Sant’Anna e i conti sbagliati: la festa celebra (e inizia) la sua 80esima edizione, nella storia si è infatti fermata 12 volte

Festa di Sant’Anna e le eterne polemiche - sono stati la guerra e il covid a sospendere e ridurre il corso delle edizioni della sagra iniziata nel 1932, ossia 92 anni fa. Questi gli anni in cui non fu fatta la festa: anni ‘41, ‘ 42,’43, ‘45, ‘46, ’47, ‘48. ‘49, ‘50, ’51 poi nel 2020 e 2021 a causa del covid

Mancano esattamente 19 giorni al 26 di luglio dell’ultimo venerdi del mese, giorno o meglio la sera in cui tutti, turisti e ischitani, vivranno la grande emozione della Festa a Mare agli Scogli di Sant’Anna che qualcuno disinformato l’ha già segnata, sbagliando, come la 92esima edizione. Diciamo subito che la Sant’Anna di quest’ anno 2024 non è la 92 edizione, ma è senza alcun dubbio la 80esima edizione per il semplice motivo che la Festa iniziata nel ’32, nel corso dei 92 anni solari trascorsi, si è fermata per vari motivi (guerra e malattia) ben 12 volte compresi i due anni recenti del Covid 2020 e 2021.

CATELLO CURCI 1975

A fronte di questo equivoco numerico nel quale il Comune di Ischia ci sguazza da vari anni dimostrando inspiegabilmente di non volerne uscire, è necessario richiamare una volta per tutte l’attenzione e l’onestà intellettuale, oltre che ricordargli la inoppugnabile certezza dei numeri, del Sindaco Enzo Ferrandino e del delegato Luigi Di Vaia per una ulteriore e definitiva chiarezza. Il Comune di Ischia organizzatore della Festa Mare Agli Scoli di Sant’Anna, vecchia e tradizionale denominazione, ha il dovere e l’obbligo di comunicare in termini corretti il numero esatto delle edizioni della Sagra di S. Anna fin’ora svoltasi dal 1932 in poi. Il numero corretto delle edizioni della Festa realmente realizzate sono 79, mentre gli anni solari trascorsi dal 1932 al 2023, ossia l’anno scorso, sono 91. Oggi nell’anno del Signore 2024 decorre l’anno solare 92 con la edizione della festa numero 80. Di qui non si scappa. Fino a quando la Festa l’ha riorganizzata l’EVI a partire dall’anno 1952, la si reclamizzava, passandola alla storia con la sola datazione dell’anno in cui la Sagra aveva luogo come ad esempio indica una vecchia locandina della Festa del 1959 fatta stampare e diffusa dall’Ente organizzatore. Nel 1962 l’EVI si concesse una pausa ed affidò l’organizzazione della Festa ad un Trio di giovani titolari del giornale isolano il “Corriere dell’Isola d’Ischia” e della prima Agenzia di Stampa e Pubblicità sorta ed operante a quel tempo a Ischia rappresentata dal sottoscritto Antonio Lubrano, da Pino Buono poi fondatore di Tele Ischia lasciata in eredità al figlio Enrico e da Renato Conte di Napoli.

L’anno dopo 1963 la Festa tornata nuovamente all’EVI, ha proseguito il suo corso fino a quando negli anni ’70, soppresso l’EVI sarà la Regione a manovrare i fili della Festa prima col suo commissario alla nascente Azienda Turismo e poi demandando la cura della manifestazione al Comune d’Ischia. Con i nuovi organizzatori nascono le edizioni numerate sballate della Festa di S. Anna e perfino un Palio con un conteggio che parte dalla prima festa del 1932 fino a quella delL’ anno 2019 etichettandola col numero progressivo (sbagliato) di 87esima Festa a Mare agli Scogli di S.Anna senza tener conto dei 10 anni in cui la Festa stessa non ha avuto luogo (anni ‘41, ‘ 42,’43, ‘45, ‘46, ’47, ‘48. ‘49, ‘50, ‘51) confondendo il numero degli anni trascorsi (dal 1932 al 2019) con il numero delle edizioni della festa. L’equivoco storico e del tempo corrente, alla luce degli approfondimenti osservati ed in virtù di una documentazione cartacea a suo tempo visionata insieme al compianto Andrea Di Massa presso gli uffici del vecchio EVI, va corretto per una nuova visione di una festa che non dovrà conoscere tramonti. I ricordi, sono quelli lontani, di quando cioè, questa Festa prese avvio ad iniziativa di un manipolo di intraprendenti giovanotti del Borgo. Era luglio del 1932 con il giorno di S.Anna che si avvicinava sempre di più, finchè, non si giunse all’imbrunire del 26, allorquando per incanto all’improvviso una miriade di lampetelle ottenute con uno straccio imbevuto di nafta immerso in un barattolo di conserva, si accesero sugli scogli di S. Anna, sui muretti di cinta della Chiesetta e della Torre di Michelangelo vicine , sugli scogli dei “Travi” e della Corteglia, sui bastioni e fabbricati del Castello. Lo spettacolo si arricchiva con “fugarazzi” o falò o “lumminari” che prendevano fuoco sulle colline di Soronzano e Campagnano.

