LE OPINIONI

Sovranismo e/o globalizzazione in salsa ischitana

Dal 1° Congresso Nazionale di Meritocrazia Italia al Continental e dalla Conferenza del filosofo Diego Fusaro al Re Ferdinando arrivano stimoli per profonde riflessioni sul futuro della nostra società; sui valori della destra e della sinistra, sulle conseguenze che si propagano anche ad Ischia. Lo sforzo di essere “ isolani” ma non “ isolati”

Si possono trarre utili elementi di riflessione da due eventi ischitani: l’uno, di livello nazionale, già svoltosi il 6 e 7 settembre all’Hotel Continental e di cui Il Golfo ha già riferito martedì scorso e l’altro, organizzato dall’Associazione Galadriel di Forio, che si tiene stasera all’Hotel Re Ferdinando. Si tratta, nel primo caso, del 1° Congresso Nazionale Meritocrazia Italia, un’Associazione che, sorta da circa 1 anno, conta già 4.000 iscritti; nel secondo caso dell’ Associazione Galadriel, che fa capo a Luciano Castaldi, la quale invita, come relatore al Re Ferdinando, il filosofo Diego Fusaro . Che cosa hanno in comune queste due manifestazioni? L’oggetto della discussione e delle riflessioni: il confronto-scontro tra sovranismo e globalizzazione. Per l’esattezza, nella mattinata di sabato 7 settembre, al Convegno di Meritocrazia Italia si è discusso sul tema “ Globalizzazione equa e solidale”, con la partecipazione di eminenti ospiti come Giuseppe Di Taranto, professore emerito di Storia Economica alla Luiss di Roma, l’americano J.R. James, esperto di Affari Diplomatici e Geopolitica Internazionale, Aldo Carcaci, Deputato del Parlamento Belga, Attilio Romita, giornalista Rai, Angelo Spinillo, Vescovo di Aversa ( perché non c’era nessun esponente della Chiesa ischitana?) Cesare Oliviero Rossi, professore Dipartimento Chimica e tecnologie Chimiche presso l’Università della Calabria. In sala, oltre a me e a Mizar e al padrone di casa Mario Leonessa, non ho notato altre presenze locali ( chiedo scusa in anticipo se mi è sfuggito qualcuno). Gli amministratori locali e gli altri interventori locali sono arrivati esattamente alle 12.00, a fine dibattito, solo perché iniziava un confronto, tutto locale, sul tema “ Equità sociale, post terremoto, conoscere per risolvere”. Loro sono arrivati e Mizar ed io ce ne siamo andati, dispiaciuti ed indispettiti dal fatto che un dibattito di assoluto interesse e valore, su un tema che ci riguarda tutti da vicino, fosse stato snobbato dai nostri amministratori che hanno preferito arrivare direttamente quando si doveva parlare di temi strettamente locali .

Già Mizar ha efficacemente ironizzato sull’alto grado di dissonanza tra “ Meritocrazia” e modo clientelare di gestire la cosa pubblica ischitana. Non voglio infierire, ma come non sottolineare l’evidente discrepanza tra il titolo dello speaker corner “ Equità sociale- conoscere per risolvere” e la sistematica assenza proprio quando si ha l’occasione di conoscere e imparare qualcosa? Come si fa a non capire che quando si parla di scelte strategiche come quella tra sovranismo e mondializzazione, quando si parla di globalizzazione neoliberista o iperliberista o, in alternativa di globalizzazione equa e solidale, come si fa a non capire che si sta parlando dei destini del mondo ma anche della nostra isola? Come si fa a non capire che hai voglia di parlare di prevenzione di rischi locali, idrogeologici, di calamità naturali, di giustizia sociale e aiuti a chi non ce la fa a Ischia, senza rendersi minimamente conto che il mondo è diventato così interconnesso ed interdipendente che un battito d’ali di una farfalla dall’altra parte del mondo può provocare un disastro da questa parte? Come si fa a non capire che la crisi del commercio locale, in special modo di alcune categorie merceologiche, è il frutto avvelenato o – quanto meno – incontrollato di una rivoluzione digitale dell’e-commerce? E noi ancora a discettare, a livello locale, delle cause della chiusura di un negozio a Forio, pensando che un ambulante in più o uno in meno sia determinante o che una salsicciata in più possa arricchire i negozi! Guardate che essere isolani non significa essere “ isolati” dal resto del mondo. Noi siamo quello che il resto del mondo e della società ci consente di essere. Però è vero che i fenomeni si possono gestire, si possono governare, si possono incanalare in modo da attenuare gli aspetti negativi ed amplificare quelli positivi. Questo significa amministrare! Ma se, in partenza rifiutiamo di “ conoscere”, studiare i fenomeni, non ci raccapezzeremo mai nulla. Fintanto che non ci convinceremo che senza la raccolta ed elaborazione di dati statistici di tutti i fenomeni sociali ed economici che ci riguardano, da quelli dell’afflusso turistico a quello della mobilità sull’isola, da quello dei dati urbanistici a quelli demografici, dalla segmentazione commerciale alla fuga dei cervelli giovanili, dalla povertà ed emarginazione sociale al dato dell’indebitamento globale e settoriale verso Banche ed altri enti creditori ( in primis tesoreria comunale), noi non saremo in grado di stabilire alcuna programmazione ed alcuna promozione per la nostra isola. E allora “ meritocrazia” per la nostra isola significa innanzi tutto capire che tutta la classe dirigente ( pubblica e privata, amministrativa ed imprenditoriale) deve imparare a “ conoscere a fondo l’isola per meglio connetterla al mondo intero”.

