STOCCATE E PROFEZIE COI “BAFFI”: «I mal di pancia fuoco di paglia, Giosi guarda a Ischia»

Torna a parlare l’ex sindaco di Forio Franco Regine, di recente nominato presidente della Marina del Raggio Verde. Si parte dal futuro del diportismo, poi inevitabilmente il discorso scivola sulla politica foriana e non solo. Prima l’affondo contro Michele Calise, poi i progetti futuri dell’attuale primo cittadino di Casamicciola. E apre al Comune unico…

Nella nuova “geopolitica” isolana, l’ultima novità in ordine di tempo è la sua nomina nella Marina del Raggio Verde. Oggi il diportismo è visto come una delle fonti primarie di ricchezza per le località turistiche di mare. La attende un compito tutt’altro che agevole.

«Questo significa che tanti anni fa avevamo visto giusto, quando costituimmo questa società mista in cui il Comune – ricordiamo – detiene il 51% e i privati il 49%. Il primo investimento fu dei privati, quindi il Comune ottenne a costo zero questa struttura che oggi è un fiore all’occhiello, non solo di Forio ma dell’isola d’Ischia, visto che nelle settimane di punta dell’alta stagione ospita oltre seicento imbarcazioni di tutte le stazze. Io mi sento onorato che il sindaco abbia pensato a me e alla mia esperienza, per poter guidare verso una nuova era lo sviluppo di questo porto turistico che ha una enorme potenzialità. Il molo da anni non vede nessun investimento diretto al miglioramento della struttura, di conseguenza abbiamo necessità di procedere nello sviluppo dell’area portuale, che ha una potenzialità – ripeto – incredibile, che può sicuramente aumentare in quantità e qualità. Il compito del nuovo consiglio di amministrazione sarà quello di far assurgere il porto di Forio non solo a volano del turismo e dell’economia locale, ma anche a livello regionale. Parliamo di un punto, sulla costa ovest dell’isola, che è di transito anche per le grandi imbarcazioni che si recano in Sardegna, in Sicilia e Calabria, e che si possono fermare qui trovando uno scalo di tutto rispetto, con tutti i possibili confort». 

«Il compito del nuovo consiglio di amministrazione sarà quello di far assurgere il porto di Forio a volano del turismo e dell’economia non solo locale, ma anche a livello regionale»

Quanto pensa che potrà ancora migliorare?

«Quando facemmo partire questa iniziativa, la concepimmo in tre fasi. Quando io ero sindaco è stato realizzato solo il primo step. All’epoca c’era già Nicola Monti come assessore, che è stato il padre “tecnico” di questa struttura. Gli altri due step vedono lo sviluppo del molo “Italia 90” e il trasferimento degli aliscafi nella zona del vecchio molo borbonico, visto che nelle ore di punta lo sbarco di 450 persone nel punto attuale crea una “strettoia” caotica: al di là del recente restyling portuale, c’è una difficoltà nel coniugare la presenza delle navette degli alberghi, gli ospiti dei privati e i cittadini che sbarcano: ecco, è difficile districarsi in questo ginepraio di traffico. Bisogna sbloccare questo “imbuto”, e la viabilità ne trarrà sicuramente vantaggio».

Passiamo alla politica foriana. Che cos’è secondo Lei che ha portato lo scorso maggio l’elettorato a pendere in maniera massiccia da una parte politica? Analizzando dall’esterno, com’è stato possibile sgretolare la maggioranza che numericamente sembrava davvero copiosa? Qualcuno ha fatto il parallelo con la conclusione dei dieci anni di mandato di Franco Regine, con la differenza che quest’ultimo capì che era l’ora di fermarsi.

«L’intelligenza consiste proprio in questo: capire quando hai fatto il tuo tempo, e quando la gente attende qualcosa di nuovo. La gente vive di speranza quando va a votare: spera che il nuovo sia migliore di quello passato. I cittadini avevano percepito già da tempo che non correva una buona aria per l’amministrazione di Francesco Del Deo, la quale si era un po’ arroccata su poche posizioni amministrative e non si era allargata alla società civile, e non aveva nemmeno favorito quelli che dovevano essere i suoi sostenitori. Si era quindi chiusa su sé stessa, ed è stato gioco facile il successivo “travaso”. Se si va ad analizzare la situazione, la maggior parte di coloro che adesso sostengono Stani Verde, nella passata elezione erano stati supporters dell’amministrazione di Francesco Del Deo, a partire da me, a Gianni Mattera, Luigi Patalano, Antonio Spataro. Eravamo tutti con Francesco: nel momento in cui quest’ultimo ha deciso di “chiudere” su poche figure e di non allargare il consenso, è chiaro che c’è stato gioco facile trasferire il consenso da una parte all’altra, un pezzo alla volta. Ecco quindi lo sgretolamento».

«L’amministrazione di Francesco Del Deo si era un po’ arroccata su poche posizioni amministrative, non si era allargata alla società civile, e non aveva nemmeno favorito quelli che dovevano essere i suoi sostenitori, i quali poi sono passati dalla parte di Stani»

In che cosa Franco Regine ha trovato Stani Verde così com’era, in che cosa lo ha trovato migliorato, e magari in che cosa peggiorato?

«Io l’ho trovato molto migliorato e maturato da un punto di vista politico, di gestione della cosa pubblica, ha acquisito una visione complessiva che quando era mio consigliere ancora gli mancava. Secondo me, come io maturai nel decennio di opposizione a Gaetano Colella negli anni ’70 e ’80, poi iniziando a fare l’amministratore prima come vicesindaco poi come sindaco, stessa cosa è accaduta a Stani: l’esperienza d’opposizione ti rende maturo, ti fa capire molte cose. Quando poi diventi maggioranza hai una notevole esperienza e una maturità anche nel proporti alle forze di minoranza e alla popolazione, di cui hai ascoltato le necessità e le difficoltà. Su Stani ci ho scommesso e continuo a scommetterci: farà dieci anni di amministrazione ad alto profilo».