La prima edizione della Festa di Sant’Anna dell’era moderna stava incominciando datata 26 luglio 1932. Dalle barche addobbate con foglie di canna e lanternine rudimentali della prima ora (1503) si passò alla prima barca addobbata con effetto scenico presentata alla festa da un giovane e valente artigiano del Borgo, Giovan Giuseppe Sorrentino noto col nome di Nerone. Altri concorrenti alla sfilata furono la famiglia Purificato, Federico De Angelis e Vincenzo Funiciello. Nerone fu indiscusso protagonista nelle edizioni del ’33, del ’34, del ‘ 35 e del ’36. Il Comitato pioniere di quelle prime Feste di Sant’Anna tenne banco resistendo fino al 1944 ed era composto da storici personaggi dell’epoca quali il cap. Michelangelo Patalano, i pittori Federico Variopinto e Matteo Sarno,il capitano Francesco Messina, il commerciante Nicola Giusto, il commerciante Antonio Castagna, il capitano Giovanni Castagna ( morì in Grecia), l’artista Aniellantonio Mascolo, Giovanni Mascolo, Giovan Giuseppe Patalano, Rosario Rosiello, Costantino Mazzella, Giovanni Messina,Nicola Buono, Giovan Battista De Laurtentiis, Luigi Pilato detto Maressa, Giannino Barile, Andrea Monti,Emilio Di Meglio, Catello Curci, Pasquale Di Massa, Enrico Califano e il dott. Luigi Mazzella nominato presidente del gruppo. La Festa a Mare agli Scogli di Sant’ Anna tornò nel 1952 ad iniziativa dell’EVI Ente Autonomo per la Valorizzazione Turistica dell’Isola d’Ischia. La Festa di Sant’Anna divenuta manifestazione di fortissima espressione popolare dal 1952 allo scorso anno 2019 non si è mai più fermata. Il terzo stop è arrivato quest’anno 2020, l’anno dell’epidemia sanitaria-Covid-19. Non è vero che la festa di S. Anna subì lo stop nel 1954 per dare spazio alla celebrazione del primo centenario dell’apertura del Porto borbonico di Ischia.

