CRONACA

Tappa napoletana della campagna “Città2030” di Legambiente

Mobilitazione di cittadini e associazioni in via Foria, per chiedere una città a 30 km/h, più sicura e vivibile. Legambiente: “Potenziamento del trasporto pubblico, piste ciclabili, restringimento delle carreggiate e dossi rialzati"

Dopo Avellino, Messina e Reggio Calabria, approda anche a Napoli la campagna itinerante Città2030: le città e la sfida del cambiamento”,l’iniziativa organizzata da Legambiente nell’ambito della Clean Cities Campaign per promuovere una mobilità sostenibile e a zero emissioni. In occasione della tappa napoletana, Legambiente insieme a Cicloverdi, Fiab Napoli, Napoli Pedala, Napoli Bike Festival, Greenpeace gruppo locale Napoli, Rete sociale Nobox e al Comitato per la Ztl Dante ha organizzato un flash mob per sensibilizzare cittadini e istituzioni sul tema della sicurezza stradale per la tutela di pedoni e ciclisti. I volontari delle associazioni si sono ritrovati in via Foria, angolo Via Duomo per lanciare un grido d’aiuto in una città dove negli ultimi diciotto mesi sono 17 il numero di vittime travolte da auto o scooter mentre attraversavano la strada. “La manifestazione – ha commentato Francesca Ferro, direttrice Legambiente Campana – vuole ribadire con forza la necessità che la città di Napoli si occupi senza ulteriori indugi della sicurezza stradale e dalla possibilità, soprattutto per le utenze fragili, di potersi muovere senza rischiare la vita compiendo una dei gesti divenuti più pericolosi in città, attraversare la strada. La realizzazione della Città 30 impone delle scelte come il restringimento della carreggiata, la realizzazione di piste ciclabili e dove utile l’individuazione di dossi per indurre la diminuzione della velocità delle auto, queste sono solo alcune delle soluzioni possibili e di facile attuazione che consentirebbero alla città di Napoli di garantire sicurezza ai suoi cittadini”.

 In occasione della tappa, Legambiente ha presentato i dati sull’inquinamento atmosferico e le performance locali sui principali indicatori di mobilità urbana, accompagnando il tutto con proposte concrete per trasformare il capoluogo napoletano in una vera clean city entro il 2030. Napoli dovrà fare i conti con il poco tempo a disposizione, solo sei anni, per abbattere drasticamente le concentrazioni dei principali inquinanti atmosferici. Entro il 2030, infatti, dovrà ridurre del 28% il PM10, del 33% il PM2.5 e del 48% l’NO2 per rispettare i limiti previsti dalla nuova direttiva sulla qualità dell’aria Obiettivo raggiungibile intervenendo in maniera trasversale e strutturale sulle principali fonti, soprattutto per quanto riguarda il traffico e la mobilità.  Il tasso di motorizzazione del capoluogo campano è, infatti, nella parte alta della classifica nazionale, con ben 60 auto ogni 100 abitanti. Il modal split evidenzia un’eccessiva dipendenza dal mezzo privato, che rappresenta il 53% degli spostamenti, mentre il trasporto pubblico locale si limita al 26% (Fonte: Istat).

L’alto tasso di motorizzazione e la necessità di migliorare la qualità dell’aria impongono urgenza anche nell’incentivare la mobilità attiva. In generale, sono previsti per la città 10 milioni di euro (PNRR) per creare almeno 35 chilometri di pista ciclabile, da sommare ai 20 milioni già esistenti. L’obiettivo è creare un collegamento tra punti di rilievo quali le stazioni ferroviarie e metropolitane di Napoli e le sedi dell’università. La pista ciclabile, in linea con il PUMS, potrebbe così rappresentare un ottimo incentivo alla mobilità attiva da e per l’Università Federico II. Nei programmi dell’amministrazione comunale c’è anche la realizzazione di un collegamento in bicicletta con il quartiere di Scampia, nel quadrante nord, dove recentemente è stata aperta la facoltà di medicina.  La sharing mobility si potenzia da gennaio 2024 con 2100 nuovi monopattini distribuiti sul territorio urbano. A questi, si aggiunge la flotta di 80 auto completamente elettriche del servizio Amicar e 500 bici a pedalata assistita. Nonostante la nuova dotazione, la città dovrebbe puntare molto di più sulla sharing mobility, puntando a flotte di veicoli più numerosi e all’estensione capillare delle aree operative. Questo contribuirebbe a rendere l’intermodalità più diffusa ed efficiente. Interessante la sperimentazione MaasNaples, che potrebbe essere potenziata e meglio comunicata.

La conformazione di alcuni quartieri della città consentirebbe il sistema di isole ambientali a 30km/h, così da creare le condizioni ottimali per la trasformazione di Napoli in Città30. Ad oggi, sono operative 6 ZTL e sono state definite 9 aree pedonali con limitazione oraria e possibilità di transito per diverse categorie. Teoricamente avanzata, ma non sappiamo quanto rispettata, la norma in vigore dall’ottobre 2020, di divieto alla circolazione per tutti i veicoli Euro0 ed Euro1 per tutto l’anno, a cui si aggiunge il divieto di circolazione stagionale (da ottobre 2021 a marzo 2022) dei veicoli diesel sino all’Euro4 e delle moto e motorini sino all’Euro2. Inoltre, il sistema il Tom Tom city index ci aiuta a superare la percezione circa l’impossibilità di poter percorrere le strade urbane a 30km/h, mantenendo inalterate le nostre abitudini e aumentando enormemente la sicurezza stradale. Napoli non fa eccezione: attualmente la velocità media nelle ore di punta è di 27 km/h, addirittura inferiore al limite suggerito.

“La limitata disponibilità del trasporto pubblico – conclude Francesca Ferro, direttrice Legambiente Campania – determina ripercussioni sulla vita sociale ed economica e sulla scarsa accessibilità ai servizi di prossimità. Secondo l’ultima edizione dell’Osservatorio Stili di Mobilità di Legambiente ed IPSOS, Napoli risulta la città più colpita da una condizione di precarietà nella mobilità dove ben il 29% del campione ha dovuto rinunciare ad una visita sanitaria o opportunità di cura a causa dei tempi di spostamento troppo lunghi, dei costi eccessivi del viaggio o per l’assenza dei servizi di mobilità”. Città2030 di Legambiente è un viaggio in 18 capoluoghi italiani, da Nord a Sud, per promuovere una mobilità a zero emissioni e per chiedere città più vivibili e sicure. Dopo Napoli (15/02), si fermerà a Lodi (19/02), Trieste (20/02), Pescara (21-22/02), Bologna (24/02), Padova (24/02), Perugia (24/02), Roma (26/02), Milano (27/02), Latina (28/02), Firenze (29/02-1/03), Torino (1-2/03), Catania (1-2/03), Lecce (3-5/03) e Genova (04-05/03). Il racconto della campagna e la petizione. È possibile seguire tutte le tappe di Città2030 sulle pagine Facebook, Instagram Legambiente Lab e Twitter GreenMobility. Legambiente lancia anche per quest’anno la petizione on line “Ci siamo rotti i polmoni. No allo smog!” con la quale chiede al Governo risposte urgenti nella lotta allo smog, a partire dagli interventi sulla mobilità e l’uso dello spazio pubblico e della strada.

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