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Sull’isola adesso è allarme legionella

Il sindaco di Lacco Ameno, Giacomo Pascale, attenendosi agli esiti di una relazione dell’Asl, ha firmato un’ordinanza intimando la bonifica di una serie di ambienti all’Hotel Augusto

Per carità, e vogliamo dirlo in premessa, non si può e non si deve assolutamente parlare di allarme. Ma certo non può passare inosservata la circostanza che in poco più di una settimana ci troviamo dinanzi alla terza ordinanza sindacale emessa a seguito di attività di controllo dell’autorità sanitaria, col rischio che l’effetto domino possa essere una seria eventualità.

Appena un paio di giorni fa analogo provvedimento era stato adottato nei confronti del Regina Isabella. In precedenza il sindaco Castagna aveva firmato un’ordinanza a carico dell’albergo La Pergola. Il timore è che i recenti e continui controlli dell’ASL possano scatenare un “effetto domino”

Anche perché se, come diceva il noto detective, “più indizi fanno una prova”, è chiaro allora che c’è ben poco da stare allegri. Il sindaco di Lacco Ameno, Giacomo Pascale, ha emesso un’ordinanza avente ad oggetto “Azienda alberghiera all’insegna Hotel Terme Augusto, ordinanza comunale di inibizione camere e piscina esterna di balneazione e successiva effettuazione nuove analisi per ricerca Legionella”. Eh, già, la legionella, che sta diventando un vero e proprio incubo. Nel suo dispositivo Pascale prende atto che dalla nota informativa del dipartimento di prevenzione dell’ASL NA 2 Nord è necessario procedere all’amissione di un provvedimento di bonifica della struttura teso alla salvaguardia della salute pubblica e per questo ordina al legale rappresentante dell’azienda, Bruno Basentini, di adottare le seguenti misure: “… inibizione delle camere xxx, nonché della piscina esterna di balneazione alimentata da acqua di rete e dalla piscina generale e dal rubinetto del boiler di accumulo della struttura termale fino all’avvenuta bonifica e quindi provvedere a individuare le cause certe di queste continue positività, procedendo alla revisione delle misure di controllo… delle acque potabili interne alla struttura, fredde e calde, eventualmente di quelle termali, delle condutture, delle docce, dei diffusori delle docce, dei rompigetto dei rubinetti, delle torri di raffreddamento e dei condizionatori evaporativi dei condizionatori di aria, dei serbatoi di accumulo di acqua calda e fredda, dei filtri dell’acqua e degli idromassaggi alla presenza contestuale del responsabile per l’identificazione e la valutazione del rischio potenziale di infezione, nominato dalla struttura alberghiera”.

L’ordinanza del sindaco di Lacco Ameno segue di un paio di giorni un altro provvedimento di analogo tenore firmato sempre da Giacomo Pascale e che era stato indirizzato al legale rappresentante dell’Albergo Regina Isabella. Stavolta a far scattare l’allarme era stato un turista che aveva alloggiato presso la struttura era stato colpito da legionellosi. Da qui l’Asl inviò una nota informativa al Comune corredato di un’annessa relazione analitica dell’Arpac in cui si evidenziava la presenza nei campioni ambientali prelevati di modeste concentrazione, in alcuni punti della rete idrica e termale, di Legionella”. E questo aveva indotto il primo cittadino – che, va ricordato, è la massima autorità sanitaria nel territorio che amministra – a doversi regolare di conseguenza. Anche se, va rimarcato, nel caso di specie, a differenza di quanto accaduto con l’Hotel Augusto, non veniva specificato se e quali ambienti, locali o vani fossero stati chiusi ma si prescrivevano soltanto le rituali operazioni di bonifica.

Ma a dimostrazione di come ci siano una serie di episodi e un escalation che quanto mano suscita qualche interrogativo, basta tornare ancora indietro di qualche giorno (esattamente allo scorso 6 giugno) e spostarsi di un paio di chilometri. Da Lacco Ameno a Casamicciola, a firmare un’ordinanza dello stesso tenore era stato il sindaco della cittadina termale, Giovan Battista Castagna, destinatari i titolari dell’Hotel Terme La Pergola. Anche stavolta tutto ha avuto origine da una nota dell’ASL NA 2 Nord con cui venivano trasmesse le relazioni analitiche dell’Arpac di Salerno risalenti al 23 maggio in cui – nei campioni ambientali prelevati presso la struttura in questione – era stata evidenziata “la presenza, in alcuni punti della rete idrica e termale, di discrete concentrazioni di legionella”. Per questi motivi il sindaco intimò al titolare di provvedere immediatamente alla chiusura di sei camere, «nonché del tubo vasca fangoterapia cabina n° 4, del pozzo n° 2 con adduzione alla piscina termale livello 1, del rubinetto del lavatoio a servizio della centrale termica “. Tre casi nel giro di pochi giorni, dicevamo, a conferma di come l’Asl abbia effettuato uno screening di diversi alberghi ubicati sul territorio isolano. E questo potrebbe far pensare che nei prossimi giorni l’effetto domino potrebbe riverberarsi su altre strutture. Ovvio che ci auguriamo di sbagliarci, non fosse altro che perché ci troviamo in piena stagione turistica. Ma le tempistiche suonano davvero singolari per essere etichettate, senza dubbio alcuno, come coincidenze.

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