Premessa 1. In questi mesi abbiamo imparato qualcosa? Ogni giorno serve ma, ultimamente, stiamo scoprendo tanto di questo popolo di “cittadini”. Il periodo dopo il terremoto ha il merito – lo avrà pure in futuro – di chiarire che l’isola, quella che per abitudine guardiamo con gli occhi ingenui di chi fa finta di niente di fronte alle emergenze, ci nasconde il suo lato oscuro. Non perché non ne esista uno positivo ma perché, al contrario, la sfumatura marroncino copre di odori storie tristi che si estendono a macchia di leopardo su questa terra che negli anni ’50 ospitava una tribù dal carattere semplice e poco complicato. Oggi, dopo circa sessant’anni, la gente non solo è aumentata – siamo più di 65 mila abitanti – ma la società s’è involuta, seccata e senza valori, prendendo la via del declino con un’auto a persona e lo spazio al telefono di ultima generazione. Abbiamo imparato che per soldi ci conviene scendere a patti con la coscienza e certe volte senza troppa difficoltà oleare la macchina è normale. Più per paura che per necessità. Che per esempio criminalità, quasi organizzata, droga, corruzione, prostituzione, siano annidate sull’isola, è noto a tutti. Guardare in faccia tutto ciò può mettere a rischio le convinzioni di ognuno, quindi è meglio farsi condurre dalla leggerezza spesso illusoria, come la convinzione che la società resterà immune a ogni pericolo. Ammettere il contrario significherebbe alzare il velo delle convinzioni ipocrite da cui ci facciamo cullare beatamente, gettarsi sul problema, afferrarlo, portarlo in superficie, analizzarlo e tentare di risolverlo. Non è per niente semplice. Specie per chi non vuole vedere Ischia se non nella sua immagine da cartolina. Premessa 2. Terremoto atto 8. Forse le emergenze non le abbiamo mai volute affrontare. Mentre per il G7 – che c’è stato – le scuole e i tribunali sono stati chiusi, una riflessione va fatta su Berlusconi che ha giocato d’anticipo ed è arrivato a Lacco Ameno chiamando a se fedeli e autobus provenienti dalla terraferma carichi di gente che pareva l’esodo in un centro di prima accoglienza. Il «Presidente» in occasione dell’apertura della campagna elettorale del suo partito ha detto, probabilmente in un messaggio sotto traccia, che costruirà le case crollate in meno di quattro mesi. Se solo avesse accennato alla possibilità di arredarle con l’abbonamento a “premium”, che occasione persa. Ha solo bisogno – ha detto- di una proposta seria, fattiva, divisa per punti ma che la classe “dirigente” isolana avrà non poche difficoltà a scrivere. Stando a ciò che è accaduto, non ne abbiamo le capacità, perciò faremo bene a chiamare qualcuno in grado di aiutarci. Sembra, infatti, ci sia stato «qualche errore» nella compilazione della relazione dei costi – o nota “spese” – sulle somme urgenze (poi sbloccate per pochi). Perciò Grimaldi, il commissario, ha voluto vederci chiaro. Forse si tratta di una di quelle storie di cronaca all’italiana in cui la mano destra tenta di acchiappare quanto più possibile dalla sinistra senza destare sospetti. Tutto sommato – e qui le somme c’entrano poco- se c’è chi ha reso imprecisa la nota spese, è verosimile che possa sbagliare la “proposta” chiesta dal Presidente di Forza Italia. Abbiamo a che fare con gente furba e detiene il potere, lo amministra, vantandosene per le vie del paese senza riuscire a trovare una soluzione per il quotidiano. Sembra che nei giorni scorsi sia accaduto un fatto increscioso. A Casamicciola un cittadino che ha perso tutto nel sisma del 21 agosto si è visto negare un documento per il quale, il Commissario per l’emergenza, sempre Grimaldi, ne aveva attribuite alla «casa comunale» la competenza e la produzione. Lo sventurato, vedendo il vuoto nell’ufficio cui si era rivolto, domanda spiegazioni senza risposte. Altro terremoto, questa volta del richiedente, contro quell’incompetenza che cammina sulle gambe degli amministratori. Forse sì, in questi mesi abbiamo imparato qualcosa. O forse già lo sapevamo.