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Risolto mistero dei dischetti di plastica: provengono da un depuratore sul fiume Sele

Ischia – Mistero risolto. I dischetti che hanno invaso le spiagge di Ischia, ma anche quelle della costa campana fino ad arrivare alla Toscana, erano filtri a biomassa adesa, riversatisi in mare a causa di un cedimento strutturale di una vasca dell’impianto di depurazione collocato in prossimità della foce del Sele, in Campania. Si trattava, dunque, di filtri utilizzati per la depurazione delle acque reflue, accidentalmente rilasciati da un impianto di trattamento guasto o mal funzionante attraverso lo scarico in mare o nei corsi d’acqua che vi sfociano.  «Siamo grati al Corpo delle Capitanerie di Porto, con cui abbiamo condiviso le vostre segnalazioni, per aver identificato la fonte dei dischetti nel depuratore sul fiume Sele, evitando così ulteriori sversamenti. Identificata la causa, rimangono però le conseguenze: un numero imprecisato ma elevatissimo di dischetti sparsi su tutte le spiagge tirreniche. L’invito è quindi di andare a raccoglierli: si stanno mobilitando in molti, singoli e associazioni per questo fine settimana. La mappa delle iniziative #cacciaaldischetto è in continuo aggiornamento ed è visibile sul nostro sito www.cleansealife.it  E’ importante segnalare sul sito le quantità raccolte: in questo modo potremo avere un quadro più preciso dell’entità dello sversamento. Un ringraziamento particolare a tutti i cittadini che, con le loro segnalazioni e la forza dei social, hanno fatto emergere il problema». Questa la dichiarazione di  Eleonora de Sabata, manager di “Clean Sea Life”, parte attiva nella denuncia e nella soluzione del caso che si è risolto proprio grazie alle segnalazioni dei cittadini che, armati di buona volontà nel ripulire le nostre spiagge e del giusto spirito d’osservazione hanno segnalato la presenza di quelli che fino a ieri erano misteriosi dischetti. Anche Ischia ha fatto la sua parte grazie alla partecipazione attiva di Claudio Ciriminna, un cittadino sempre attento all’ambiente e all’Associazione Nemo. «Tutte le vostre prime segnalazioni – ha continuato Clean Sea Life – venivano dalla spiaggia di Paestum e anche i modelli oceanografici del Lamma concordavano, identificando quella zona come il punto d’origine dei dischetti – informazioni che abbiamo condiviso con la Capitaneria di Porto per le loro indagini e che per ovvie ragioni abbiamo deciso di non divulgare». La vicenda è partita circa un mese fa; le prime segnalazioni arrivate risalgono, infatti, al 20 febbraio e partirono proprio da Ischia. I dischetti, spinti dalle correnti che fluiscono lungo la costa, stanno proseguendo la loro corsa verso nord: l’ultima segnalazione è arrivata invece da Tarquinia. All’inizio la confusione, la somiglianza alle cialde di caffè e poi l’ipotesi più acclarata: dischetti impiegati nei sistemi di trattamento biologico delle acque. Risolto il mistero si chiede comunque di continuare a raccogliere questi dischetti sui litorali e di segnalarne luogo e numero. Bisogna però, ora, capire quale sarà il danno causato al nostro mare. «Ringraziamo le Capitanerie di porto- Guardia Costiera per la rapidità e l’efficienza con cui hanno risolto questo ennesimo caso di inquinamento del nostro mare. Adesso però – dichiara il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli, che ha seguito la vicenda dall’inizio raccogliendo le segnalazioni di tanti cittadini in particolare delle isola di Ischia e Capri – bisogna procedere per evidenziare le responsabilità dirette degli autori di questo scempio ambientale. I colpevoli di questa ennesima violenza nei confronti del nostro mare devono pagare i costi delle analisi, della pulizia e della bonifica dei litorali interessati e possibilmente farsi anche qualche giorno di galera».

 

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