Comune del nuovo sindaco Vincenzo Ferrandino (omonimo del più blasonato Giuseppe) e ci imbattiamo in un articolo scritto da Geppino Cuomo. Questa volta il grido di dolore del pubblicista tocca le corde dei più riposti sentimenti di “amor patrio” degli Ischitani. Si tratta di un accorato appello, una denuncia palese, un atto di accusa duro e deciso, rivolto ai fratelli Santaroni ritenuti responsabili per quel cantiere aperto nel cuore di Ischia allo scopo di costruire un parcheggio privato da utilizzare parte per le proprie necessità alberghiere e parte per una gestione (a pagamento) per tutti gli altri mortali che si “avventurano” verso il centro storico del Borgo di Celsa. Il servizio giornalistico del 15 aprile (Festività Pasquali) è un vero poema di cose già dette e stradette, ma anche di colpi al cerchio e alla botte per aprire la realizzazione del parcheggio a tutte le possibilità umanamente possibili. Il Borgo intanto è pieno di turisti del settentrione, molti dei quali “veterani” della nostra Isola. Risparmio ai Lettori l’indignato commento su quell’opera che hanno trovata sempre al palo, con lo scavo trasformato in un lago palustre e le ruspe che scavano da mattina a sera per poi buttare il terreno di riporto sull’imbocco della sorgiva. Anche le idrovore fanno il loro dovere notte e giorno, con i consumi dell’Enel alle stelle e la Mec che ha dichiarato forfait al cospetto di questo disastro ambientale che proprio non si aspettava!
UN TELO COPRE L’OPERA INCOMPIUTA
Intanto le critiche si fanno aspre e le…invettive dei passanti tanto feroci da indurre qualche zelante residente del Pontano a riferire a chi di dovere. Mario Santaroni correva subito ai ripari, preoccupato per la pessima fama che andava acquistando nel Borgo, e provvedeva a far distendere lungo la recinzione del cantiere pietosi teloni illustrati, tentando così di occultare quell’opera incompiuta a cielo aperto tollerato da oltre sei anni dal Comune di Ischia e dalla Soprintendenza ai Beni Ambientali! Naturalmente la “trovata” non passa inosservata ai giornalisti ischitani che seguono con particolare attenzione la singolare vicenda. Qualcuno parla di “striscione del venerdì per nascondere lo scempio della Siena”, qualche altro lancia frecce avvelenate al sindaco Ferrandino, indicato come colui che tollera in silenzio la distruzione dell’unico polmone di verde sopravvissuto alla furia di cemento selvaggio, altri non lesinano accuse all’ing. Pino Mattera, tecnico e portavoce del…Pantanellum che doveva essere completato nel 2015. I bene informati rivelano perfino l’importo del contributo a fondo perduto ottenuto dai Santaroni dall’U.E.: Euro 2.351.828, che in lirette fanno oltre 4 miliardi e mezzo!
La carrellata giornalistica si chiudeva il 25 agosto 2018 con l’articolo “Scempi in ferie”. Il cantiere è fermo, ma l’acqua cammina. I soldi sono finiti. La sala polifunzionale è piena d’acqua e i Santaroni sono alla ricerca di…soldi freschi per tentare di costruire una Torre di Babele, dove nessuno ci capisce più niente, al di fuori, naturalmente, dei committenti! Ad agosto tutti al mare, ma c’è un “investigatore” che va ad intervistare, con un caldo boia mai registrato prima, un commerciante in pensione di Ischia Ponte che conosce vita e miracoli del “parcheggio Santaroni”. La prima “frustata” la indirizza verso un ex assessore del Comune di Ischia, componente potentissimo della Commissione Integrata BB.AA. e colui che caldeggia la pratica del parcheggio, “imponendo” alla sua maggioranza consiliare di tenere un profilo basso e tacere sul QUEL CANTIERE! Naturalmente per tale evidente protezione, nel 2023 sarà defenestrato dal sindaco Ferrandino dopo l’emissione della Ordinanza di Demolizione dell’intero manufatto Santaroni. La gola profonda è un fiume in piena. Aspettava l’intervista per togliersi qualche rospo che gli era rimasto sullo stomaco. Le rivelazioni sono una bomba al napalm e attengono a un modus agendi, mettiamola così, non propriamente dei più ortodossi e ci siamo intesi.
