A SAN PEDRO DI CALIFORNIA IL RADUNO DELL’ULTIMA GENERAZIONE DI EMIGRATI SAN GIOVAN GIUSEPPE D’AGOSTO FESTEGGIATO PRIMA IN AMERICA E POI SULL’ISOLA
DI ANTONIO LUBRANO
Frank (Franchino) Amalfitano dell’ultima generazione di ischitani viventi emigrati in San Pedro di California e colà residenti, in occasione della messa celebrativa di sabato 18 agosto scorso nella locale chiesa di Mary Star per ricordare la nascita del piccolo Carlo Gaetano Calosirto poi San Giovan Giuseppe della Croce, avvenuta in Ischia Ponte nell’antico Borgo di Celsa la mattina del 15 agosto del lontano 1654, con un accorato annuncio ha invitato i compaesani tutti a parteciparvi, con le seguenti parole postate sulla sua pagina di Facebook. Eccole. “Domani, 18 agosto, la comunità di ischitani di San Pedro, si riunisce come una famiglia per onorare il nostro Santo Patrono dell’isola di Ischia. I nostri primi parenti immigrati hanno preso San Giovan Giuseppe con loro in questa nuova terra come segno di amore e devozione, sapendo che questo Santo gli avrebbe dato coraggio e protezione specie nel duro lavoro della pesca nelle acque al largo della baia di San Pedro. Vieni, riscopri le tue radici e unisciti al tuo compagno paesano per la messa di domani, 9:00 am a Mary Stelle della Chiesa del mare. Dopo la messa, unisciti a noi per il rinfresco nell’auditorium, vedi qualche faccia dimenticata, senti e condividi una vecchia storia, perché un giorno, questi raduni finiranno e faranno parte della storia. A domani!” Alla messa solenne sono accorsi tutti, alcuni vecchi ischitani rimasti della precedente generazione, anziani dell’ultima generazione, i loro figli e nipoti. Insomma la partecipazione alla santa messa è stata compatta. Erano presenti in pratica tutti i nuclei familiari ischitani compresi i figli nati in America che di Ischia, i più sensibili, portano nel cuore e nella mente solo le testimonianze dei loro nonni e dei loro padri. Una partecipazione alla Santa Eurarestia, composta ed ossequiosa, a tratti emozionante per la musica e le parole del tradizionale inno “Oh Gran Santo…” diffuse fra le navate della chiesa attraverso la bella voce del tenore Agostino Castagnola di madre ischitana e devotissimo di San Giovan Giuseppe. Poi la suggestiva processione del Santo inghirlandato e il picchetto d’onore delle guardie giurate in alta uniforme. Infine le letture all’aperto del presidente della Federazione Cattolica Neal Di leva in omaggio a San Giovan Giuseppe e la benedizione ai presenti, impartita da Padre Carlo Vottola figlio di ischitani. Quindi si sono ritrovati così a Mary Star, presenziando alla funzione liturgica celebrata da un sacerdote di fresca nomina, frate Pio, al secolo Carlo Vottola dell’ordine dei Norbertini e figlio degli ischitani Nicola Vottola e Carmela Messina entrambi di Porto d’Ischia. Il sacerdote quindi di genitori ischitani doc, come ci informa dalla California Letizia Cigliano, è nato a San Pedro nel 1982 ed ha fatto tutti i suoi studi, dalle elementari fino al liceo a Mary Star of the Sea. Ha studiato anche a Roma dove ha assistito alla messa di Pasqua col Santo Padre. Ha predicato alla messa frate Kalina anch’egli di origini ischitane. Gli ultimi ischitani di San Pedro della California, per quanto possono, mantengono viva la fiammella della fede e della devozione verso San Giovan Giuseppe di cui venerano, come hanno fatto i loro padri due immagine cariche di fascino e di storia. Insomma Il gruppo degli ischitani, che purtroppo va facendosi sempre più esiguo si è reso protagonista sabato mattina 18 agosto scorso di un bel raduno fra compaesani stringendosi intorno al loro Santo concittadino con tutto l’ amore e ladevozione di cui sono capaci per festeggiare il Santo anticipando i festeggiamenti ufficiali di Ischia che iniziano giovedì prossimo di questa settimana di fine agosto appena incominciata. Animatore del Gruppo e Presidente pluriconfermato della Federazione Cattolica locale , lo ricordiamo, è Neal (Aniello) Di Leva che coadiuvato dalla moglie Anna, riesce con iniziative sociali mirate e continue, a tenere unita una comunità che in nome e nella devozione, soprattutto verso San Giovan Giuseppe della Croce, conserva di fatto un forte legame con la propria terra di origine, Ischia, mai dimenticata e sognata nei momenti nostalgici del suo lungo distacco. Gli ischitani di San Pedro hanno festeggiato tre giorni dopo la ricorrenza di Maria Assunta in cielo e della nascita del Santo di San Giovan Giuseppe, utilizzando il sabato che per gli americani è giorno di riposo e di ricreazione insieme alla immediata domenica. I primi veri festeggiamenti in onore del loro Santo concittadino San Giovan Giuseppe della Croce ebbero inizio nel lontano 1937 a seguito di un significativo e miracoloso episodio capitato ad un ischitano proprio nella sua isola natia, emigrato nell’ottobre del 1936 a San Pedro. Correva proprio quell’ anno quando nell’ultima settimana di agosto ad Ischia Ponte erano in corso i festeggiamenti in onore di San Giovan Giuseppe della Croce. Cesare Scaramuccia era un barbiere di Borgo, il quale aveva deciso di farla finita per i suoi mali fisici che lo tormentavano. In preda alla disperazione scelse la domenica della festa per portare a termine i suoi insani proposti di suicidio. Approfittò del momento in cui passava la processione col capitolo della cattedrale, la statua di San Giovan Giuseppe, il sacro Cappuccio, la banda musicale con i numerosi fedeli al seguito lungo Via Luigi Mazzella per sotto il suo balcone da dove tutti i suoi familiari affacciati si godevano il passaggo del Santo. Cesare Scaramuccia proprio quando la processione passava per sotto casa sua, evitando che qualcuno della famiglia potesse accorgersi di lui, salì sulla tavola da pranzo avendo con sé una resistente fune per impiccarsi. La moglie Immacolta ignara di quanto stava accadendo alle sue spalle chiamò ad alta voce il marito recandosi nella stanza per invitarlo a vedere la processione e ossequiare San Giovan Giuseppe che in quel preciso istante passava davanti alla loro abitazione. Cesare per incanto ascoltò la voce della moglie, il suono della banda musicale e delle campane delle tre chiese del Borgo e per miracolo vedendo Immacolata che lo pregava di non farlo, si fermò e subito, corse al balcone, si inginocchiò e pregò il Santo di perdonarlo ed aiutarlo. San Giova Giuseppe sapeva tutto. Cesare sentitosi miracolato dal Santo concittadino di tutti i suoi mali che lo affliggevano, emigrò nelll’ottobre del 1936 con la famiglia in San Pedro di California dove l’anno successivo 1937 al suo arrivo, iniziò nella cittadina californiana con i compaesani i solenni festeggiamenti in onere di San Giovan Giuseppe della Croce. E’ una storia vera, realmente accaduta.
antoniolubrano1941@gmail.com