Nel secondo Natale caratterizzato dalla pandemia da Covid-19 che nella società italiana sta diffondendo difficoltà economiche e povertà tra le famiglie lavoratrici, gli artigiani e le piccole attività commerciali, sull’isola d’Ischia il tempo sembra essersi fermato all’anno zero. E questo in modo particolare nell’antico Borgo di Ischia Ponte dove i decennali disagi creati dagli allagamenti del piazzale Aragonese e di parte del corso Luigi Mazzella, nella fase pandemica sta assumendo contorni drammatici per le attività commerciali dell’antico Borgo che si trovano nei pressi del piazzale con negozi e bar che restano chiusi o vuoti proprio nei giorni prenatalizi che dovrebbero fare registrare un incremento di clienti ed incassi. Si tratta di una situazione drammatica anche perché alle mareggiate che periodicamente fanno sbattere i cavalloni sulle facciate dei palazzi che si trovano all’ombra del maestoso castello Aragonese e per cui non sono mai state realizzate le scogliere a difesa dell’abitato promesse per decenni dai passati e dagli attuali amministratori comunali capeggiati dal Sindaco Enzo Ferrandino, da alcuni anni a questa parte è diventato sempre più frequente il fenomeno dell’acqua alta che ormai un giorno si e l’altro pure rende il piazzale Aragonese impercorribile: che tristezza!
Un peccato perché sulla nostra Isola anche in questo periodo continuano a giungere turisti che amano vivere Ischia soprattutto d’inverno. Dicevamo che sull’isola anche in questo periodo prenatalizio continuano a giungere turisti nonostante la stragrande maggioranza degli alberghi isolani sia chiusa in quanto la potente e sfruttatrice classe albergatrice locale al di là delle chiacchiere, preferendo chiudere i battenti dopo la stagione estiva delle vacche grasse durante la quale incassa profitti per cui potrebbe sopravvivere per qualche annetto, continua a non volere il prolungamento della stagione turistica con gravissime ripercussioni sociali sulla categoria degli stagionali costretti a lavorare sodo e duramente per soli tre, quattro, cinque o sei mesi al massimo. “Siamo venuti in questo periodo – ci hanno detto alcuni turisti incontrati ad Ischia Ponte – perché amiamo vivere l’Isola d’inverno, quando è tranquilla. La immaginiamo nei mesi di luglio ed agosto col caldo e piena di gente e preferiamo viverla d’inverno”. Cari albergatori isolani, basta trovare pretesti per non allungare la stagione turistica. Il tutto pieno che spesso fanno registrare i pochi alberghi che restano aperti nei mesi invernali e la voglia di tanti turisti di volersi godere la nostra Isola nei periodi di maggiore tranquillità, sono un monito per l’assurda resistenza a voler continuare a tenere chiusi i vostri alberghi. E, soprattutto, datevi una regolata nel rispettare contratti e orari di lavoro. Ora basta super sfruttare gli stagionali isolani per dieci, undici, dodici, tredici e persino quattordici ore al giorno. Basta sottrarre cinque, sei, sette, otto ore al giorno, circa duecento ore in più al mese, a madri e padri di cui approfittate ogni anno sottraendo loro tempo prezioso che potrebbero dedicare alla famiglia, ai figli e al proprio tempo libero.
*Presidente del “Comitato di Lotta dei Lavoratori Stagionali e Non dell’isola d’Ischia”