Sindaci strafottenti, così si affossano l’EVI e l’isola
In una nota indirizzata ai sei primi cittadini, il liquidatore Pierluca Ghirelli spiega come la mancata revoca della liquidazione può portare alla perdita della gestione del servizio idrico. Ed elenca le assemblee rinviate o andate deserte nonché i finanziamenti persi a causa dello “status”. Un atteggiamento da suicidio perfetto che lascia davvero esterrefatti
La nota è di quelle pesanti, pesantissime, che certo non possono che far rumore. Il legale rappresentante del Cisi, Pierluca Ghirelli, ha trasmesso una nota “infuocata” ai sindaci dell’isola d’Ischia (componenti dell’assemblea) e per conoscenza al presidente dell’ente idrico campano. Già l’oggetto del documento è sufficiente per capire che si è in presenza di un qualcosa di decisamente tosto: “Sedute deserte Assemblea Cisi – Stato liquidazione EVI spa, condizione impropria per gestione efficiente”. Dove quel “condizione impropria” non è affatto casuale, perché Ghirelli lancia delle accuse chiare andandole a confutare con una serie di dati (e date…) di fatto che vengono ricordate e citate analiticamente nella sua missiva. Il liquidatore dell’Evi esordisce rivolgendosi ai primi cittadini e ricordando che “negli ultimi mesi l’assemblea del consorzio Cisi ha registrato l’assenza quasi completa dei suoi componenti, tutte le riunioni convocate per discutere argomenti di significativa importanza per la gestione del servizio idrico integrato sono risultate deserte”. L’inizio, come si nota, è già un affondo, poi Ghirelli prosegue: “Tra le numerose questioni da affrontare, rimaste sostanzialmente inevase, figurano la revoca della procedura di liquidazione dell’EVI spa, l’imputazione degli oneri degli interventi straordinari che l’EVI spa esegue sulle reti, le modalità di surroga delle numerose cessazioni dal servizio del personale operaio, l’affidabilità delle reti, la prosecuzione dei ripiano dei debiti pregressi anni 1998-2012 ed altre”.
I sindaci vengono messi sul banco degli imputati relativamente alla revoca di procedura di liquidazione sebbene ai Comuni fosse stata trasmessa una accurata relazione contenente un documento contabile. Ma è qui che Pierluca Ghirelli lancia il suo j’accuse: “Nessun ente ha proceduto a riscontrare in alcun modo tale nota, né ad adottare un comportamento logicamente conseguente alle premesse, nonostante l’impegno profuso per addivenire alla produzione della documentazione necessario. Si è dunque preso atto del mutamento di orientamento degli enti comunali isolani in relazione alla volontà di mantenere il consorzio CISI in posizione autonoma, per il quale peraltro si rinnova l’invito all’incardinamento degli ordinari organi di governo. Per il conseguimento della revoca della liquidazione in EVI spa, è stata individuata altra procedura e, a tal fine, l’assemblea CISI ha prima ritenuto di acquisire parere dall’avvocato Luca Parrella e, su suggerimento di questi, con ratifica assembleare, è stato dato avvio all’acquisizione di una certificazione della contabilità della EVI spa ad opera di una società di revisione di rilievo nazionale, come richiesto dallo stesso avvocato Parrella, certificazione resa e trasmessa ai sindaci il 26 settembre 2019 a mezzo pec”.
