Rimpasti e salti della quaglia, l’ex Bernardo non salva nessuno

L’avvocato commenta l’ennesimo cambio di giunta a via Iasolino: «Sono i danni provocati dai dieci anni di sindacatura di Giosi, che pagheremo a lungo: la politica ridotta a mera gestione di potere e agibilità degli uffici comunali»

Avvocato, cosa ne pensa del terzo rimpasto di giunta recentemente operato dal sindaco di Ischia Enzo Ferrandino?

«Guardi, faccio una premessa. Quello che vediamo è la conseguenza di dieci anni di sindacatura di Giosi Ferrandino a Ischia. Giosi ha fatto tali e tanti danni, al punto che per i prossimi cinquant’anni dovremo continuare a pagare. Il motivo è presto detto: egli ha diffuso un’idea della politica come di una pratica diretta a salvaguardare sono i propri interessi. In tal modo molti hanno fatto e fanno politica solo per avere agibilità presso l’ufficio tecnico, o presso l’ufficio commerciale… Tutto qui. Non certo perché si ha una visione o un progetto per questo paese.

«Enzo divenne sindaco anche grazie a Ottorino e Giosi. Se non riusciva a governare insieme a coloro che avevano contribuito alla sua elezione, avrebbe dovuto mettersi da parte»

Fatta questa premessa, veniamo all’attuale momento politico: Enzo Ferrandino si è presentato ai cittadini con una squadra, che ha contribuito alla sua elezione. Dunque, se è diventato sindaco, lo deve anche ad altri, ad esempio a Ottorino Mattera, a Giosi Ferrandino e ad altri ancora. Non può, il giorno dopo, mandarli a casa, perché sarebbe stato più onesto che a casa ci fosse andato anche lui. Nel momento in cui non riesce a governare con la sua squadra, secondo me dovrebbe dimettersi. Ripeto, lui è stato eletto primo cittadino grazie all’intera squadra di candidati che l’hanno sostenuto. Seconda considerazione: il popolo ha assegnato un ruolo e un compito anche a chi è stato eletto nelle file della minoranza: quello di fare opposizione, non certo quello di “fare le scarpe” ad alcuni componenti di maggioranza, senza poi sapere bene cosa andare a fare, a parte gestire cose trascurabili. Forse, anche in questo caso, garantirsi l’agibilità presso gli uffici comunali. Se davvero si rispettassero le regole della politica, Enzo, nel momento in cui non è più in grado di amministrare coi componenti che hanno determinato la sua elezione, dovrebbe immediatamente andare a casa. Oggi invece egli continua a fare il sindaco non con coloro che l’hanno fatto eleggere, ma con chi gli si era schierato contro, e ciò secondo me significa tradire il mandato popolare. Del resto, è il classico modo di fare di Giosi Ferrandino, che ha fatto proseliti. Terza considerazione, Ciro Ferrandino….»,

«Non capisco la mossa di Ciro Ferrandino, di cui ho enorme stima: in quella compagine, non gli sarà permesso di fare altro che obbedire alla mala gestio che finora aveva combattuto»

A proposito di Ciro Ferrandino, che effetto le fa vedere ora insieme ad Enzo colui che finora era stato un suo strenuo oppositore?

«Faccio questa considerazione: Ciro Ferrandino è una delle persone che più stimo, per la sua serietà e la sua coerenza, ma non ho compreso questa sua mossa. È chiaro che nel momento in cui si troverà ad esprimere qualcosa di diverso da ciò che esprime l’amministrazione che aveva combattuto, sarà cacciato come è stato cacciato Boccanfuso. Ecco perché non condivido questa sua ultima mossa. Non avrà la possibilità di dire o fare niente, a parte che obbedire ciecamente a un sistema di mala gestione che finora aveva sempre combattuto».

«L’opposizione non esiste. Non si riesce a comprendere quali siano le differenze tra Gianluca Trani ed Enzo Ferrandino. Il primo, che si sta spostando sulle posizioni di Giosi, non lascia capire la sua visione per le necessità del paese. Un panorama deprimente»

Cosa pensa della ridefinizione dei gruppi di maggioranza e opposizione? In particolare, si aspettava la costituzione del “gruppo dei cinque” d’opposizione nell’imminenza del cambio di giunta? Che chiave di lettura vede dal punto di vista politico?

«Non ci sarebbe molto da dire: in sostanza, Enzo ha buttato fuori dalla maggioranza due componenti, e a questi non è rimasta altra scelta che unirsi alla minoranza. Però, ribadisco: Enzo è sindaco anche ai voti di Ottorino e di Giosi. Se la compagine non funziona, bisogna farsi da parte. Invece, proprio Giosi ha insegnato a Enzo che basta fare un po’ di campagna acquisti, tra chi ha interesse a frequentare i vari uffici. Ecco perché dicevo all’inizio che i guai combinati da Giosi sono davvero enormi, in termini di moralità politica. L’unica chiave di lettura che vedo è che Gianluca Trani si sta progressivamente spostando sulle posizioni di Giosi. Alle prossime elezioni forse vedremo Enzo Ferrandino opposto a Giosi Ferrandino, sempre che quest’ultimo riesca a comporre una squadra: i fatti di Casamicciola hanno dimostrato che quando Giosi non è sindaco in carica, quasi nessuno gli va dietro. La cosa grave è che non c’è chi faccia opposizione».

«In futuro la competizione vedrà Enzo contrapposto a Giosi, anche se Casamicciola ha dimostrato che Giosi, quando non è sindaco in carica, non riesce a catalizzare consenso»

In effetti in questi due anni e mezzo di consiliatura molti hanno lamentano la mancanza di un’opposizione forte.

«Ma guardi che manca qualsiasi opposizione, non soltanto un’opposizione forte. Ciò accade anche perché non si riesce a capire in che cosa Gianluca Trani sia differente da Enzo Ferrandino. In due anni e mezzo, dai fatti e dall’attività amministrativa non riesco a comprendere né ad avvertire tale differenza. Gianluca è silente su ogni cosa, non lascia filtrare le sue convinzioni circa quello di cui ha bisogno questo paese. Dunque la poltrona di consigliere diventa solo un posto per gestire un potere fine a sé stesso. Onestamente, fare il consigliere comunale o l’assessore soltanto per detenere l’agibilità agli uffici comunale, o comunque dovendo stare attento a ciò che dico perché potrebbero cacciarmi dalla maggioranza, secondo me è davvero deprimente».

Exit mobile version