Tassa provinciale per i rifiuti, ok al rateo casamicciolese
La Città Metropolitana ha accolto la proposta del Comune di Casamicciola per un piano pluriennale di rientro degli importi arretrati del tributo per l’esercizio delle funzioni ambientali
Sembra arrivare a una conclusione positiva l’annosa controversia tra la Città Metropolitana e il Comune di Casamicciola sulla riscossione degli importi arretrati della “Tefa”. Pariamo della riscossione di quella parte della tassa sulla spazzatura relativa allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, il tributo per l’esercizio delle funzioni ambientali, pari al 5% sugli incassi ottenuti tramite la tassa variamente denominata negli anni come Tares, Tia, Tarsu e Tari. Sono diverse le annate contestate, dal 2006 in poi. Stavolta, l’ente metropolitano ha accettato la richiesta avanzata del Comune, per concordare con la Città Metropolitana di Napoli un piano di rientro pluriennale per le somme dovute per il recupero delle annualità 2006-2011, del tributo provinciale citato.
La cifra è di quelle non certo trascurabili, quantificabile in circa 835mila euro. La possibilità di rateizzazione è prevista dall’articolo 35 del regolamento di contabilità dell’ente, il quale prevede che per motivate e documentate situazioni di difficoltà finanziarie, su istanza del debitore il dirigente responsabile del procedimento può concedere dilazioni e rateizzazioni di pagamenti dovuti. L’ipotesi è possibile a meno che non vi siano già morosità relative a precedenti rateizzazioni. L’articolo chiarisce che per importi superiori a 20mila euro la rateizzazione può essere estesa a 36 mesi, con l’avvertimento che in caso di mancato pagamento anche solo di due rate consecutive l’ente debitore decadrebbe automaticamente dal beneficio della rateizzazione, e l’importo residuo diventerebbe riscuotibile in un’unica soluzione (con prevedibile danno per le casse dell’ente). In ogni caso, dopo l’assenso della Città Metropolitana, la rateizzazione della somma dovrà essere concordata con le Direzioni interessate al piano di rientro, e dunque il Comune dovrà concordare con la Direzione legale per quanto riguarda le spese di lite, pari a oltre 36mila euro, mentre con la Direzione contabilità, economato e tributi andrà definita la rateizzazione degli 835mila euro, oltre gli interessi. L’accordo è un segnale positivo per l’ente del Capricho, che per alcune annate successive ha già iniziato a saldare i conti in sospeso, come ad esempio per il triennio 2014-2016 per il quale a fronte di un totale di circa 210mila euro, il Comune aveva già versato oltre 80mila euro di acconto. Il piano di rientro dovrebbe quindi scongiurare l’ipotesi di una nuova controversia giudiziaria tra i due enti territoriali, che già anni fa si fronteggiarono in Tribunale per interpretazioni opposte: come qualcuno ricorderà, il “tributo per l’esercizio delle funzioni ambientali”, che come detto è pari al 5% della tassa sui rifiuti, secondo la Città Metropolitana andava calcolato sul totale teorico accertato dovuto dai cittadini, senza distinguere se tale importo sia stato o no incassato. Invece, secondo il Comune, la percentuale andava calcolata esclusivamente sulle cifre effettivamente incassate dall’ente.