«Stani Verde è molto maturato da un punto di vista politico, di gestione della cosa pubblica; grazie agli anni di opposizione ha acquisito una visione complessiva che quando era mio consigliere ancora gli mancava. Scommetto che farà dieci anni di amministrazione ad alto profilo»

Subito dopo le elezioni c’è stato questo “malinteso” con l’avvocato Michele Calise, che ha dato adito alle critiche circa la presunta eterogeneità di questa maggioranza e sulle sue possibilità di durata

«Lei sta parlando con uno che le sue maggioranze le ha plasmate in corso d’opera tenendo conto dei puntuali e ricorrenti agguati, per i quali bisognava essere ben attrezzati a fronteggiarli in anticipo. Di conseguenza ritengo che la vicenda a cui Lei ha accennato fosse giusto un assaggio. Secondo me è stato fatto capire che la maggioranza è solida, che qualsiasi fuga in avanti non servirà assolutamente a niente, e che Stani Verde ha le spalle larghe per non farsi impressionare da piccoli movimenti di gestione corrente».

Quindi ci sta dicendo che sì, un po’ di maretta c’è stata, poi qualcuno ha capito che era meglio mettere la retromarcia.

«Sì, ma non era nemmeno logico, di fronte a un risultato elettorale così importante, chiaro e preciso, voler mettere in discussione un’amministrazione che ha numeri bulgari, per un bilancio fatto da altri. Dunque è stato giusto un colpo di fioretto, un assaggio». 

A Casamicciola è tornato Giosi Ferrandino: un suo commento?

«Giosi è un animale politico e secondo me non si fermerà lì, perché penserà a una ricandidatura alle Europee. Casamicciola gli va troppo stretta, è stata un paracadute rispetto alla sua storia politica. Nel 2024, non so in che modo, ma si ricandiderà alle elezioni europee: Giosi ha un futuro che non si ridurrà a Casamicciola, ma che potrebbe riguardare anche Ischia».

«Giosi punterà a una ricandidatura europea ma forse anche a tornare a Ischia, personalmente o piazzando una sua pedina»

Addirittura?

«Con De Siano in agguato a Lacco Ameno, Stani Verde a Forio, Dionigi che sta crescendo in maniera esponenziale a Barano, Irene che si difende bene a Serrara, e Giosi a Casamicciola, si giocheranno molte carte su Ischia…».

Nel senso che secondo Lei Giosi ambisce personalmente a Ischia oppure a piazzare una sua pedina?

«L’uno o l’altro per lui è la stessa cosa. Giosi ha bisogno come De Siano e altri di gestire il potere sull’isola, e secondo me hanno anche capito che l’era dei “campanili” sta un po’ sfiorendo viste tutte le difficoltà che l’isola sta vivendo, dalla sanità ai trasporti alla mobilità. Secondo me è matura la situazione affinché i principali servizi si accorpino, anche in una futura prospettiva di un’unica amministrazione isolana».

«La situazione è matura per un’unificazione dei servizi fondamentali dell’isola, anche in prospettiva di un unico Comune isolano: oggi i sindaci sono sottoposti ai vari Commissari. È tempo di rivendicare il ritorno a una gestione autonoma del territorio comunale»

È raro trovare un foriano che si dice favorevole al Comune unico.

«Guardi, al momento ritengo che la frammentazione a cui si sta assistendo in questi momenti di difficoltà non paga. Ormai siamo governati dai commissari: al momento l’isola d’Ischia è commissariata in vari settori, dalla sanità al post-terremoto, all’alluvione. Il potere del sindaco di gestire il suo territorio in autonomia, non c’è più. I sindaci devono ormai andare “col cappello in mano” dai vari commissari per ottenere le briciole di una gestione corrente del territorio: le vere leve del potere sono in mano ai commissari. A questo punto è lecito porsi l’interrogativo sull’opportunità di essere amministrati da commissari, pur avendo sull’isola personaggi con delle capacità politiche abbastanza importanti».

«Avevo ottenuto i finanziamenti per il progetto del depuratore a Monticchio, ma poi tutto è saltato. L’isola non può permettersi più di dare un’immagine immatura di turismo balneare senza depurazione. In questo quinquennio il depuratore deve essere una priorità, non solo per Forio»

Lei ha amministrato per vari anni. Qual è il suo rimpianto, ciò che avrebbe voluto fare e non è riuscito a fare, o che è riuscito solo in parte?

«In questo quinquennio solleciterò la realizzazione del depuratore. Non so darmi pace del fatto che avevo ottenuto dall’Unione Europea un finanziamento di oltre 38 milioni per un progetto approvato anche dalla Commissione ambiente per il depuratore a Monticchio, e che poi è saltato, così dopo 15 anni siamo ancora senza depurazione. E non solo a Forio, basti vedere ciò che è successo a Sant’Angelo, visto che Forio accoglieva anche le fogne di Serrara; a Lacco Ameno e Casamicciola non riescono a collocarlo, mentre a San Pietro è tutto fermo. Un turismo balneare non può resistere senza depurazione. Siamo legati al gioco delle correnti che una volta sì e due volte no porta i liquami lungo le nostre coste: in tal modo l’isola non riesce a dare un’immagine turistica matura».

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