Quella edizione del ’54 non solo ebbe luogo, ma sancì la vittoria dell’artista Vincenzo Colucci con la barca addobbata Aida che partecipò dopo anche alla festa del porto. La Festa di S. Anna durò fino al 1940, poi la sospensione a causa degli eventi bellici e ripresa a guerra ancora in corso nel 1944 anno in cui si svolse l’ultima edizione del primo e vecchio ciclo. Quella festa a Mare fu vinta da Nerone su Funiciello, Sasso, Buono ed altri. Quindi a conti fatti, la festa di S,Anna per la prima volta dalla sua ripresa, si ferma all’dizione n- 76 dell’ anno 2020 d anche nedll0anhjo successi vo 2021. In tutti questi anni di acqua ne è passata sotto i ponti . La Festa a Mare agli scogli di S,Anna evolutasi ai livelli massimi nel periodo tra il ’52 ed il 2019 ha visto giganteggiare sul grande palcoscenico del golfo aragonese grandi maestri dell’arte scenica nella ideizzazione e costruzione di barche allegoriche in concorso: da Nerone e i suoi figli Raffaele e Carlo a Funiciello, da Canestrini a Federico De Angelis, da Andrea Di Massa a Luca Mazzella, da Giovanni Conte Puparuolo e Antonio Leone a Ciccio Boccanfuso, da Antonio Di Scala a Domenico Bubbessa, da Gaetano Maschio agli artisti di Procida, da Giorgio Migliaccio a Nerino Rotolo ed alla lunga schiera di giovani volenterosi in cui nella edizione dell’anno 1967 con la barca ‘A Vocca Vecchia del Porto d’Ischia si distinsero in particolare i vari Nerino Rotolo,Giovanni D’Amico, Luciano Bondavalli, Paolo Baiocco e Gennaro Della Vecchia che con il loro estro ed entusiasmo contribuirono alle fortune di una festa che ormai già da quegli anni cresceva a vista d’occhio. In realtà e per i favori della storia, S. Anna è ricordata e celebrata ad Ischia da oltre cinque secoli per merito iniziale di Donna Laura Sanseverino-D’Avalos che da religiosa praticante qual’era, chiese al marito capitano Innaco D’Avalos e favorito del Re Ferdinando d’Aragona di usare tutta la sua ascendenza verso i suoi superiori a Corte affinchè gli permettessero di costruire una chiesetta nei pressi di quello stesso luogo dove da poco era stata costruita la Torre, in quella stessa ampia distesa di terreno con facile discesa a mare, davanti al Castello in un contesto panoramico mozzafiato. Innico D’Avalos che aveva seguito personalmente i lavori di costruzione della Torre. ottenne il benestare e i fondi. La Chiesetta potè presto vedere la luce ed essere aperta al culto non solo per la sua famiglia, ma anche per gli abitanti dell’intera zona. Donna Laura Sanseverino-D’avalos felice per essere stata così particolarmente accontentata, in occasione di una visita del Re sul Castello, si recò per ringraziarlo personalmente a nome anche della comunità che avrebbe frequentato la chiesetta nell’area della Torre. La chiesa fu consacrata direttamente dal Vescovo.d’Ischia Donato Strineo nel 1504 nello stesso anno in cui prese possesso della Diocesi isolana. Come si è detto il Vescovo Strineo era impegnato presso la curia di Napoli reggendo il Vicariato Generale per disposizione del Cardinale Carafa, a sua volta trattenuto a Roma. Il Vescovo Donato Strineo si recava ad Ischia sul Castello solo in occasioni solenni .o a seguito di particolari inviti che gli venivano formulati da personaggi influenti dell’isola. L’invito che gli pervenne dalla famiglia D’Avalos era di quelli che non si potevano rifiutare, anche perché il Vescovo, era a conoscenza dell’opera meritoria dei coniugi D’Avalos relativa alla realizzazione di una chiesetta fatta sorgere poco distante dalla Torre. Anzi Mons. Strineo accettò l’invito di buon grado e fu felice di ssolvere allo storico compito di consacrare il Tempietto ed elevarlo al culto del Signore ed alla venerazione di Sant’Anna la madre della Santa Vergine Maria. Ciò fu possibile perche Donna Laura Sanseverino nel corso della cerimonia di consacrazione donò alla nuova chiesetta che aveva fortemente voluto, un prezioso quadro raffigurante l’immagine della Santa a cui tra l’altro era molto affezionato, essendo il dipinto di autore ignoto, un gradito regalo di nozze di una sua cugina di Napoli con cui aveva rapporti familiari frequenti. Donna Laura il quadro l’aveva portato con se nella Torre sistemandolo in una delle sue stanze con particolare cura e attenzione. Il giorno della consacrazione della chiesetta coincise con la cerimonia di battesimo, sia pur con un anno di ritardo, della piccola Costanza d’Avalos che Donna Laura, sua madre, volle che si effettuasse in quella importante circostanza, nella stessa nuova chiesetta che dopo la sua costruzione decise fosse dedicata a S.Anna proprio in riferimento a quel quadro che aveva portato con sé durante il suo trasferimento dal castello alla Torre. Al rito religioso presero parte il Vescovo Strineo, il suo Vicario nella Cattedrale sul Castello don Catello Di Bernardo, altri membri delle famiglie D’Avalos e Sanseverino e una folta rappresentanza di semplici popolani contadini e pescatori dell’altipiano del Soronzano, di Cartaromana e del Borgo di Celsa. Fu una cerimonia nella cerimonia notevolmente toccante e benedetta per l’appdal restauVescovo di Ischia Mons. Donato Strineo ritornato sull’isola su specifico invito, per legare il suo nome ad un felice evento passato quindi alla storia. La Chiesetta fu così dedicata a S. Anna per effetto di quel particolare quadro andato poi perso con i paramenti ed altri oggetti di arredo sacro di quel tempo quando il tempietto divenne rudere. Solo di recente la piccola chiesa è stata rata e riportata alla sua antica funzione di luogo di culto. La festa in onore di S.Anna nel corso degli anni è divenuto un grande evento turistico di cui il paese va orgoglioso. E’ denominata la Festa a Mare agli Scogli di S.Anna a cui si aggiuse il Palio di Sant’Anna per premiare le migliori barche addobbate in gara. Poi la formula del palio ha lasciato spazio e nome alla sola Festa a Mare agli scogli di S. Anna.

Fotoricerca di Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter

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