Una vicenda di cui ci siamo già occupati in un recente passato, un caso di continua e ininterrotta persecuzione, di stalking, che aveva portato una coppia di coniugi a rivolgersi alle forze dell’ordine. Adesso arriva il provvedimento dell’autorità giudiziaria emesso a carico di R.R., classe 1968: nei confronti dell’uomo è stata infatti emessa la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa. Il gip di fatto ha accolto la richiesta formulata dal pubblico ministero che aveva chiesto l’applicazione della predetta misura accompagnata ovviamente dal divieto di comunicare attraverso qualsiasi mezzo con le persone offese. Nel suo dispositivo il gip non ha dubbi circa la condotta criminosa di R.R. e non a caso scrive che “dalle fonti di prova valutate emergono invero gravi indizi in ordine al fatto che, nel periodo di tempo in contestazione, il prevenuto abbia nei distinti episodi sopra specificati, posto in essere le condotte a contenuto molesto, minaccioso ed aggressivo, cristallizzate nell’imputazione provvisoria; e che da tali condotte – la cui particolare incidenza non è revocabile in dubbio, avuto riguardo al grado della loro reiterazione, alle forme invasive e prevaricatrici che le stesse hanno da ultimo assunto e alle loro circostanze di luogo (trattandosi di fatti verificatisi nei pressi o addirittura all’interno dell’abitazione delle persone offese) – siano derivati eventi corrispondenti a quelli previsti della fattispecie incriminatoria, ed in particolare l’insorgenza in capo alle persone offese di un grave e perdurante stato di ansia e timore per la propria personale incolumità (costantemente dedotto dai querelanti e documentato inoltre da referto medico)”.
Da qui la deduzione del dott. Marco Giordano di applicare la misura del divieto di avvicinamento alle persone offese ed alla loro abitazione ubicata nel Comune di Casamicciola Terme, avvalorando così le denunce che erano state sporte da A.D.S. e G.D.O. Una misura che prevede di mantenersi ad almeno trecento metri di distanza dai coniugi e di allontanarsi dagli stessi ovunque essi si trovino anche in caso di incontri casuali. Tra l’altro attenzione a quello che scrive il gip, perché c’è un passaggio che evidenzierebbe come ci si trovi dinanzi a un potenziale stalker seriale. Nel motivare la misura, infatti, il dott. Giordano ricorda che l’indagato è stato peraltro già rinviato a giudizio nell’ambito di altro procedimento “in relazione ad un titolo di reato analogo a quello per cui si procede” e questo evidenzierebbe “una concreta, radicata e non estemporanea attitudine persecutoria reiteratamente manifestatasi in danno delle persone offese (ed alla costante presenza del loro figlio infante) in forme violente, minacciose, invasive e prevaricatrici, peraltro del tutto sproporzionate rispetto alla causa scatenante dei dissidi tra le parti (la potatura di un nocciolo)”.
A mettere in moto l’autorità giudiziaria è stata la denuncia trasmessa ai carabinieri della Stazione di Casamicciola ed alla Procura della Repubblica di Napoli dove la coppia di conviventi rappresentava in primis che “ già da qualche anno, l’avvocato R.R. che, si fa chiamare avvocato, ma in realtà non lo è, essendo un mero praticante semplice da poco iscritto all’albo degli avvocati di Napoli, ma in realtà millanta di essere un avvocato, come anche indicato nel contratto di locazione. In particolare, il denunciato, ha iniziato a mettere in atto vere e proprie azioni persecutorie ai danni dei denuncianti, dovute, probabilmente, ad una lite verbale dovuta alla potatura parziale di un nocciolo presente nell’immobile locato, a cui il R.R. ha fatto seguire plurime denunce, per poi ricattare e cercare continuamente di sottomettere i denuncianti con la promessa della remissione della querela. Si precisa che detta querela è del tutto infondata, ma presa a pretesto per perseguire i denuncianti… In effetti il denunciato, con una serie quotidiana di molestie ha iniziato una vera e propria opera persecutoria ai danni dei denuncianti, provocando un perdurante stato di ansia che inibiva ai denuncianti anche nell’effettuazione delle più banali attività quotidiane, in quanto ripetutamente molestati e tempestati di chiamate”. A riguardo nell’esposto i firmatari dello stesso fornivano anche dettagli, come quando si legge ad esempio quanto segue: “Se il denunciante non rispondeva al telefono o ai messaggi il denunciato cominciava a chiamare a tutti i parenti i quali a loro volta chiamavano preoccupati i rispettivi figli e, tanto innescava turbative familiari che ledevano la serenità quotidiana dei denuncianti e che impedivano lo svolgimento del lavoro e l’interruzione ed alterazione della vita quotidiana. Il denunciato proseguiva l’attività persecutoria contattando da plurimi numeri di telefono a lui riconducibili e, sempre finalizzati ad arrecare molestie e turbative familiari”.
Poi col tempo le minacce sono diventate sempre più pressanti e pericolose fino a quando si arriva all’episodio dello scorso 26 luglio, la classica goccia che fa traboccare il vaso, che i due conviventi nella denuncia raccontano così: “Alle ore 10.15 circa, il denunciato di nuovo si è presentato alla porta dell’immobile locato e nuovamente ha cercato di entrare in casa, ma questa volta la Sig.ra ha registrato il tutto come da registrazione che si allega, in cui emergono i toni prima pacati e poi aggressivi con cui tenta di molestare la vittima, con urla ed atteggiamento minaccioso e violento. In data 26.07.2023 alle ore 10.32 la Sig.ra ha mandato un messaggio al compagno con cui lo avvisava che il R.R. la stava molestando ed anche il bambino era molto spaventato. A tal punto si precipitava presso la propria abitazione in soccorso della famiglia e chiamava la Polizia ed arrivati in loco, il denunciato si dileguava repentinamente. A seguito dell’evento e delle reiterate condotte e molestie subite, i denuncianti hanno fondato e serio timore per la loro incolumità e quella del figlio minore, costretto a subire anch’egli le molestie, le urla e le persecuzioni quotidiane che vanno aumentando e non possono essere minimamente tollerate, né sottovalutate. Purtroppo, la condotta persecutoria, molesta e violenta del denunciato è divenuta un fatto abituale ed insostenibile per i querelanti. Essendo che Il denunciato si apposta di frequente e segue tutti i movimenti della famiglia. Tali comportamenti hanno determinato uno stato ansiogeno di particolare gravità sia nei querelanti che nei loro familiari”. Da qui la richiesta di una misura cautelare che è infine stata emessa dal gip Giordano.