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Savio tuona: «I lavoratori ischitani votino con coscienza»

“Basta sfruttamento e precarietà, vogliamo lavoro e dignità”. Con queste slogan il candidato alla carica di sindaco di Ischia Gennaro Savio ha esordito in un post in cui su Facebook ha risposto a chi gli chiedeva quale fosse stato il suo impegno in tema di lavoro qualora fosse stato eletto primo cittadino. “E’ questo lo slogan – ha sottolineato Savio – con cui possiamo  sintetizzare le linee guida del nostro programma in tema di lavoro. Come amministrazione comunale ci batteremo per l’abolizione della Naspi e per l’immediato ripristino dell’indennità di disoccupazione ma, soprattutto, per allungamento della stagione turistica. Perché all’elemosina umiliante di uno Stato padronale e disumano, vogliamo lavoro. Lavoro dignitoso e non sfruttato. Perché chi è impegnato a lavorare in un’azienda per dodici, tredici e persino quattordici ore al giorno, non ha dignità lavorativa ma è da considerarsi uno schiavizzato. Inoltre è impensabile che in una località turistica come la nostra, persino d’estate ci sia un’enorme schiera di disoccupati. Disoccupati che sicuramente troverebbero occupazione se in tutte le aziende del turismo venissero rispettati il contratto e  l’orario di lavoro”.

E per sottolineare l’impegno che con il PCIM-L e il padre Domenico ha sempre portato avanti sull’isola d’Ischia, Gennaro ha ricordato le iniziative tenute anche nel passato in tema di lavoro. “Ricordo che quasi venti anni fa, con mio padre fondammo addirittura un sindacato di base. Si trattava di uno strumento con cui poter difendere i diritti dei lavoratori a cui però questi ultimi non diedero il sostegno necessario. Tenemmo anche una manifestazione di protesta contro lo sfruttamento nelle aziende, con corteo da Ischia Ponte al Porto. Eravamo dieci lavoratori e solo grazie alla presenza dei celerini e di due grosse camionette della polizia, sembravamo di più. Qualcuno era scoraggiato e ci consiglio di rinunciare al corteo. Con mio padre valutammo anche questa ipotesi, ma dicemmo no, e partimmo. Ci muovemmo lentamente, mandammo il traffico in tilt e urlai a squarciagola per ore, sino a piazza Antica Reggia. Racconto questo – continua a spiegare il candidato sindaco del PCI-ML – solo per ricordare, innanzitutto a me stesso, l’impegno politico  incessante e coraggioso che assieme a mio padre porto avanti sin da quando ero bambino a difesa dei diritti dei lavoratori e non a caso il nostro programma elettorale prevede l’istituzione di un assessorato al lavoro. Perché i lavoratori ischitani meritano rispetto ed attenzione anche perché  rappresentano il vero motore propulsivo dell’economia turistica isolana”.

“Un lavoratore non può votare per candidati sindaci come Gianluca Trani ed Enzo Ferrandino, entrambi espressione di quel Partito Democratico che ha socialmente distrutto l’Italia e impoverito il popolo italiano anche attraverso il dimezzamento  dell’indennità di disoccupazione e la cui cultura politica non gli ha mai consentito e mai potrà consentirgli di difendere i diritti degli sfruttati e di chi, nonostante lavori, non riesce più ad arrivare alla fine del mese. Votare per questi signori che hanno alle spalle imprenditori come Giosi Ferrandino, Domenico De Siano e altri, i quali tra l’altro amministrativamente parlando negli ultimi vent’anni hanno socialmente affossato la nostra Isola, equivarrebbe a dare il sostegno elettorale ai massacratori dei diritti e delle esigenze del popolo. Si tratterebbe di un imperdonabile suicidio politico, sindacale ed elettorale. Basta sindaci imprenditori, è giunto il momento di dare voce al popolo con l’elezione di un sindaco lavoratore”.

Ufficio Stampa del PCIM-L

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