Ruspe “caso per caso”, per i sindaci è un grande bluff
I primi cittadini di Ischia e di Lacco Ameno ritengono deludente la risposta del ministro Cartabia alla richiesta di sospensione degli abbattimenti durante la pandemia
La risposta del ministro Cartabia all’interrogazione sul problema delle demolizioni in tempi di pandemia ha intensificato il dibattito sulla questione. Una risposta che a taluni è parsa come una prima timida, ma comunque positiva, presa d’atto di una problematica che resta sempre di drammatica attualità. Il ministro ha infatti spiegato tra l’altro che «le istituzioni non possono rimanere insensibili agli effetti che si possono determinare sulla condizione sociale delle singole persone le situazioni possono essere molto diverse specie di coloro che sono sprovviste di alloggio alternativo nonché delle risorse economiche per garantirsi una differente abitazione a questo proposito va sottolineato che nell’ambito della medesima procedura esecutiva che debbono assumere rilievo le istanze di carattere individuale».
E poi il punto focale della risposta: «È lì che ci sono gli strumenti per valutare accuratamente da parte delle autorità competenti, in primo luogo dell’autorità giudiziaria, caso per caso. È, infatti, dall’analisi delle singole specifiche situazioni che possono emergere situazioni di insuperabile necessità cui dovrà essere dato adeguato rilievo individuando, di volta in volta, soluzioni appropriate mentre tali specifiche problematiche sembrano assai difficilmente declinabili nel quadro di un intervento normativo o comunque di carattere generale». Dunque, forse per la prima volta la politica non taglia corto dinanzi al problema delle demolizioni di manufatti abusivi. Di sicuro si tratta di una dichiarazione di non poco rilievo, tuttavia sull’altro fronte sono stati in molti a dirsi sostanzialmente delusi da tale risposta. Tra questi, anche gli amministratori isolani.
Da parte sua, il sindaco di Ischia Enzo Ferrandino è stato molto chiaro: «Devo essere sincero: vista la problematica, mi aspettavo una presa di posizione molto più forte. La pandemia sta fortemente segnando la nostra società ma, mentre in altri ambiti come gli sfratti si è deciso di sospendere le procedure, nel caso degli abbattimenti non è stata prevista alcuna sospensione esplicita delle esecuzioni. Prendiamo atto – ammette il primo cittadino – che a livello governativo c’è stata una presa di coscienza della problematica, tuttavia non è esauriente la modalità con la quale il ministro ha risolto la questione, invitando la magistratura a decidere caso per caso. Avendo compulsato la politica, mi sarei aspettato che essa con un provvedimento ad hoc andasse a sospendere le demolizioni durante questa grave emergenza sanitaria, che avrà strascichi importanti anche dal punto di vista economico e sociale. Proprio per la particolare contingenza, mi attendevo un’assunzione di impegno più netta e decisa», conclude Enzo Ferrandino.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale, che usa toni tutt’altro che morbidi: «Alcuni l’hanno definita una parziale apertura, ma quello che ha detto il ministro a me non piace nemmeno un po’. Se non ho capito male, la magistratura dovrebbe valutare, caso per caso, le singole vicende umane dei destinatari della misura di abbattimento. Dunque, sembra che tale valutazione debba essere affidata alla coscienza: ma un giudice può far ciò già adesso, non era mica necessario l’intervento del ministro. In alternativa, tale tipo di valutazione è forse normato da un protocollo interno alla Procura che gradua le demolizioni? E allora, se davvero esiste tale protocollo, allo stato attuale dovremmo registrare che sull’isola non è applicato.
Se invece non esiste nulla di tutto questo, noi chiediamo un decreto legge. Questa è la mia valutazione». Pascale continua: «Se poi questo “invito”, questa “moral suasion” da parte del ministro venisse recepita dai magistrati, ne prenderemmo atto. Tuttavia, a un sindaco che chiede provvedimenti legislativi e certezze per i cittadini, sembra di non avere ottenuto nulla. La nostra proposta, messa per iscritto, è volta ad ottenere un decreto legge, di un solo articolo, che blocchi ad oggi le demolizioni equiparandoli, in fase emergenziale, agli sfratti, come è stato fatto nel mille proroghe, visto che se oggi lo Stato mi abbatte l’unica abitazione è come se di fatto mi desse lo sfratto. Noi dobbiamo capire se c’è la volontà politica di varare questo decreto legge, oppure no. Ciò che ha detto il ministro vale quindi molto, molto relativamente. Se si ottenesse la sospensione, l’auspicio è che, nelle more di tale tregua, la politica voglia parallelamente portare avanti il varo di una norma che trasformi la sanzione amministrativa in sanzione penale, perché è paradossale applicare tale sanzione a svariati decenni di distanza. Ma tale progetto si può perseguire solo se le ruspe sospendono la loro azione». In sostanza, vista la situazione d’urgenza, i sindaci esigono una risposta politica molto più determinata, in assenza della quale ancora una volta saranno sempre e solo gli strati sociali più deboli e più esposti alla crisi incipiente a pagare il prezzo più salato.