Spietato pestaggio, chiuse le indagini sugli otto indagati
Arriva un passaggio importante nella vicenda legata all’aggressione perpetrata lo scorso settembre all’esterno di un locale notturno ai danni di un giovane napoletano, che venne pesantemente picchiato da un gruppo di ischitani, finendo col dover far ricorso alle cure dei sanitari dell’ospedale Rizzoli a causa delle ferite riportate. L’avviso di conclusione indagini con annessa informazione di garanzia è stato infatti notificato ad Antonio Bottone, Samuel Fiorentino, Giacomo Monti, Michele Di Costanzo, Vito Buono, Eros Precisano, Enrico Ursomanno, Davide Calise, tutti ritenuti responsabili di violazione degli articoli 582, 583, 585 e 577 del codice penale perché “in concorso tra loro accerchiavano e picchiavano brutalmente Enrico Savarese colpendolo ripetutamente e con inaudita violenza con calci e pugni, in tal modo cagionando allo stesso lesioni consistite in fratture multiple alle costole, al naso e trauma cranico, giudicati guaribili in un tempo superiore ai 40 giorni, con le aggravanti di aver agito in più persone riunite”. Fatti, quelli appena esposti, accaduti lo scorso 4 settembre. Il prossimo passaggio – che appare scontato – è quello del rinvio a giudizio per i protagonisti di questa folle storia di violenza che tra l’altro di recente si è arricchito anche di un particolare decisamente singolare almeno dalle nostre parti.
Nei guai Antonio Bottone, Samuel Fiorentino, Giacomo Monti, Michele Di Costanzo, Vito Buono, Eros Precisano, Enrico Ursomanno e Davide Calise riconosciuti dalla vittima lo scorso mese di marzo anche in un insolito confronto all’americana svoltosi presso la Compagnia dei Carabinieri di Ischia
Lo scorso mese di marzo si svolse presso la caserma dei carabinieri di Ischia in via Casciaro un vero e proprio confronto all’americana: ad essere convocati presso la Compagnia proprio gli otto giovani inizialmente identificati e denunciati all’autorità giudiziaria grazie anche alla visione dei filmati di videosorveglianza di un’attività commerciale posta nei pressi del tratto di strada dove si consumò la brutale aggressione. L’iter che si portò a compimento fu quello della identificazione personale, previsto dall’articolo 361 del codice di procedura penale che spiega che “Quando è necessario per la immediata prosecuzione delle indagini, il pubblico ministero procede alla individuazione di persone, di cose o di quanto altro può essere oggetto di percezione sensoriale”. All’appuntamento erano presenti anche gli avvocati della parte lesa e degli otto indagati, che all’ingresso in caserma si trovarono dinanzi agli occhi una scena davvero più unica che rara. Nel piazzale interno alla caserma, infatti, c’erano alcune decine di giovani che erano stati “convocati” da alcuni istituti superiori dell’isola d’Ischia. Una sorta di “casting” – se ci passate il termine improprio ma utile a rendere l’idea – perché l’intenzione dei militari dell’Arma era di mescolare ognuno degli otto giovani accusati di aggressione con ragazzi che quantomeno avessero una certa somiglianza. Questo anche per poter fornire un riscontro certo, indubitabile, o quantomeno difficilmente attaccabile del riconoscimento fatto dalla vittima dei fatti di cronaca di settembre 2022. E il riconoscimento, dicevamo, si svolse secondo parametri “made in USA”. Da una parte del vetro la vittima, che a turno osservò dall’altra parte ognuno dei suoi aggressori mescolato a cinque studenti ovviamente estranei ai fatti contestati. Riconoscendoli tutti e dunque aggravando la posizione dei giovani isolani, che sono assistiti dagli avvocati Antonio De Girolamo, Michele Calise, Sergio Trani, Raffaele De Rosa, Antonio Iacono, Ulderico Nigro e Vincenzo Aperto.