“Storia di Ischia nel ‘700”, presentato all’Antoniana l’ultimo libro di Rosario De Laurentiis
di Isabella Puca
Ischia – Una Biblioteca Antoniana gremita di gente ha accolto il nuovo libro di Rosario De Laurentiis che, edito dalla casa editrice Ad Est dell’Equatore, è stato presentato nel pomeriggio di sabato scorso. Ne la “Storia di Ischia nel settecento” l’autore dipinge l’isola del diciottesimo secolo, dall’arrivo di Carlo III alla fine tragica della Repubblica Partenopea, tra situazioni di grave miseria, violenza ed emigrazione per ripopolare le altre isole del regno. “Grazie alla rinomanza delle sue terme – si legge nella seconda di copertina – Ischia diventa meta di viaggio per illustri viaggiatori: papi, re, grandi artisti, letterati e scienziati che – come Berkeley o la duchessa di Sassonia – non mancano di lasciare le loro riflessioni su quest’isola selvaggia e incontaminata”. «Quest’ultimo lavoro di Rosario De Laurentiis – ha dichiarato l’assessore alla cultura Salvatore Ronga durante il suo saluto istituzionale – Illumina un periodo cruciale della nostra storia locale e nazionale, soprattutto per le pagine in cui si mette in rilievo il contributo che gli isolani hanno dato nelle vicende della repubblica partenopea. Un lavoro che spero solleciti i giovani a coltivare la memoria con la stessa passione con cui Rosario illustra la Torre di Sant’Anna e le sue storie, come ho avuto modo di apprezzare in più di un’occasione». A firmare la prefazione del libro il giornalista scientifico Pietro Greco che scrive, «viviamo nel bel mezzo di un periodo – la cosiddetta seconda globalizzazione – che sta ridisegnando le gerarchie mondiali. In una vicenda, dunque, che è molto più grande dell’isola d’Ischia. Ma non siamo nelle condizioni di dover accettare passivamente la grande storia. Al contrario, se c ricorderemo costantemente delle indicazioni di due uomini che l’hanno apprezzata nel Settecento – quella di George Berkeley, Ischia epitome del mondo, e quella di Lazzaro Spallanzani, Ischia impreziosita dal paesaggio e dalle sue acque, avremo fra le mani la penna migliore per scrivere con buona autonomia la storia di Ischia nel ventunesimo secolo». Al tavolo dei relatori, oltre naturalmente all’autore, Gina Menegazzi e il professore Giovan Giuseppe Conte. È stata proprio Gina Menegazzi a tracciare per episodi un quadro completo del libro, la nuova veste del Borgo di Ischia Ponte, il restauro della casa Comunale, Il palazzo dell’Orologio e quel piano terra adibito a carcere. E ancora la costruzione della villa de Bagni ad opera di Francesco Buonocore, il completamento di via quercia e la storia di quelle 52 famiglie che furono invitata a partire per ripopolare l’isola di Ponza. Un evento, quest’ultimo, ricordato di recente quando lo scorso anno, il Comune d’Ischia, promosse e ottenne il gemellaggio con Ponza. E sempre della Menegazzi il compito di tracciare alcuni dei personaggi illustri che vissero sull’isola. «Nel periodo affrontato da Rosario De Laurentis si verificano svolte epocali e Ischia è meta di viaggiatori illustri, conosciuta soprattutto per le proprietà delle sue acque. Questo libro si presenta come un utile avvio alla conoscenza di un importante periodo storico soprattutto per gli studenti che vi troveranno un incentivo a coltivare la cultura storica. Potrà contribuire a far comprendere ai nostri giorni l’importanza della memoria storica anche sul piano locale che diventa fondamentale anche nella formazione degli individui. Per le nuove generazioni è di vitale importanza considerare certe figure caratterizzate da grande livore intellettuale e culturale. Le libertà di cui oggi godono sono il frutto dell’ impegno delle generazioni che ci hanno preceduto». Così il professore Giovan Giuseppe Conte. A chiudere l’incontro l’autore stesso che ha riportato quelle che per lui sono state le scoperte che più lo hanno colpito durante il periodo di ricerca come l’esistenza del Cardinale Coscia che, appartenente alla famiglia Cossa, sollevò lo scandalo di Montesquieu, un personaggio nuovo per la storia dell’isola e l’ultimo cardinale scomunicato dalla Chiesa Cattolica. «Parecchi amici erano desiderosi di leggere un mio libro postumo. Ringrazio Pietro Greco per la prefazione e i relatori. Con il mio lavoro cerco di portare dei documenti per lasciare ad altri l’ approfondimento di singoli aspetti».