Oggi primo giugno, giorno importante per tutti gli abitanti della zona rivierasca della Mandra di Ischia, compreso l’intero centro abitato di Punta Molino, fino all’addolorata, per intenderci. Lo è non da tempi recenti, ma da vari secoli, da quando cioè il culto per Sant’Antonio da Padova è cresciuto negli anni fino ai giorni d’oggi, all’ombra dello storico Convento dell’Ordine dei Frati Minori, risalente nientemeno che al 1225 con chiesetta annessa.
Un Primo giugno nella storia quindi, atteso e da incorniciare, perché dedicato ad un rito di credenza e fede popolare che affonda le sue radici nei primi approcci di devozione al Santo da parte di tutti i pescatori della zona, che in Sant’Antonio vedevano e vedono il loro protettore, il vero tramite per la preghiera all’Onnipotente, la luce da seguire nelle notti senza luna, quando nella distesa del mare di fronte al Monastero ed alla spiaggia, erano intenti alla pesca, a volte magra, a volte ricca, con barche ed arnesi non al massimo della efficienza e sicurezza, ma con la sola luce delle lampare stampata sull’acqua. Insomma, in Sant’Antonio, ieri, oggi e sempre, nella statua raggiante, giovane e familiare del Santo, è riposta tutta la propria fiducia, il proprio credo,il proprio senso di fratellanza, la speranza di star meglio, la certezza di superare e vincere le malattie ed infine di essere ascoltati.
Il tempo galoppante, ha attraversato lungo l’intero suo percorso, la vita e le azioni di diverse generazioni, seguendo e tramandando una tradizione rinnovatasi e consolidatasi con l’appassionata partecipazione dei giovani di oggi. I quali hanno fatto del rito secondo il quale Sant’Antonio scende in mare, una vera e propria manifestazione spettacolare in costumi d’epoca, a cui vi concorre l’intera popolazione della zona e non solo in processione , diventando partecipe e protagonista. Mentre negli anni passati la statua del Santo veniva portata in processione sulla spiaggia tra i gozzi e le reti distese al sole, alle 10 del mattino per la benedizione e la distribuzione fra i fedeli del classico “pane di Sant’Antonio” , oggi si segue un rituale del tutto diverso, anche se simile nella fede e nell’amore per il Santo.
Animatore del programma moderno, già sperimentato con successo da svariai anni, è di nuovo il Padre Speriore del Convento padre Mario Lauro. che col suo misurato ed efficace attivismo, ha per davvero costruito un “nuovo corso” chje continua nella pratica del culto al Santo all’esterno ed all’interno del rilanciato complesso conventuale di Sant’Antonio alla Mandra, con la sua chiesa tutta restaurata,. Nuovi indirizzi di fede, diffusa parola per far conoscere la figura e le opere del Santo tanto caro alla popolazione della Mandra e dintorni, ormai ben instradati nel solco meglio scavato della fede verso Sant’Antonio, il Sant’ Antonio storico delle loro preghiere. Padre Mario Lauro è stato l’artefice indiscusso della “rivoluzione” spirituale e di fede che si manifesta oggi verso Sant’Antonio. Fede e tradizione vissute insieme per dare maggiore forza al proprio modo di manifestare l’amore e la devozione verso il Santo protettore, presente sempre nei momenti belli e brutti della propria vita.
Oggi 1 giugno Sant’Antonio benedice il mare ed i pescatori della Mandra e delle zone vicine.. quelli di eri e quelli di oggi. E’ l’abbraccio di due epoche, quella antica e quella attuale, che hanno percorso l’arco delle varie generazioni delle genti della Mandra di ogni tempo. E’ la benedizione di Sant’Antonio dal mare come dal mare giungono a lui le preghiere di aiuto dei tanti pescatori “mandraiuoli” in difficoltà. Sant’Antonio oggi idealmente nell’immaginario collettivo solcherà il mare della Mandra, dal Castello a Punta Molino, su di una zattera parata a festa, affollata di donne, bambini e uomini in costume dei secoli passati. Dopo quattro anni Padre Mario Lauro riprende da dove aveva lasciato. Sarà ancora una volta riproposto , sia pure con la mente riverente. rilanciato uno spaccato di storia locale di quando ebbe inizio la devozione per Sant’Antonio , a mano a mano che il Monastero a Lui dedicato cresceva, si ampliava e ospitava esempi fulgidi di padri francescani che con i loro sacrifici e penitenze hanno caratterizzato la vita gloriosa e allo stesso tempo mistica del Convento con chiesa annessa. Che è stato ed è sicuro “porto” di rifugio spirituale per tutto il popolo della Mandra, fra pescatori e operatori in altre professioni e mestieri
Foto di Gìovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter
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