Ma è in questo momento che emerge un atteggiamento ostruzionistico o semplicemente indifferente delle istituzioni locali perché Ghirelli sottolinea come al termine del percorso di verifica, che aveva sostanzialmente dato disco verde al procedimento di revoca, i soci sono risultati assenti a una lunga serie di sedute assembleari. E il professionista le cita una ad una: l’11 e il 12 febbraio 2020 risultano tutti assenti, il 17 e 18 febbraio è presente solo Forio, il 16 e 17 settembre scatta l’escamotage della richiesta di spostamento di orario e in un’altra circostanza arriva anche la richiesta di rinvio a data da destinarsi (su richiesta dei Comuni di Ischia, Forio e Barano). Si arriva il 21 ottobre e ad una nuova seduta in videoconferenza dove risultano nuovamente tutti assenti con la seduta che va deserta e quella di una settimana dopo (28 ottobre) viene invece rinviata. Di fronte a quanto appena esposto, la valutazione di Pierluca Ghirelli non può che essere una: “Ad oggi il percorso di revoca è fermo – scrive il liquidatore, né è stata fatta chiarezza in relazione all’assunzione di decisioni improrogabili già segnalate alle SS.LL.; ne derivano conseguenze negative in ordine alla gestione del servizio, alla pianificazione degli interventi ed all’impossibilità futura di conservare la qualifica di soggetto gestore. Avete capito bene, se l’atteggiamento dei sindaci dovesse proseguire in questa direzione – e nulla lascia presagire qualcosa di contrario o diverso – il rischio concreto è quello che a gestire il servizio idrico sull’isola potrebbe essere qualche soggetto della terraferma. Come più volte abbiamo scritto su queste colonne, potrebbero “scipparci” una risorsa fondamentale come l’acqua e se questo dovesse accadere nessuno si meravigli o cada dalle nuvole. Non vorremmo mai rivelarci profeti, ma ce la saremmo cercata da soli mettendo in atto il classico “suicidio perfetto”.
Attenzione, però, Ghirelli non ha ancora finito. Nella sua nota ricorda come ad esempio la mancata revoca della liquidazione abbia conseguenze nefaste pure su altri settori. Per quanto riguarda le risorse umane il liquidatore scrive che “con la mancata liquidazione l’azienda, inoltre, non può esercitare un’efficace politica del personale per surrogare le cessazioni dal servizio. Il sostanziale blocco del turn over ha condotto l’EVI spa in una pericolosa condizione di carenza di personale, in particolare operaio e tecnico”. E c’è di peggio perché ad esempio l’attuale status non consente all’ente di essere un efficace interlocutore istituzionale per l’utilizzo dei finanziamenti che ci sono e di quelli che verranno per il rinnovo necessario delle reti, ormai in molti casi vetuste e obsolete. Di fatto l’EVI, nonostante una solidità economico-finanziaria ormai certificata, rappresenta un ostacolo nei confronti della gestione del servizio idrico integrato in quanto, si legge ancora, “risulta impossibile accedere al mercato del credito, condizione indispensabile per la realizzazione di investimenti strutturali sulle reti idriche e fognarie, necessari per l’efficientamento del servizio, viene quindi a mancare un’opera di continua manutenzione straordinaria, indispensabile per il graduale deperimento delle infrastrutture e delle reti, vecchie in media di cinquant’anni, in lunga parte frutto dell’opera della Cassa del Mezzogiorno”.
Attenzione al passaggio successivo dove viene sottolineato un dettaglio che non può che far riflettere con estrema attenzione: “Si ricorda come nel 2020 – scrive ancora Ghirelli – l’EVI spa abbia ottenuto due finanziamenti rivolti alla realizzazione di nuove condotte fognarie sottomarine per i Comuni di Forio e Lacco Ameno richieste con forza, per anni, dai sindaci isolani. Purtroppo, nel caso di Forio, il finanziamento è stato perso perché la EVI spa è in liquidazione e non ha potuto stipulare in proprio la fidejussione richiesta dalle procedure. Quanto accaduto illustra, con evidenza meridiana, l’enorme difficoltà, se non l’impossibilità, per l’azienda, permanendo la condizione di liquidazione, di effettuare tutte le attività necessarie per una gestione ottimale del servizio idrico integrato”. Crediamo davvero che di fronte ad osservazioni del genere, tutte peraltro suffragate dai fatti, non servano ulteriori commenti. E noi, al lettore, risparmiamo qualche dettaglio per una seconda puntata in cui affronteremo tematiche parimenti “scottanti” come quelle legate ai debiti pregressi del Cisi/EVI e ad una serie di problematiche legate ed equilibrio finanziario e spese straordinarie. Insomma, sembra quasi che la politica abbia deciso di rompere un giocattolo che ci ha messo tanto per tornare come nuovo. Semplice atteggiamento masochistico o c’è dietro qualcos’altro? Nessun problema, nei prossimi giorni proveremo a chiederlo agli interessati. E un eventuale silenzio, certo non sarà quello degli innocenti.