Creatività, eleganza, accoglienza e relax. Sono queste le chiavi del successo di Ciro Calise e Anna Olmo, da otto anni a capo di due degli hotel a cinque stelle più suggestivi di Ischia: Miramare & Castello e Mareblu. Scelti in questi giorni come set e quartier generale della produzione televisiva spagnola “Los espabilados”. Il Golfo ha incontrato i padroni di casa tra una pausa e l’altra delle riprese.
Cosa ha significato ospitare un’intera troupe spagnola per le riprese di una fiction, in giorni anche difficili visto il meteo? Che impegno è stato?
«Anzitutto una grande soddisfazione di essere stati scelti. Sappiamo che avevano visionato anche altre strutture sul territorio. Ci siamo presentati per quello che siamo: amiamo mettere a nostro agio l’ospite, ci piace l’idea di un ambiente comodo in cui ci si sente come a casa. Un’atmosfera che li ha convinti. Il nostro impegno è stato ovviamente altissimo. Ospitare un’intera troupe non è facile: non hanno orari, fanno colazione alle 5 del mattino, pranzano nel pomeriggio o in orari sempre diversi, insomma bisogna organizzare bene i servizi ed essere disponibili 24 ore su 24. Fortunatamente è capitato in periodo in cui ci sono pochi ospiti nei nostri hotel, quindi ci siamo potuti dedicare quasi esclusivamente a loro. Grazie a un personale splendido, che lavora da anni con passione presso i nostri hotel, e un’energia contagiosa malgrado le difficoltà meteo di questi giorni che hanno un po’ destabilizzato i nostri e i loro piani. Il bilancio è molto positivo.»
Richieste particolari?
«Alcuni hanno seguito un regime alimentare insolito. Non parlo di vegani o simili, ma di diete specifiche molto particolari. E’ stato utile perché siamo sempre più interessati, con l’hotel Mareblu, a rafforzare l’idea di una struttura che curi il benessere psico-fisico dell’ospite in ogni aspetto del suo soggiorno. Compreso quello alimentare.»
Ogni estate ospitate grandi personalità del cinema e dell’arte. Bellocchio, Steven Zaillian e Tommy Hilfiger tra gli ultimi. Ischia ha bisogno di un rilancio internazionale per competere con altre destinazioni forse più riconosciute?
«Siamo molto onorati di accogliere le star del jet set. Ma credo che Ischia debba mantenere la propria specificità che ci distingue, da esempio, da Capri. Abbiamo cultura, tradizione culinaria, storia, territorio, terme. Capri è un salotto, Ischia una terra da vivere. Bisogna starci almeno una settimana per imparare a conoscerla almeno un po’. Certo, dobbiamo farlo migliorando alcune cose: meno caos e più controlli, specie ad agosto. Meno traffico e più cura dell’urbanistica, spesso disordinata.»
La destagionalizzazione è una strada praticabile?
«Ci abbiamo provato, ma cosa trovano gli ospiti fuori dall’albergo? Parchi termali chiusi, strutture non sempre fornite di tutti i servizi che chiede un turista se fuori è brutto tempo. Ad ogni modo, noi abbiamo risultati molto soddisfacenti. L’8 dicembre, ad esempio, il Mareblu sarà pieno. Speriamo in un meteo più clemente: la nostra clientela, quasi tutti professionisti, temono di non poter tornare in terraferma. Abbiamo il termalismo, è la carta su cui puntare per allungare la stagione. Senza svenderlo, sia chiaro. Come gestori, investiamo ogni anno per rendere il nostro reparto termale più accogliente e completo, anche d’inverno.»
Qual è la vostra abituale clientela internazionale?
«Il nostro mercato principale è il Nord Europa. Quest’anno in decisa crescita gli americani, una clientela simpatica che ha amato molto il nostro stile di classe ma informale, per nulla ingessato. Ci sono anche tedeschi, qualche russo, ma una vivacità maggiore arriva proprio dagli Usa. Crediamo anche per effetto dei romanzi e delle serie tv “L’amica geniale”, formidabili volani di promozione del territorio, delle sue atmosfere e della sua cultura. I nostri ospiti tornano anche più volte, siamo un po’ come una grande famiglia: qui ritrovano lo stesso personale, la stessa calda accoglienza, la cucina locale più autentica, un panorama spettacolare da schermo cinematografico. Un mondo di emozioni, soprattutto.»
L’ospite vip a cui siete più legati.
«Tanti. Per anni ho gestito i Giardini Eden dove arriva il meglio del jet set internazionale. Ricordo con grande piacere Carolina di Monaco, una donna straordinaria, di grande eleganza e umanità. O Ben Kingsley, l’attore di Gandhi, un uomo di una gentilezza squisita. Al Miramare ho conosciuto Sting, Rod Stewart, simpaticissimo, Chris Hemsworth, Salvatores, Muccino, Turturro, la Bellucci e Sabrina Ferilli, che viene spesso a trovarci alla Lampara, sul roof garden del Miramare.»
Il più difficile?
«Nessuno in particolare. Alla fine cerchiamo di dare il massimo con tutti e accontentarli. Anche se non sempre con tutti c’è lo stesso feeling. Con Carlo Verdone, ad esempio, non è scattato.»