E qui veniamo all’altro evento, che si terrà stasera al Re Ferdinando: la “ lectio” del giovane filosofo Diego Fusaro, ideologo di uno strano mix tra marxismo e sovranismo, fautore di una visione catastrofica della globalizzazione e della cessione di parte della sovranità nazionale in favore dell’Europa. L’evento è organizzato dal Centro Culturale foriano “Galadriel”, presieduto da Luciano Castaldi. Per saperne di più, riferiamo ai lettori che Galadriel è un personaggio femminile di Arda, l’universo immaginario creato dalla nota saga di Tolkien e del Signore degli Anelli, diventato simbolo di una certa destra. Galadriel è una nobile Elfa della Terra di Mezzo, alta e di grande forza interiore . Questo per dire che la destra che si ispira a questi principii è una destra fortemente tradizionalista, identitaria e localistica, mitico poetica. Si spiega, dunque l’invito a Diego Fusaro, docente presso Alti Studi Strategici e Politici di Milano, laureato a Torino in Filosofia della Storia con una tesi su Karl Marx. Non desti meraviglia il riferimento a Marx, in quanto Fusaro interpreta la proletarizzazione di massa della società moderna come risultato della globalizzazione e della liquefazione delle sovranità ed identità nazionali in un ambito più vasto, come può essere l’Europa. Egli mixa il marxismo con Hegel, Spinoza, Gramsci, Gentile, Fichte, pensatori di tutto rispetto. Cosa vogliamo dire con questo? Che siamo di fronte da una destra che, per quanto tifi, sul piano dell’attualità politica, per l’accoppiata Lega- Fratelli d’Italia, è lontana da alcune rozzezze populistiche dei vari Salvini e Meloni, molto poco attrezzati culturalmente, per quanto abili dialetticamente e comunicativamente.

Non so se è la destra che meglio corrisponde al “ sentire” della destra popolare ischitana, che a me sembra molto più in sintonia con l’immediatezza propagandistica di Salvini- Meloni. Mi azzardo a dire che perfino nostri Sindaci, teoricamente schierati in altre squadre, mostrano simpatia per Salvini-Meloni. Penso al Sindaco Pascale ma anche a Francesco Del Deo. Quello che, però, mi sfugge è perché gli esponenti della destra culturale ischitana ( i Luciano Castaldi ma anche i Luciano Venia ed altri) hanno la necessità di usare un armamentario verbale e scritto gravemente offensivo verso soggetti istituzionali ( del mondo politico, ma soprattutto del mondo religioso cattolico) che la pensano diversamente. E’ legittimo ritenere il Papa inadeguato al suo compito, ma mi sembra fuori luogo usare espressioni come “ Il Papa sputa sulla Chiesa, bestemmia Gesù, bestemmia la Madonna, santifica Lutero”. Perché lasciarsi coinvolgere nel furore verbale e binario ( o con o contro di me) dei social? Perché scendere nella semplificazione e volgarità della “ piazza virtuale”? Non mi permetto, in quanto non credente, di entrare nella disputa religiosa che contrappone Castaldi a certi esponenti del clero foriano, ma la “ destra culturale” non può essere rozza come la “ destra anticulturale”. In fin dei conti il Papa è eletto dai cardinali in conclave, il Vescovo rappresenta l’istituzione ecclesiastica sull’isola. Si richiederebbe quantomeno il rispetto che si deve a qualunque istituzione. Non è forse il rispetto istituzionale un valore della destra? E’ dunque così “ liquido” anche il sentimento religioso? E comunque meglio la conferenza al Re Ferdinando che la contrapposizione artificiosa piazza-istituzioni, popolo-elite, detentori della sovranità popolare contro “ poltronari”. Usciamo, da destra e da sinistra, da queste semplificazioni! Chiudo queste considerazioni con una citazione, che mi sembra utile ed interessante, di Michele Serra sul Venerdì di Repubblica: “ La destra invocata da Giuseppe Prezzolini nel Manifesto dei conservatori del 1972; ordine contro disordine, cultura alta (quella dei libri) contro cultura bassa ( quella televisiva), Gerarchia contro Demagogia, Spirito contro Pancia… è disintegrata”. E Serra termina con : “ Ha perso il proletariato ( mito della sinistra) e ha perso la borghesia ( mito della destra). Ha vinto la società dei consumi, quella in cui la persona, ben prima di essere operaio o borghese, di desta o di sinistra, credente o ateo, è un consumatore. Deve onorare il Pil, produrre e consumare. Nessun altra urgenza o incombenza sembra muoverne il cammino”. Su questo presupposto, una destra pensante e una sinistra pensante, per quanto legittimamente divise da una diversa “ vision” della società, possono trovare, quantomeno, un terreno di civile confronto. Con la speranza che anche la classe dirigente ( pubblica e privata) isolana abbia la sensibilità di accostarsi a temi un po’ più alti del “ banale quotidiano”.

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