LA GOLA PROFONDA E LE ANOMALIE (ANCHE) TECNICHE
Anche per ciò che riguarda alcune “informazioni tecniche”, l’intervistato mostrava di conoscere a menadito il progetto licenziato dal Comune: un’opera che non poteva essere assentita per il grave impatto ambientale e per il mancato rispetto delle quote del terreno che dovevano rispettare l’originaria ubicazione della “Siena”, profonda molti metri rispetto al sedime stradale di via Pontano. Il “saputello” si addentrava perfino nel territorio tecnico-giuridico relativo alla legislazione urbanistica vigente sostenendo che andavano perseguiti i vistosi incrementi plano-volumetrici dello scavo e della sala polifunzionale, mentre da parte del Comune non era stato omesso il dovuto controllo sulla discrepanza fra la consistenza dell’intervento costruttivo e l’area da asservire. In parole povere il parcheggio progettato superava di gran lunga il rapporto superficie-costruzione previsto dalla Legge Urbanistica e dal Piano Regolatore a suo tempo adottato. A conclusione della “lezione”, questo esperto sui generis, poneva l’accento sulla inesistenza di un Atto di Convenzione da stipularsi fra Società Villa Miramare e Comune di Ischia previsto dalla Legge per gli interventi di interesse pubblico che si avvalgono di finanziamenti dello Stato, delle Regioni e dell’Unione Europea.
Ce n’è quanti basti per affermare , a cinque anni di distanza da questa intervista, che il commerciante di Ischia Ponte, ben bene ammaestrato dal suo avvocato per certi fatti edilizi molto somiglianti con il parcheggio della “Siena”, aveva parlato con cognizione di causa, anticipando il ragionamento del sindaco Vincenzo Ferrandino che nel 2023 giungerà a conclusioni analoghe “partorendo” poi i provvedimenti repressivi nei confronti della società dei Santaroni!
COSTITUITO COMITATO PRO ISCHIA PONTE
Chiedo venia ai Lettori che hanno avuto la pazienza di seguirmi in questo impraticabile sentiero giuridico e passo alla registrazione di alcune testimonianze dell’epoca, seguendo un percorso cronologico che ci conduca – come un prezioso filo di Arianna – alla meta prefissata. Il primo autorevole “intervento” lo rinveniamo in una pubblicazione scientifica scritta in lingua inglese di Elena Cubellis e Giuseppe Luongo:”History of Ischian earth quakes” (anno 2018). Lo scritto è firmato da Ilia Delizia, già docente universitaria e autrice di apprezzati lavori scientifici e letterari, fra i quali il volume “Ischia, l’identità negata”. Delizia scrive:”…Non parliamo poi dell’operazione progettuale faraonica in atto all’ingresso del borgo antico di Ischia Ponte, che ha sottratto non solo l’unico polmone di verde esistente nella zona, ma è destinato a produrre danni incalcolabili all’equilibrio ambientale dei luoghi e della stessa vivibilità di un centro antico e unico nel suo genere”.
Intanto il livello della sorgiva nell’invaso aumentava a vista d’occhio. Era andato a formarsi un vero lago artificiale contro cui ruspe gigantesche combattevano un’impari lotta scaricando tonnellate di terreno di riporto nel vano tentativo di “assorbire” l’acqua e gettare una piattabanda di fondo in cemento armato. Siamo arrivati al mese di febbraio del 2019 e le imprecazioni degli abitanti di Ischia Ponte raggiungono il palazzo di città, le autorità marittime, la soprintendenza e i Santaroni a…Roma, dove trascorrono solitamente la stagione invernale! Finalmente il pubblicista Gianni Vuoso, professore in pensione e agitatore politico comunista di vecchio stampo, rompe gli indugi e gli attendismi e organizza un incontro pubblico con una raccolta di firme per costituire un Comitato per la Difesa di Ischia Ponte. L’adesione è massiccia (si parla di 1700 persone esasperate che vogliono lo scalpo di mister Zoncolan) ed è propedeutica alla Costituzione notarile dell’Organismo popolare del 21 febbraio 2019. Presidente eletto l’ing. Salvatore Cuomo, il Comitato si propone di avviare forti iniziative per indurre i Santaroni a completare il parcheggio entro il mese di settembre del 2019, periodo in cui andava a scadere la proroga dei lavori concessa dal Comune di Ischia.
