Rincari sulle vie del mare, l’isola si divide
Per Pezzullo della Confesercenti gli aumenti sono ingiustificati a fronte del servizio offerto. Anche se in parte, Carriero comprende le ragioni della manovra, mentre Enzo Ferrandino evidenzia il dato positivo delle tariffe immutate per i residenti
Il ritocco delle tariffe c’è stato, anche se la cosa non riguarda gli isolani, almeno per ora. Parliamo dei prezzi dei biglietti per i collegamenti marittimi: dopo un confronto durato svariati mesi, le compagnie di navigazione hanno ottenuto un aumento che però ha colpito solo le tariffe per i non residenti. Il risultato, sancito dal decreto dirigenziale regionale pubblicato pochi giorni fa, si presta a più letture. Innanzitutto, come detto, gli isolani non dovranno sopportare l’ennesimo aumento, e coi chiari di luna che corrono, non è un risultato trascurabile, come spiega il sindaco di Ischia Enzo Ferrandino: «Insieme e di concerto con gli altri sindaci isolani, siamo riusciti a tenere indenni i residenti dalle conseguenze del rincaro del costo del biglietto, provocato dagli aumenti dei costi di carburante per le Compagnie di navigazione.
Queste ultime vengono da un lungo periodo in cui hanno dovuto sopportare una forte contrazione del numero di passeggeri a causa della pandemia, e volevano un ritocco sensibile del costo del biglietto in maniera indiscriminata. Si è sviluppato un confronto franco, schietto, spesso anche molto teso, che ci ha consentito di salvaguardare il sacrosanto diritto alla continuità territoriale degli ischitani e di evitare rincari delle tariffe, oltre che l’impegno a migliorare una serie di servizi, anche per quanto riguarda la bigliettazione, con la possibilità di prenotare on line il titolo di viaggio, che fino ad oggi stentano a decollare». Il sindaco nella sua riflessione tocca un punto da sempre molto discusso, appunto quello dei servizi offerti dalle compagnie e della loro qualità, non disgiunto dall’altra problematica, quella dei costi di carburante, che caratterizza questo difficile momento storico. Una combinazione che anche l’ingegner Giancarlo Carriero, patron del prestigioso Hotel della Regina Isabella di Lacco Ameno oltre che presidente della sezione Turismo dell’Unione Industriali di Napoli , non manca di evidenziare: «Noi tutti desidereremmo un livello di servizio migliore sulle imbarcazioni, come ad esempio una maggior distanza tra le file delle poltroncine, oppure un’aria condizionata che funzioni meglio, e invece purtroppo è tutto un po’ approssimativo. Tuttavia mi rendo conto che l’aumento dei costi e in particolare dei carburanti è un elemento talmente evidente e sotto l’occhio di tutti che io capisco possa avere un riflesso sulle tariffe. Non sono in grado di calcolare se i sessanta centesimi, o un euro, sia un aumento eccessivo o giusto, tuttavia so che essi vengono concordati anche con la Regione. In ogni caso, non credo che tali aumenti incideranno più di tanto sul numero di turisti che verranno sull’isola. Mi auguro solo che non avvenga ciò che sempre succede con le accise sui carburanti e di conseguenza sul prezzo di questi ultimi, che aumenta ogni volta che aumenta il prezzo del petrolio, ma poi quando il petrolio scende, le tariffe dei carburanti non scendono affatto: ecco, innanzitutto spero che questi aumenti sul prezzo del carburante a livello generale siano temporanei e possano ridursi, e che anche in futuro anche i prezzi dei biglietti seguano tale riduzione. Del resto, i tempi di percorrenza anche dei mezzi cosiddetti veloci lasciano a desiderare: sarebbe opportuno contenere in meno di un’ora la tratta Ischia-Beverello, al netto di eventuali soste intermedie». L’accenno finale dell’ingegner Carriero tocca una problematica che è al centro delle considerazioni di Francesco Pezzullo, presidente della Confesercenti isolana: «Si potrebbero anche considerare ridotti gli aumenti effettuati, ma se poi si va a considerare il servizio offerto allora tali aumenti sembrano ancora esagerati perché vanno a influire su tariffe già elevate, per quello che si offre al cliente. Da anni discutiamo sul prezzo eccessivo che viene imposto ai turisti per arrivare sull’isola: i nostri trasporti marittimi costano troppo e non hanno un servizio corrispondente. Traghetti e aliscafi hanno tempi di percorrenza lunghissimi, estenuanti. Un turista acquista un biglietto per un mezzo “veloce”, e poi da Forio a Napoli impiega, se tutto va bene, un’ora e mezzo, altrimenti se capita qualche intoppo e qualche ritardo l’attesa diventa persino più lunga: a quel punto è assurdo aver pagato il prezzo per la corsa “veloce”, e paradossalmente conviene prendere il traghetto. Dunque sono i servizi che bisogna migliorare, rendendoli adeguati alle esigenze dei passeggeri. Un turista nota queste cose: quasi due ore di percorrenza per cifre così esagerate, mentre il treno ad alta velocità eroga servizi in linea con quanto si paga. Sì, gli armatori adducono la necessità di fronteggiare gli aumenti delle forniture di carburante, ma la valutazione complessiva è impietosa: pagare oltre 21 euro e stare un’ora e mezzo in aliscafo resta un’assurdità. Noi dovremmo agevolare il turista e invece lo penalizziamo. Come al solito, ogni conseguenza viene fatta cadere su quello che è il volano della nostra economia. Sarebbe sensato dire: “abbiamo aumentato ancora le tariffe, ma adesso la corsa veloce impiega 40 minuti”, in tal modo si creerebbe davvero un’alternativa sensata al traghetto, ma così non è».