Sotto Tiro di Mizar Purtroppo
Ieri ho avuto un colloquio con un vecchio amministratore comunale ancora con grande potere nell’amministrazione di Enzo Ferrandino. Rappresenta la memoria storica dell’Ente e anche la continuità di una politica amministrativa fatta solo di piccole cose anche avendo dato un contributo fattivo quando si dava la svolta al paese negli anni ottanta del secolo scorso. Ho sempre considerato la sua capacità di mimetizzarsi e di non correre mai rischi politici per essere escluso dal comando del paese. Il polemista lo annovera tra le persone che è meglio avere in una compagine amministrativa che fuori. Oggi però ho capito che è rimasto fuori dal cambiamento del mondo.
Asserisce che l’amministrazione di cui fa parte sta operando bene e che il paese e nella stessa situazione in cui si trova tutta l’Italia. Del Sindaco pensa, come la maggior parte di noi, che è una brava persona. Io non dubito né su lui né sul Sindaco. Ma asserire che la conduzione del Comune di Ischia non stia attraversando uno dei momenti più bui dei suoi tempi non mi trova d’accordo. Quali opere pubbliche realizzare per far fare un salto di qualità al paese, quale mobilità effettuare, quale contributo dare al paese per la crisi del commercio, cosa fare per superare il gap culturale del paese, come far crescere una classe dirigente adeguata, come abbandonare le politiche clientelari che attanagliano l’Ente con i danni che stanno sotto gli occhi di tutti, come trasformare il territorio che è completamente allo sbando anche se il Comune ha un patrimonio di tutto rispetto dato in pasto a clienti politici o ad amministratori incapaci, come creare i presupposti per avere un Ente non asservito a chi comanda ma i cui dipendenti esprimano libertà e non sudditanza.
Queste le cose di cui si dovrebbe discutere nel paese. A questo amico suggerisco di riflettere un poco sul colloquio intercorso tra noi. E di soffermarsi sulle vicende avvenute sull’isola nell’ultima settimana.