Stop agli operai “stranieri”i a Procida, c’è l’ordinanza del sindaco
Il primo cittadino isolano ha emesso un’ordinanza che sospende i cantieri edilizi dove lavorano operai non residenti sull’isola di Arturo. Stop anche ai distributori h24 e al commercio itinerante di frutta e verdura
Sono sospesi tutti i cantieri edilizi dove lavorano personale non residente sull’isola di Procida. A deciderlo il sindaco Dino Ambrosino che ha emesso un’ordinanza in base alla quale fino al 3 aprile sono sospese le attività edilizie pubbliche e private per tutti i cantieri dove e presente almeno un lavoratore non residente nel Comune di Procida. Nella stessa ordinanza il primo cittadino procidano ha predisposto anche la sospensione dell’attività di distributorih24 di generi alimentari, salvo i casi in cui si riesca ad organizzare personale di sorveglianza. La sospensione delle attività di vendita tramite commercio itinerante di frutta e verdura. «Nelle ultime ore – ha fatto sapere Dino Ambrosino attraverso le pagine social – stanno girando le immagini dello sbarco sull’isola di decine di lavoratori che provengono dalla terraferma. In gran parte sono manovali dell’edilizia, che quotidianamente raggiungono i cantieri privati di Procida. Francamente capisco il sentimento di disorientamento della comunità, a cui noi abbiamo chiesto di non uscire di casa per diminuire i rischi di contagio. Anche ai turisti presenti a Procida stiamo dicendo di restare in albergo, oppure di rientrare ai propri domicili.
Il danno economico c’è per tutti, perché giustamente è stata preferita la prevenzione sanitaria agli interessi delle singole attività». Da qui è nata l’esigenza dell’ordinanza. «Per questo oggi(ieri per chi legge ndr), dopo aver sentito il COC di Protezione Civile, ho firmato un’ordinanza per sospendere i cantieri edilizi dove lavorano operai non residenti a Procida. Ho inviato il provvedimento al Prefetto di Napoli, a maggior ragione perché è molto discutibile sotto un profilo giuridico e il Prefetto potrebbe annullarlo». Il sindaco spiega il motivo del provvedimento che tende alla tutela della salute degli operai e della popolazione procidana. «Tuttavia, nonostante questo rischio, abbiamo pensato di portarlo avanti comunque, anche nell’interesse degli operai stessi, che sono tra le categorie che non possono attivare il telelavoro e prima di arrivare a Procida fanno lunghi percorsi con vari mezzi di trasporto».