QUANDO IL SILENZIO NON E’ DEGLI INNOCENTI
Inutile dire che in sette mesi nemmeno il padreterno sarebbe stato in grado di compiere il…miracolo! Ben lo sa Gennaro Savio, altro personaggio politico comunista che si muove sulle orme paterne. Savio si rende artefice di un attacco durissimo, che non ammette repliche e spara a zero contro tutto e tutti. Ormai la protesta divampa in tutta l’isola; un passa parola fulmineo che spinge la stampa locale a rendere più ficcante l’azione informativa e il commento su di un’operazione progettuale dagli aspetti poco convincenti. E’ Il Golfo a prendere posizione il 10 marzo 2019 titolando: ”La Siena, quando il silenzio non è degli innocenti”. Scriveva Gaetano Ferrandino:”…Il riferimento è ancora una volta rivolto al famigerato costruendo parcheggio della siena all’ingresso del borgo antico di Ischia Ponte. Un’opera che sembra infinita e interminabile, anzi che pare essere a un punto tale da poterla definire ancora agli albori. Che ha causato danni di immagine all’isola, non pochi problemi al borgo rimasto senza un parcheggio e che negli ultimi giorni ha scritto una indecorosa pagina. Il mare diventato marrone perché da quel cantiere si è riversato di tutto nel mare… Si tratta dell’ultimo schiaffo a una comunità che purtroppo i ceffoni da qualche tempo a questa parte li incassa a meraviglia…”
NUOVA PROROGA, GETTATA LA PIATTABANDA
A questo punto una nota positiva. Grazie ad una ulteriore proroga dei lavori concessa dal Comune, la Impresa MEC è riuscita a gettare la piattabanda di fondo (anno 2020). L’acqua sorgiva ha deviato il suo corso superficiale, ma costituisce sempre un’insidia perchè potrebbe fuoruscire all’improvviso e in un qualsiasi punto delle fondazioni. Segue a tempo di record la costruzione di tre livelli del parcheggio per un’altezza di 15 metri, raggiugendo il sedime stradale di via Pontano. Si tratta di un’enorme colata di cemento armato pari alla superficie di circa due campi di calcio che si va ad innestare al parallelepipedo della sala polifunzionale, sempre chiusa e con l’acqua sotto il pavimento. Tutto sembra “regolare”, ma a ben guardare sul solaio di copertura fuoriescono ferri dai pilastri, muretti asfaltati e “appoggi” imprecisati che lasciano pensare a future strutture in…sopraelevazione! Gratta gratta e le voci corrono come il vento. I Santaroni si sono fatti i conti in tasca e le somme non tornano, un po’ per i costi lievitati in tanti mesi di interruzione dei lavori, un po’ per le spese generali impreviste, per gli enormi consumi di energia elettrica, per le parcelle tecniche ai progettisti indaffarati a richiedere Dia, Scia e autorizzazioni sempre nuove e per i fondi europei che si sono ormai ridotti al lumicino (se non completamente esauriti) in tanto sfacelo finanziario.
ECCO CHE ARRIVA INVITALIA
I proprietari della struttura si sentono vicini alla meta, ma ormai i tre piani del parcheggio gli vanno stretti e non collimano con l’investimento progettato. Allora ecco a cosa servivano i ferri e gli appoggi del solaio: la costruzione di un quarto piano, con aumento dei posti auto e la richiesta di un nuovo finanziamento, questa volta a… Invitalia; il famigerato carrozzone del fu Domenico Arcuri, defenestrato per il…Covid e i miliardi gettati per maschere, camici e guanti di cartone! Il tutto viene alla luce un bel mattino del 2021: sulla rete di recinzione del cantiere è stato apposto un “cartellino” con la seguente scritta:” Unione Europea – Fondo di Sviluppo – Ischia tutti i colori del Benessere – DM 9.12.204 (?) Società aderente “Villa Miramare Spa”- Lavori per la realizzazione di un parcheggio pluripiano” seguono numeri, cifre, sigle incomprensibili. In parole povere i Santaroni sono riusciti ad ottenere un cospicuo finanziamento da Invitalia di tre milioni e mezzo di euro , di cui 2.650.000 sganciati subito sull’unghia.
2- CONTINUA