TERZO GIORNO DI FESTA A ISCHIA PONTE E DOLCE RICORDO DEL 2015 DI “CENTO PEZZE D’AMORE” DI FRATE GIOVAN GIUSEPPE NEL CAMMINO ITINERANTE RAPPRESENTATO PER LE VIE DEL BORGO
QUESTA SERA AL PIAZZALE DELLE ALGHE LO SPETTACOLO DELL’ATTRICE COMICA NAPOLETANA ROSALIA PORCARO
Nell’antico Borgo di Celsa, al terzo giorno dei festeggiamenti in onore di San Giovan Giuseppe della Croce Patrono e Protettore,si respira a pieni polmoni il profumo della fede verso la figura e le opere miracolose del proprio illustre Santo Concittadino salito alla gloria del Signore. A mantenere accesa la fiaccola dell’amore e della devozione per San Giovan Giuseppe, ci ha pensato con la sua inventiva appropriata, negli anni in cui ha guidato la comunità parrocchiale di Ischia Ponte, l’amato ormai ex parroco Don Carlo Candido.
Gli esempi del suo attivismo rimangono pietre miliari lungo tutto il suo impegno e percorso parrocchiale al Borgo. Infatti, se proprio la si vuole dire tutta, l’indimenticabile Don Carlo Candido, dal collaudato pulpito della sua movimentata Parrocchia in tempi normali, una ne ha fatto (ma più di una) e cento ne ha pensate. Ricordare è sempre un piacere. Dopo essersi “inventato” ,nel mezzo del mese di agosto, la Festa dell’Assunta con Palio annesso coinvolgendo tantissimi giovani che giravano intorno a lui e organizzato le gite parrocchiali per mare e per terra, nell’agosto del 2015, vale a dire poco più di otto anni fa arricchì il programma dei festeggiamenti di quell’anno del Signore in onore di San Giovan Giuseppe della Croce con una interessante novità, pensata alcuni mesi precedenti, che risultò assai gradita ai numerosi fedeli e turisti che da fortunati spettatori vi presero parte. Si trattò di una iniziativa per così dire francescana, visto che si decise di realizzare per le strade del Borgo Antico di Ischia Ponte il dramma itinerante della vita di San Giovan Giuseppe della Croce ispirata al significato del vecchio mantello malandato del Santo indossato in continuità senza ricambio, tanto da essere identificato per le strade, fra la gente e fra i suoi stessi confratello in convento, col soprannome di “Frate Cento Pezze”.
Di qui “Cento Pezze d’Amore”, la denominazione che fu data alla rappresentazione in movimento per le vie del Borgo di Celsa otto anni fa, allorquando fu possibile vedere muoversi e sfilare per le strade di Ischia Ponte figuranti che impersonificavano San Giovan Giuseppe nelle varie fasi della sua vita, e tutte quelle persone d’epoca che per un verso o per un altro, vissero con Lui o intorno a Lui, la sua dura vita monastica, dal giorno in cui, giovanetto 15enne, lasciò Ischia per entrare nell’Ordine degli alcantarini, fino alla morte che avvenne nel Convento di Santa Lucia al Monte in Napoli il 5 marzo del 1734. A quel lavoro trasfigurato in rappresentazione pubblica, per la rievocazione storica di episodi di vita del Santo, Don Carlo ed il suo largo gruppo di giovani collaboratori vi lavorò con passione , annunciando e spiegando i risvolti dell’iniziativa ed il senso dell’idea ai partecipanti nei vari incontri che si tenevano nei locali della Parrocchia dello Spirito Santo in Ischia Ponte e presso il Museo Termale a San Ciro a Porto d’Ischia.
”Lasciate stare questi stracci, sono l’abito del mio sposarizio con Cristo” , così Frate Giovan Giuseppe della Croce rispondeva ai confratelli ed alle persone con cui si intratteneva, quando gli chiedevano se era il caso o meno di indossare un nuovo mantello che lo potesse meglio riparare dal freddo e dal vento. La frase storica del Santo, relativa al suo famigerato mantello, ha cavalcato i tempi ed impressiona ancora oggi le giovani generazioni, abituate con spreco ad altri agi, ma sempre più coscienti che seguendo l’esempio di San Giovan Giuseppe, i valori della vita corrente possono in positivo raggiungere altezze inimmaginabili. In pratica non sarà semplice , ma almeno idealizzando il messaggio francescano del Santo concittadino, la vicinanza a San Giovan Giuseppe è avvertita più tangibile. “Cento Pezze per Amore” dell’agosto del 2015, fu il tributo che Don Carlo Candido (non a caso porta il nome di battesimo del Santo Carlo Gaetano Calosirto) ed i suoi giovani collaboratori, ragazzi e ragazze, tutti insieme, offrirono quella che rimarrà una storica iniziativa memorabile in omaggio alla grandezza del Santo Concittadino, realizzata con il lavoro e l’impegno pieno di tutti coloro che vi parteciparo e seppero rendersi protagonisti.
Fotoricerca e Scatti di Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter
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