Sopraelevata, trionfa l’incoscienza: le infrazioni non si fermano
Nonostante di recente la città Metropolitana abbia disegnato la doppia striscia continua e aggiunto una serie di espedienti per provare a rendere più disciplinata la circolazione sulla SS270, si continuano a vedere manovre pericolosissime
La doppia striscia continua disegnata sulla SS 270 è solo un orpello. Una doppia riga che una buona parte degli automobilisti ha deciso di ignorare. Un po’ per ignoranza del codice della strada un po’ anche per indolenza. Basta trovare un’autovettura che procede in strada alla velocità prevista dai limiti e subito alle spalle, spazientito, si avvicina un’auto guidata da qualcuno che senza troppe remore azzarda un sorpasso invadendo la corsia opposta. Succede anche che da uno dei tanti varchi aperti sulla sopraelevata, pur di raggiungere la propria meta nel più breve tempo possibile, si superi senza pensieri la doppia striscia, persino in curva, anche lì dove hanno perso la vita delle persone. Eppure il Codice della Strada parla chiaro: La doppia striscia continua viene utilizzata per separare due sensi di marcia a doppia corsia. All’interno di ciascun senso di marcia, le due corsie sono separate da una striscia discontinua che indica la possibilità di effettuare il sorpasso o il cambio di corsia interna.
Il significato di questa segnaletica indica l’obbligo assoluto di rimanere entro i limiti della propria corsia di marcia, soprattutto se si sta percorrendo quella più esterna delle due disponibili. Non solo, ma è anche vietato marciare “a cavallo” della doppia striscia: la violazione viene considerata una vera e propria “invasione” della carreggiata opposta ed è tassativamente perseguibile con sanzioni e multe elevate in caso di incidente. Chi ha imboccato l’ex SS 270, la famigerata sopraelevata protagonista di innumerevoli incidenti, anche mortali, avrà sicuramente notato la doppia striscia continua appena disegnata, un ulteriore deterrente per evitare i sorpassi su quella strada, comoda per aggirare il traffico del cuore pulsante di Ischia centro, ma anche un invito all’alta velocità che in non pochi casi si è tradotta in incidenti, anche mortali. Si tratta solo del primo di una lunga serie di interventi che interesseranno l’isola d’Ischia nell’ottica di una serie di azioni sul territorio che mirano a diminuire gli incidenti fino a raggiungere mortalità zero, un obiettivo in cui il consigliere della Città Metropolitana con delega alle strade, Raffaele Cacciapuoti ha creduto fermamente. Ma nonostante tutti gli sforzi che si stanno effettuando sulla strada che invita a premere l’acceleratore regna ancora l’inciviltà. Nelle immagini catturate da un video amatoriale si vede un pulmino, presumibilmente appartenente a un hotel, uscire da un varco e invadere la corsia opposta. Lo fa con quella scioltezza che tradisce abitudine. Certo pensare di raggiungere il porto di Ischia, che si trova a poche decine di metri dal varco, effettuando un giro molto più lungo risulta essere particolarmente dispendioso in termini di tempo. Regolarmente chi esce da quel varco dovrebbe arrivare all’altezza dei semafori della piripissa per poi imboccare nuovamente la sopraelevata. Una fatica che evidentemente vale il rischio di invadere e superare la doppia striscia continua che però una una manovra del genere la vieta espressamente.
Questo invece è ciò che succede a Ischia. Le infrazioni sono la regola, si aggirano le regole con disarmante placidità su quest’isola dove i convegni sulla sicurezza stradale non si contano e anche gli incidenti, spesso mortali, insanguinano l’asfalto isolano. Più segnali in strada sono fondamentali, maggiori dissuasori diminuiscono le possibilità di incidenti. Ma non basta. Serve educazione, alimentare il senso civico, organizzare nuovi convegni. Mantenere alta l’attenzione sulla sicurezza stradale è fondamentale per convincere anche i più restii a fare maggiore attenzione in strada. “Aggiungerei – aveva chiarito Raffaele Cacciapuoti, consigliere della città metropolitana di Napoli con delega alla sicurezza stradale – che sensibilizzare i più giovani già dalla scuola, anni prima che possano accedere alla patente, è sicuramente la strada giusta per avere delle strade sempre più sicure. A fare da soli si fa prima, ma insieme si fa sicuramente meglio.