Scuola e sicurezza, la Fortini: «I cittadini siano sentinelle»
L’assessore regionale auspica maggiore consapevolezza verso la problematica dell’edilizia scolastica
Una visita istituzionale e nient’affatto casuale a Casamicciola, una terra martoriata dal sisma e che proprio nel settore scolastico ha vissuto non poche difficoltà.
«Partecipo a questo incontro con l’amministrazione e il mondo scolastico perché sono stata sollecitata da alcuni rappresentanti della scuola, anche se la questione nel suo complesso non compete alla Regione, visto che esiste un Commissario delegato. Tuttavia i genitori mi hanno chiesto di intervenire e io lo faccio volentieri, anche per cercare di velocizzare le procedure. A volte possono esserci delle lentezze provocate dai vari necessari passaggi burocratici, quindi se potrò adoperarmi lo farò con piacere. Molti non lo sanno, ma io sono residente a Ischia, quindi conosco la realtà del territorio».
Proprio oggi è stata ufficializzata l’apertura delle scuole il 14 settembre. E’ una scelta che condivide?
«Nella conferenza Stato-Regioni sono state approvate le linee-guida, ma la Campania è stata l’unica Regione che non ha approvato l’intesa. Le altre regioni si adegueranno a tali linee-guida, ma in Campania escludo categoricamente che si possa iniziare il 14 settembre. La prossima settimana si svolgerà un incontro con le parti sociali, i sindacati, le associazioni dei genitori, ma credo che poiché le elezioni si svolgeranno certamente il 20-21 settembre, si converrà di aprire le scuole direttamente il 24 settembre. Far entrare i ragazzi a scuola per un paio di giorni, poi chiudere le scuole per una settimana lasciando spazio ai seggi elettorali, sanificare gli edifici prima e dopo la consultazione, mi sembra onestamente una cattiva idea e un cattivo inizio di anno scolastico. Diciamo che non mi sembra di buon auspicio».
L’approccio alla tecnologia e non solo: il Covid potrà portare anche innovazione ad un settore come quello scolastico, molto legato alla tradizione?
«Devo dire che io sono affezionata alla tradizione: la scuola in presenza è la vera scuola. Per carità, la didattica a distanza ha funzionato in alcuni luoghi, ha funzionato benissimo in altri, ha funzionato maluccio in altri ancora. A volte si perde comunque il contatto umano, ma i ragazzi imparano a crescere anche solo con l’interazione con gli amici, i compagni di classe. Per questo ci auguriamo e lavoreremo affinché a settembre si possa tornare finalmente in aula, nonostante io ritenga che queste linee-guida siano irricevibili: penso che la Ministra Azzolina sia nel merito sia nel metodo abbia totalmente sbagliato approccio. Noi Regioni siamo state chiamate soltanto due giorni fa: abbiamo dovuto lavorare letteralmente giorno e notte. Non è serio, anzi si tratta di mancato rispetto istituzionale: siamo assessori regionali, quindi sarebbe stato opportuno scrivere insieme queste linee-guida. Di fatto si è trattato di una rincorsa, e la Campania non se l’è sentita di dare l’approvazione a tale documento».
Qual è la situazione dei plessi scolastici sull’intera isola e come si attiverà la Regione Campania in vista del nuovo anno didattico?
«In realtà la situazione è più o meno in linea con tutte le altre scuole in Campania. L’edilizia scolastica è una criticità peraltro non solo della nostra regione, ma in tutta Italia. Anci e Upi hanno stimato in circa 40 miliardi il fabbisogno per mettere in sicurezza tutti i nostri istituti. In Campania la cifra potrebbe essere più o meno di quattro miliardi. L’emergenza-Covid ha messo in evidenza una criticità che noi già conoscevamo bene, per cui – e lo sto dicendo da anni – noi abbiamo bisogno di un “piano Marshall” per l’edilizia scolastica: il governo dovrebbe assumersi una responsabilità forte. Non dico per 40 miliardi – che è l’equivalente di una manovra finanziaria – ma almeno due, tre o quattro miliardi l’anno per i prossimi cinque anni ci consentirebbe almeno di iniziare a “respirare”».
Ritornando a Casamicciola e al sisma, come Lei ha già accennato, la sicurezza su tutto il territorio nazionale dei plessi scolastici resta un vero e proprio tallone d’Achille. Ma almeno negli ultimi tempo è aumentata la consapevolezza del problema?
«Guardi, non so se si possa dire questo. Ogni volta che cade un calcinaccio, e nelle scuole capita spesso, io non mi stupisco, perché se non si investe nella manutenzione in maniera strutturale, è fisiologico che prima o poi gli edifici comincino a manifestare cedimenti. Purtroppo, le persone hanno la memoria corta: il fatto è che la sicurezza degli edifici scolastici dovrebbe essere una priorità della politica, ma lo diventa solo quando è già una priorità per le persone. Se queste ultimi scendono in piazza, allora la politica recepisce l’importanza di tale priorità, ma probabilmente adesso la gente non ha ancora questa consapevolezza. E poi, le scuole oltre ad essere sicure dovrebbe essere belle, dovrebbero essere luoghi attraenti per i ragazzi che le frequentano».
Tornando al tema elettorale, Lei avrebbe preferito anticipare le elezioni regionali?
«Sicuramente. Se avessi dovuto decidere io, le avrei fissate a luglio. A settembre c’è l’inaugurazione dell’anno scolastico, con tanto da fare: centomila tamponi ai nostri insegnanti, al personale non docente, diversi incontri per verificare se gli edifici sono a norma… La coincidenza con le elezioni non è certo il modo migliore per lavorare: ecco perché, secondo me, è stato un errore. Ancora una volta, la scuola è stata messa in secondo piano rispetto alle logiche elettorali, e non è una cosa bella».